Scuola, sciopero generale lunedì: docenti in piazza.
da
KataWeb del 12 novembre 2004
Non ci sono solo gli Atenei sul piede di guerra
contro la riforma Moratti. Mentre in Italia prosegue l'agitazione di
ricercatori e professori universitari, è tutta la scuola pubblica ad
essere in fermento. Cgil, Cisl, Uil e Gilda hanno proclamato per
dopodomani una giornata di sciopero generale per protestare contro i
tagli della Finanziaria, per chiedere l'apertura immediata della
trattativa contrattuale e per bloccare gli effetti negativi della
riforma Moratti. Gran parte degli istituti scolastici della penisola
rimarranno chiusi e migliaia tra docenti, dirigenti scolastici,
studenti e genitori convergeranno a Roma da tutta Italia per
partecipare alla manifestazione nazionale che si concluderà nella
tarda mattinata in Piazza Navona.
Aderiscono allo sciopero anche i Cobas, che hanno presentato però una
propria piattaforma, ribadendo il proprio no al disegno di legge che
il governo si appresta a varare. Confederali e Gilda marceranno a
partire dalle 10 da Piazza della Bocca della Verità a Piazza Navona;
l'appuntamento per Cobas e Unicobas è invece sempre alle 10, ma a
Piazza della Repubblica. Non partecipa alla protesta lo Snals.
I sindacati confederali chiedono "l'apertura immediata delle
trattative per un incremento retributivo per il biennio 2004-2005
dell'8%" per i docenti, contestano i "tagli alle risorse e di
organico" contenuti nella Finanziaria 2005, e rivendicano
"investimenti pluriennali a sostegno della scuola pubblica e
immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili". Quanto
alla riforma Moratti, Cgil, Cisl e Uil sono contrari alla figura del
tutor "che gerarchizza la funzione docente e rompe la collegialità" e
chiedono "la salvaguardia degli attuali organici e dell'offerta
formativa, delle prerogative dell'autonomia scolastica e la garanzia
del carattere nazionale del sistema di istruzione del secondo ciclo
contro ogni deriva regionalista".
Per il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini, "il
grande piano finanziario con il quale il presidente Berlusconi aveva
promesso di coprire d'oro la scuola italiana si rivela anche
quest'anno, dopo la Finanziaria del 2004, per quello che è: una bufala
propagandistica".