Scuola in sciopero, guerra di cifre sull'adesione di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 16/11/2004
Scuole chiuse, insegnanti, bidelli, segretari, dirigenti e studenti in piazza per manifestare contro la riforma Moratti e la legge finanziaria, per chiedere il rinnovo del contratto e un piano straordinario di finanziamenti per la scuola. Il settore più corposo del pubblico impiego, con oltre un milione di dipendenti, ieri si è mosso per il primo grande sciopero d’autunno e, come sempre, è guerra di cifre tra sindacati e governo. Per Cgil, Cìsl e Uil si è registrata un’adesione del 70%; parla del 60% la Gilda degli insegnanti. Per il ministero l’adesione è stata invece del 36,6 secondo rilevazioni che hanno riguardato circa la metà delle oltre 10 mila scuole italiane. La mobilitazione proseguirà con lo sciopero generale di quattro ore del 30 novembre. Nello sciopero di ieri, proclamato da tutti i sindacati di categoria, Snals escluso, ha tenuto inevitabilmente banco l’ultima ipotesi di taglio agli organici, trapelata sulla stampa di domenica. «Si tolgono i soldi alla scuola per darli alle imprese. Non solo non ci sarà nessun aumento, anche se crescono le iscrizioni, ma non ci sarà neanche il promesso mantenimento degli attuali organici», spiega Massimo Dì Menna, segretario della Uil scuola. «In tre anni di ministero Moratti la scuola ha pagato il suo obolo all’economia creativa e privatizzazione dell’istruzione con 100 mila posti di lavoro in meno e una riduzione di oltre 2 mila miliardi di vecchie lire di investimenti», ha accusato Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. Far «macelleria», Francesco Scrima, numero uno della Cisl scuola. «L’istruzione è soggetta a scelte irresponsabili, che pagheremo negli anni futuri, è la grande macchina per scovare soldi da reinvestire altrove», dice Scrima. «La risposta dei docenti è stata forte e chiara, l’esito dello sciopero è un segnale che il governo non può ignorare», aggiunge Alessandro Ameli, coordinatore nazionale di Gilda. Al corteo di Roma hanno partecipato molti rappresentati del centro-sinistra. «La scuola non si arrende ai tagli e alla privatizzazione, la Moratti rinsavisca», ha detto Maria Chiara Acciarini, responsabile scuola per i Ds in commissione istruzione al senato. E la Margherita promette: «Se torneremo al governo, cambieremo la legge Moratti», dice Giovanni Manzini. «L’opposizione della sinistra contro la riforma della scuola e contro la legge finanziaria avvelena il confronto politico e sfibra il tessuto della nostra democrazia. In questo modo, si condanna a un ruolo rovinosamente propagandistico», ha ribattuto Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia. |