I sindacati bocciano il decreto sulle nuove assunzioni.

di L. ILL. da Il Sole 24 Ore del 22 luglio 2004

ROMA . Il decreto sulla formazione e sui criteri di reclutamento degli insegnanti (si veda Il Sole 24 Ore del 20 luglio 2004) ha fatto scattare immediatamente la reazione dei sindacati ai quali ieri è stato presentato ufficialmente. La bozza del testo prevede, tra l’altro, la cancellazione delle graduatorie permanenti, la chiamata diretta degli insegnanti da parte delle scuole, corsi di laurea specialistica e periodo di tirocinio per gli aspiranti docenti. Il provvedimento è l’attuazione dell’articolo 5 della riforma Moratti. Ma già ieri c’è stata una probabile battuta d’arresto.

Dall’interno della maggioranza di governo arriva la richiesta di rinvio dell’esame del decreto; «Alcuni passaggi sono senz’altro condivisibili — afferma il senatore Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An su altri è necessaria qualche ulteriore riflessione. Intanto, occorre proseguire il Confronto con il sindacato, in particolare con quello non pregiudizialmente ostile alla riforma». Valditara annuncia di aver chiesto al vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, e al ministro Moratti di rinviare il previsto esame in Consiglio dei ministri. Stessa richiesta arriva dallo Snals-Confsal: «La questione merita di esse re ulteriormente approfondita e valutata per giungere a soluzioni eque nelle politiche di recluta mento — dice Fedele Ricciato, segretario generale — anche perché la forma zione iniziale e in servizio dei docenti è centrale nell’ambito delle politiche del personale, anche nella prospettiva del reclutamento».

«Si prefigura un sistema di recluta mento ingiusto, illegittimo e impraticabile — ha commentato Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola — siamo di fronte a prove tecniche di devolution: si comincia sottobanco dalla scuola?».

Secondo Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil «lo schema di decreto vìola la Costituzione» perché «come ha recentemente ribadito la Corte costituzionale l’assunzione nei ruoli dello Stato non può che avvenire tramite un pubblico concorso». Conclude Panini: «Se il progetto del Miur andrà avanti, tutto sarà più precario: i docenti, i diritti degli studenti, il futuro della scuola pubblica, la libertà di insegnamento».

Critiche anche da parte della Cisl: «Per il percorso di reclutamento proposto, il Governo non dispone di un principio di delega per modificare le attuali procedure» dice il segretario generale, Francesco Serima. Per Alessandro Ameli (coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti) «ci vuole un confronto di livello politico: i nodi emersi dall’esame del decreto, sono apparsi tali da non essere risolvibili nell’ incontro con i funzionari ministeriali».