IL TEMA. Gli insegnanti e lo scaricabarile. da Il Corriere della Sera del 13/12/2004
Lo scaricabarile sembra davvero lo sport più facile da praticare, di fronte a chiamate di responsabilità. Ed è quanto accade davanti ai dati del Tribunale Ocse sulla situazione della Scuola italiana. Il comico è che ogni volta ci si meraviglia, quasi che la situazione non sia ben nota. Il guaio è che, invece di indagare realmente il problema, ci si ferma all’indignazione contro la classe insegnante, che ci farebbe finire ai posti addirittura estremi delle classifiche: quelle del posto numero 25 per la lettura e 26 per la matematica su una trentina di nazioni (con però gli studenti di Trento addirittura primi al mondo: spia dei forti scompensi tra singole scuole e tra scuole di regioni diverse). Ma allora perché non leggere anche le parti della Sentenza Ocse che inquadrano le sofferenze del lavoro degli insegnanti, che incidono fortemente sulle motivazioni e su quella passione che è cardine fondamentale dell’insegnamento e della trasmissione dei saperi e dei valori? Ne viene la situazione d’un paese la cui fregola di innovazioni (o pseudo tali) da inserire prevale su massicci programmi d’incentivazione all’aggiornamento. Né andrebbe dimenticato che tali valutazioni hanno un poco anche il tocco del «cornuto e mazziato» per la nostra Scuola, trattandosi di parametri stabiliti da chi, a ben vedere, col proprio modello culturale ha costituito un esempio rovinoso per una Scuola di buona tradizione culturale, com’era la nostra, fattasi assorbire globalmente da modelli anglosassoni inseguenti più i «saper fare» che i «saperi»: approdando al risultato né del «sapere», né del «saper fare». Ma il vero dramma sta altrove: nel processo di degradazione costante, a valanga. Esemplificabile nella studentessa della cui tesi di laurea devi correggere soprattutto punteggiatura, sintassi e concordanze. E lei per scusarsi avanza un timido: «eh, la punteggiatura non è mai stata il mio forte!» |