Braccio di ferro all'ultima cattedra

È scontro nella maggioranza sull'ipotesi di un taglio del 2%
degli organici di diritto dei docenti.
Siniscalco mira a risparmiare per l'Irap, la Moratti non ci sta.

 di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 16 novembre 2004

 

Governo ai ferri corti sulla scuola. L'ipotesi avanzata dal ministero dell'economia sabato scorso di ridurre la dotazione organica dei docenti di 14 mila unità in due anni, ossia del 2%, con un risparmio di circa 350 milioni di euro, da dirottare probabilmente sul taglio dell'Irap, ha reso incandescenti i rapporti all'interno della maggioranza. Colta di sorpresa a Tokyo, dove era impegnata in una serie di incontri per rafforzare i rapporti di cooperazione Italia-Giappone sulla ricerca e le nuove tecnologie, il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, ha tuonato: "Non se ne parla, i patti erano altri, non è una strada percorribile, anche alla luce dell'innalzamento dell'obbligo scolastico previsto dalla riforma della scuola". Non erano a conoscenza della misura neanche alla funzione pubblica, che pure è il ministero che sovrintende a tutto il pubblico impiego.

Sul piede di guerra l'Udc e Alleanza nazionale, già contrariati per le misure della Finanziaria giudicate eccessivamente punitive per il pubblico impiego. E un certo disappunto per l'uscita di Siniscalco sarebbe stato espresso dallo stesso premier, Silvio Berlusconi, che tenta da tempo di preservare il delicato equilibrio che tiene in piedi la coalizione. Dalla Ragioneria generale dello stato sono intanto giunte in queste ore voci più rassicuranti, che parlano di ipotesi sulle quali deve ancora essere acquisito il consenso dell'intero governo. Insomma, è ancora tutto in alto mare. La legge finanziaria procede il suo iter alla camera, che ha approvato venerdì l'articolo 16, sulla scuola senza nessuna delle modifiche studiate dall'economia, ma pare essere un iter sostanzialmente formale, la vera manovra si farà al senato. Ed è in quella sede che si definiranno anche gli assetti di potere tra i vari partiti della Casa delle libertà.

"Non esistono tagli. Non conosco gli emendamenti, ma il bilancio è chiaro, e non capisco chi debba presentare un emendamento che vada nella direzione di una riduzione dell'organico", ha detto ieri il sottosegretario al ministero dell'istruzione, Stefano Caldoro. L'articolo 16 (si veda ItaliaOggi del 5 ottobre scorso)della manovra conferma che per il prossimo anno gli organici di diritto di insegnanti, ausiliari, tecnici e amministrativi saranno gli stessi del 2004/05. Distolti invece dall'insegnamento della lingua inglese alle elementari 7.100 docenti, lo scorso anno assegnati per attuare la riforma Moratti. I prof in questione saranno utilizzati per coprire altri vuoti in organico.

L'insegnamento della lingua sarà affidata agli stessi maestri già di ruolo, che seguiranno corsi di formazione ad hoc.

Saranno così recuperati 234 milioni di euro. Per il piano programmatico per la scuola sono stati stanziati 110 milioni di euro, che si aggiungono ai 90 mln dello scorso, contro gli 8,3 miliardi di euro previsti per il quinquennio 2004/08.

L'emendamento messo a punto dall'economia, che dovrebbe andare a copertura del taglio delle tasse, prevede invece che per il 2005 e il 2006 la dotazione organica dei docenti sia ridotta del 2%, ossia l'1% per ciascun degli anni considerati, rispetto all'anno in corso. Il che significherebbe che a fronte di circa 21 mila pensionamenti annui, 14 mila posti saranno decurtati dalle piante organiche e non andranno più a copertura.

Vanno poi aggiunti i tagli sugli Ata, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, che deve scontare una riduzione del 2%. Saltano così altre 3.600 unità.

E questo per quanto riguarda gli organici di diritto. Ma la stretta potrebbe riguardare anche i contratti a tempo determinato. Una delle misure per il recupero di risorse per il finanziamento dei contratti pubblici, questa volta presentata dal dicastero della funzione pubblica all'economia, prevede un tetto ai contratti di collaborazione.

La misura potrebbe interessare in senso largo anche le supplenze.