Il Poligrafico dello Stato non stampa più i vecchi modelli per la valutazione degli

 studenti. Entro la fine di gennaio debutterà il portfolio, ma mancano le indicazioni

Elementari e medie, il rebus delle pagelle

Gli insegnanti: normativa poco chiara, dovremo fotocopiare

le schede dell’anno scorso. I sindacati: scuola nel caos

di Annachiara Sacchi da Il Corriere della Sera del 22 Novembre 2004

 

È in arrivo la «pagella fai da te». Addio vecchie schede di valutazione, uguali nelle scuole di tutto il Paese (il Poligrafico dello Stato non la stampa più). Da quest’anno, con la riforma, si deve sperimentare il portfolio. Ogni istituto potrà aggiungere alla votazione osservazioni e commenti per chiarire alle famiglie il rendimento scolastico dei bambini. Senza una griglia stabilita: l’autonomia, in questo campo, è assoluta. Come la confusione, del resto: in molte elementari e medie ci si prepara a ricorrere alla vecchia scheda, fotocopiandola da quelle dell’anno scorso (a proprie spese). Altri insegnanti stanno studiando - in lotta contro il tempo - un portfolio nuovo di zecca da presentare ai genitori entro la fine di gennaio.

«Abbiamo messo in piedi - racconta Tullia Roghi, a capo dell’elementare di via Mantegna - un gruppo di lavoro che ha elaborato un portfolio che traccia il percorso dei bambini cercando di renderlo snello e significativo. Dopodiché, per l’aspetto formale della valutazione, useremo le schede dell’anno scorso». Il problema, spiegano i presidi, è la mancanza di una normativa che supporti la nuova pagella: se ne parla vagamente solo nelle indicazioni nazionali del decreto 59 della legge di riforma. «In questo modo - spiega Giorgio Galanti, dirigente dell’istituto comprensivo di piazza Axum - tutto è lecito, tanto che il mio collegio docenti sostiene che in questo periodo di vuoto normativo si debbano fotocopiare le vecchie schede. Ma una commissione sta lavorando a un nuovo documento di valutazione: è pronto all’80 per cento».

Di valutazione e portfolio si è parlato lo scorso mercoledì, durante l’incontro tra i sindacati e il direttore scolastico regionale, Mario Dutto. «Il "fare le cose in casa" - scrivono i confederali in un documento unitario - connota un pericoloso pressappochismo nella gestione della scuola pubblica. Diritto allo studio è anche diritto ad una valutazione seria che sostenga il percorso scolastico per il successo formativo di tutti».

Wolfango Pirelli, segretario lombardo di Cgil Scuola commenta: «Il ministero dica alle scuole cosa devono fare e dia indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, in modo tale da garantire l'unitarietà del sistema nazionale anche attraverso parametri e criteri comparabili».

Anche la Margherita lombarda sostiene che «il portfolio è un contenitore vuoto». «La condizione delle scuole della Lombardia, già molto precaria per un avvio di riforma senza soldi e senza insegnanti - dice Giuseppe Bonelli, responsabile scuola della Margherita - si trova ora davanti a un nuovo fardello: la compilazione in fretta e furia del portfolio "fai da te", senza la minima omogeneità e senza indicazioni certe sui parametri da utilizzare. La scuola è nel caos».

Ma c’è anche chi si è organizzato. Come i professori dell’Istituto Cavalieri di via Anco Marzio, che hanno messo in rete un raffinato sistema di valutazione. Lo racconta Domenico Franzetti, il vicepreside: «Ogni insegnante può scambiarsi con i colleghi le informazioni su tutti i bambini. Basta un clic e i docenti consultano, anche da casa, ogni progetto svolto con la classe. I genitori, durante i colloqui, possono conoscere il rendimento dei figli su ogni lavoro svolto. Certo, c’è stato un investimento iniziale, ma ora i professori sono soddisfatti: il 99 per cento usa il nostro sistema di valutazione senza difficoltà».