Il ministro Moratti: non ne so niente. I sindacati: scelta scellerata. Scuola, lite nel governo sui tagli
Domani a Roma la protesta dei sindacati contro
la manovra e per il contratto di Riccardo De Gennaro da la Repubblica del 13/11/2004
ROMA - Il ministro Letizia Moratti non ne sa nulla. L´ipotesi di un taglio del due per cento agli organici scolastici nel biennio 2005-2006, contenuta nell'emendamento fiscale del governo alla Finanziaria, non è mai stato sottoposto alla sua attenzione. Lo si apprende negli ambienti del ministero dell'Istruzione, dove si fa notare che un provvedimento di questo tipo sarebbe in contrasto con l´innalzamento dell'età dell'obbligo scolastico e con l´aumento del numero degli studenti. In questi giorni la Moratti è a Tokyo per una visita di governo sulla cooperazione tecnologica italo-nipponica, ma è presumibile che al suo rientro farà sentire la sua voce in un momento, tra l´altro, in cui i rapporti all'interno del governo non sono tra i più tranquilli. Nel frattempo la scuola torna a scioperare non solo per il ritiro della sua riforma, ma anche per il rinnovo del contratto scaduto da un anno, per dire «no» alla Finanziaria e «no» alla devolution «che crea venti minisistemi scolastici regionali», per respingere - ora - anche questa brutta tegola di un nuovo taglio del personale programmato dal governo come copertura finanziaria della riforma fiscale. Insomma, la giornata di sciopero nazionale di tutti i settori della scuola (oltre un milione di persone) e la manifestazione nazionale in programma domani a Roma non mancano di argomentazioni e sono il punto più alto di una protesta che ha comportato finora 4mila ore di assemblee, otto giornate di sciopero a livello regionale, lo sciopero bianco del 29 ottobre. I sindacati, che saranno tutti presenti alla manifestazione ad eccezione dello Snals, definiscono «intollerabile», «scellerata», «irresponsabile», la proposta di un taglio degli organici per fare fronte alla riduzione dell'Irap. Il leader della Cgil Scuola, Enrico Panini, fa notare che «il taglio sarà superiore ai 14 mila insegnanti finora indicati, perché quel calcolo è fatto sull'organico 2003 e non tiene conto dell'incremento delle iscrizioni in corso, che dovrebbe comportare automaticamente un aumento degli organici». Panini parla di «una vera stangata» e stima che con questo nuovo colpo di scure «la Moratti porterebbe a casa, in nome della finanza creativa e della privatizzazione della scuola, una riduzione complessiva del personale scolastico pari a 100mila dipendenti in tre anni e un taglio degli investimenti per 2mila miliardi di vecchie lire». Anche il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, esprime fortissima preoccupazione per i tagli ipotizzati, che - stima - pari a 20mila posti in meno. «Un provvedimento di questo genere - dice - creerebbe gravissimi problemi di funzionamento del sistema scolastico». Non solo: «I soldi risparmiati non sarebbero riutilizzati come investimenti nella scuola, ma andrebbero a finire nelle tasche degli industriali. Come dire che gli stipendi degli insegnanti devono finanziare le imprese». Analogo l´allarme del sindacato autonomo degli insegnanti Gilda, che per domani ha organizzato manifestazioni anche a Milano, Palermo, Reggio Emilia, Perugia, Cagliari: «Siamo di fronte a un attacco senza precedenti alla scuola pubblica. Il blocco delle assunzioni completa un sistema di misure che avranno esiti pesantissimi sulla qualità del sistema di istruzione nazionale». Secondo Alba Sasso, responsabile Ds per la scuola, l´annuncio dei tagli contribuisce a fare emergere «la verità sulle reali intenzioni di questo governo rispetto alla scuola e all'istruzione, dopo le tante dichiarazioni del ministro Moratti e del sottosegretario Aprea che promettevano investimenti e assunzioni». I sindacati si aspettano, per domani, una grande manifestazione. |