Scongiurato il taglio agli organici,
stretta sulle sostituzioni brevi e sui consumi
intermedi.
Siniscalco agguanta le supplenze
Per coprire le cattedre vuote utilizzati i
docenti già di ruolo
da
ItaliaOggi del
30/11/2004
Siniscalco mette le mani sulle supplenze brevi.
Sull'altare del taglio alle tasse saranno i supplenti che non arrivano
ad avere neanche un contratto di durata annuale o sino al termine
delle lezioni quelli che saranno sacrificati. Eliminato l'iniziale
taglio del 2% in due anni (2006 e 2007) degli organici degli
insegnanti, escluso il comparto scuola dal blocco del turn over, il
ministro dell'economia, Domenico Siniscalco, si è dovuto accontentare
di tagliare il ramo più debole della scuola, quello appunto costituito
dalle sostituzioni per malattia, maternità o permessi studio. Nel 2003
sono stati dirottati dal ministero alle scuole, per questo capitolo di
spesa, circa 600 mila euro. L'emendamento alla Finanziaria che reca la
copertura per la riforma delle aliquote fiscali è stato depositato
ieri sera al senato, con alcune novità, che riguardano soprattutto
scuola e università, rispetto alla prima versione presentata al
consiglio dei ministri di venerdì scorso.
Nonostante le modifiche apportate, resta però forte la contrarietà dei
sindacati. Oggi sciopero generale contro la Finanziaria e il mancato
rinnovo dei contratti. Nella scuola, che ha già incrociato le braccia
il 15 novembre, ci saranno due ore di assemblee sindacali. Saranno i
presidi a dover coprire le cattedre eventualmente resesi vuote in
corso d'anno utilizzando in prima battuta le ore disponibili degli
insegnanti già di ruolo, anche se titolari di una diversa disciplina.
La Moratti, che davanti al taglio del 2% del personale aveva
addirittura minacciato le dimissioni, ha dovuto cedere sulle supplenze
e su un ulteriore taglio del 10% dei fondi destinati ai consumi
intermedi sia dell'amministrazione centrale che periferica. Il
risparmio dovrebbe aggirarsi sui 500 milioni di euro.
Attualmente la supplenza scatta nelle materne dopo il 1° giorno di
assenza, alle elementari dopo il 5° giorno di assenza, alle medie dopo
15 giorni di assenza continuativa del titolare. I presidi si
troveranno con meno risorse e saranno costretti, anche per le mancanze
più lunghe, a ricorrere ai docenti interni. Il condizionale sul
meccanismo però è d'obbligo giacché al momento che questo giornale
andava in stampa l'emendamento non era ancora disponibile al senato.
"Non nominare il supplente, in caso di assenza del titolare, significa
privare l'alunno del diritto alla continuità didattica con un
insegnante della stessa disciplina e, nel nome del risparmio,
autorizzare i capi d'istituto a praticare qualsiasi soluzione",
attacca Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. "La riduzione
delle spese per le supplenze brevi di fatto non è compatibile con
un'offerta formativa personalizzata, con il rischio di accorpare
alunni a classi diverse pur di garantire la sorveglianza durante
l'assenza del titolare", commenta Massimo Di Menna, segretario della
Uil scuola. "Il risparmio reale è incerto, ma l'effetto sul
funzionamento della scuola è devastante. Non si riesce tra l'altro a
capire come la Moratti conti di attuare ristrettezze con il tutor, un
docente che dovrebbe fare quattro ore di didattica in meno", argomenta
Enrico Panini, numero uno della Cgil scuola-università. Resta poi
confermata l'eliminazione di un'apposita dotazione organica per
l'insegnamento dell'inglese alle materne: saranno gli stessi
insegnanti già di ruolo a occuparsene, dopo una formazione ad hoc.
Eliminati così 17 mila docenti. Qualche passo avanti si è intanto
registrato sul fronte contrattuale: governo pronto a dare aumenti del
4,1%, contro il 3,7% iniziale. Ma la distanza dall'8% chiesto dai
sindacati resta ancora alta.