Rivoluzione nell'istruzione superiore prevista
dalla riforma Moratti.
Ma sul progetto esecutivo è già polemica.
I licei diventano otto: nasce il tecnologico.
Istituti tecnici addio. Geometri e ragionieri
studieranno
anche latino, filosofia, arte e musica .
di Anna Maria Sersale, da
Il Messaggero del 22/11/2004
ROMA - Sono in arrivo gli otto licei previsti
dalla riforma Moratti. Nel palazzo di viale Trastevere si lavora a
tappe forzate alla stesura del piano. Dopo una prima bozza cestinata
due mesi fa, ora gli ispettori delle varie aree (umanistica,
scientifica, tecnologica ecc) stanno elaborando nuove proposte da
sottoporre al ministro. La riforma Moratti, approvata a marzo del
2003, ha definito l’impianto normativo entro cui dovrà essere
organizzata la scuola italiana del terzo millennio. Ma nei 24 mesi
successivi, dunque entro marzo 2005, il governo ha l’obbligo di
emanare i decreti attuativi. Quelli del primo ciclo sono stati fatti,
mancano quelli del secondo.
Il ministro Moratti è intenzionato a rispettare i tempi. E alcune
proposte sono in dirittura d’arrivo. Una riguarda il il liceo
tecnologico. Nascerà con l’intento di superare «la formazione di tipo
meccanico/applicativo». Ma che cosa significa? E come sarà questo
nuovo liceo, erede dei gloriosi istituti tecnici statali? Secondo i
saggi della Moratti dovrebbe «sviluppare una cultura scientifica
intesa come capacità di pensiero e di giudizio». «Con l’ambizione -
scrivono nella relazione che accompagna il piano - di superare la
tradizionale divisione tra cultura scientifica e umanistica». Dunque,
un mix di materie umanistiche, scientifiche e tecniche. Con
l’introduzione della filosofia, della storia dell’arte e della musica.
E con l’introduzione del latino, un «modulo» nel primo biennio, con
«nozioni essenziali» di sintassi, di traduzione e di capacità di
lettura e interpretazione. Materie del tutto estranee al mondo dei
Tecnici, ma che serviranno a ”liceizzare” istituti che finora hanno
privilegiato la formazione di tipo professionale.
Perché la filosofia per i futuri ragionieri, periti o geometri? «Per
l’importanza del pensiero greco e perché avvicina alla scienza».
Queste le motivazioni contenute nelle ”Indicazioni nazionali”
riguardanti il Liceo Tecnologico. E, più nel dettaglio, previsto lo
studio di Socrate (e della filosofia come ricerca del vero), Platone
(in particolare i diversi gradi della conoscenza umana), Aristotele,
le filosofie ellenistiche fino alla scienza, alla tecnica e alla
filosofia del mondo medievale. Musica e arte, invece, vengono
introdotte in relazione allo «sviluppo tecnico». E i mille rivoli in
cui si suddivide oggi l’attuale sistema dei Tecnici? Verranno
modificati e ricondotti a sei indirizzi, ispirati dalla realtà
produttiva: meccanica; elettronica; informatica e comunicazione;
chimico-ambientale; moda; produzioni biologiche.
Ma la partita che si gioca al ministero deve fare i conti con le
opposizioni che covano nei partiti di governo. Due i motivi di
scontro: 1) in che modo organizzare i due canali dell’istruzione
superiore (licei e formazione professionale); 2) quali e quanti poteri
cedere alle regioni in materia di scuola, faccenda da risolvere prima
di emanare il decreto attuativo. Su tutti questi punti l’Udc sta col
fucile spianato: «Non passerà nulla se il piano non rispetterà le
nostre posizioni, a costo di mandare tutto all’aria». Tanto per
cominciare l’Udc è contrario alla «trasformazione dei tecnici e dei
professionali in licei» ed è in «totale disaccordo» con l’ipotesi di
«cedere ”pezzi” della scuola alle regioni». Il partito di Casini vuole
un secondo canale formativo «più forte del primo» con spiccate
caratteristiche professionalizzanti e conta di avere dalla propria
parte il ministro Moratti.
Lo scontro riguarda in particolare gli istituti tecnici, che
attualmente fanno parte del sistema scolastico statale con un milione
e mezzo di studenti. Teoricamente, secondo esponenti di Forza Italia e
della Lega, dovrebbero «in parte confluire nel sistema regionale di
istruzione e formazione». Nel mezzo si pone An, che propugna una
soluzione alternativa: «Costituire un duplice canale nella
costituzione dei licei, dividendo tra licei generalisti, propedeutici
agli studi universitari, e licei “vocazionali”, mirati a percorsi
professionalizzanti».