Arrivano le pagelle «fai-da-te». Ed è subito caos. Riforma Moratti, ogni scuola farà la sua. Gli esperti: «Deregulation furiosa, così si uccide la storia d’Italia».
di Roberto Monteforte da l'Unità del 22/12/2004
ROMA Tra fine gennaio e l’inizio di febbraio, appena dopo le feste natalizie, per tante famiglie che hanno i figli a scuola scatta l’attesa. Scade il quadrimestre e si aspettano quelle quattro pagine in cartonato rosa o azzurrino che danno conto dell’andamento scolastico dei propri figli. Quest’anno le cose cambiano. Con l’era «Moratti» la deregulation impera ed ecco la novità: per le «primarie» e la secondaria di primo grado (elementari e medie) arriva la «pagella fai da te». Ogni istituto dovrà elaborare e produrre, a proprie spese, una scheda di valutazione per ciascun alunno. Sarà su semplice carta o più nobile cartonato, più o meno completa e elaborata: dipenderà dalla sensibilità e dalle risorse disponibili. Ci sarà il «documento» da conservare o la scheda «usa e getta». Quella delle «schede autogestite» potrebbe sembrare un tributo all’autonomia scolastica, ma la realtà è ben diversa. Da viale Trastevere con la circolare n.85 qualche contraddittoria indicazione è venuta, non è stato solo uno scaricare «a valle» un costo. «Gli standard vanno definiti dal centro - lamenta Simonetta Salacone, dirigente scolastico a Roma - vi è solo una proposta di scheda che contiene tutte le materie, compresa l’ora di religione, facoltativa, e addirittura il “comportamento” degli alunni: una scelta sbagliata». Nel suo plesso i docenti sono intenzionati ad utilizzare la scheda dello scorso anno con gli ambiti e le discipline che venivano indicati, compresa il trattamento a parte dell’ora di religione cattolica. «Così diamo omogeneità a quello che facciamo - spiega -. Dal ministero viene proposto un modo diverso di definire gli insegnamenti, non è solo un problema terminologico. Dietro termini che vengono cambiati c’è un universo di pensiero. Per ora sono indicazioni transitorie. Abbiamo deciso di approfondire il senso di queste modifiche. Bisogna tener conto del fatto che vi è differenza tra quello che viene indicato e cioè che è veramente possibile fare. Pensiamo all’inglese o all’informatica. Possiamo valutare solo quello che offriamo e la scheda deve fornire alla famiglia le informazioni su tutta la parte didattica svolta comprese le attività integrative svolte dall’alunno che devono poter contare nella valutazione del ragazzo». Quello che preoccupa è la deregulation che vi è dietro questa scelta. «Siamo di fronte ad una progressiva destrutturazione del nostro sistema scolastico che passa anche attraverso la rinuncia a verificare elementi qualificanti dell’attività della scuola», commenta preoccupato il pedagogista Benedetto Vertecchi, uno dei massimi esperti italiani in sistemi di valutazione. «Se nel corso di un secolo e mezzo di unità nazionale il nostro sistema scolastico è diventato uno degli elementi forti dell’identità del nostro paese - spiega- lo si deve anche al fatto che a Milano come a Palermo la valutazione, quindi la dichiarazione pubblica dell’attività della scuola, avveniva in modi abbastanza uniformi. Se adesso ogni scuola viene lasciata nelle condizioni di poter elaborare per suo conto modi e oggetti dell’attività valutativa, l’effetto è di disgregazione». «Non è una questione di autonomia - puntualizza - ma di deregulation furiosa del sistema scolastico, per cui non ci sono più neppure obiettivi comuni». È scontato che ci sono modi diversi, più o meno severi, di praticare la valutazione, ma ciò che si valuta è uniforme. «Ora - puntualizza Vertecchi - con l’ultima disposizione della Moratti sono gli oggetti ad essere resi precari, non c’è più un’unità attorno a ciò che identifica l’attività della scuola. Non abbiamo più un sistema, ma tanti sottosistemi scolastici». Gratta gratta, quello che viene fuori è la messa in discussione del valore legale del titolo di studio. Le schede «fai da te» per ora interessano soltanto la «primaria» (elementari e medie), visto che dal ministero non sono state ancora fornite indicazioni per le «superiori». Ma vi sono altri provvedimenti che pesano. «Vi è già stato il vulnus rappresentato dalle commissioni tutte interne degli esami di Stato: quando le scuole, sostanzialmente incontrollate, hanno la possibilità di decidere sull’esame di Stato, la certificazione non è più dello Stato, ma della scuola». «La Moratti sta ammazzando la storia d’Italia» questa è la preoccupata conclusione del pedagogista. «Perché la storia d’Italia - spiega - come società e come cultura ha avuto al centro la crescita della scuola con intenti comuni in tutto il paese. L’abbattimento di questi elementi comuni, con la deregulation è un modo per eliminare gli elementi di identità e di coesione che hanno fatto l’identità nazionale del paese. È una scelta contro la storia d’Italia». |