Caso di un alunno di 14 anni rilancia il tema degli organici dei professori
da affiancare agli studenti portatori di handicap
Sentenza del tribunale di Napoli: "Michele ha diritto al sostegno" .

Disabili, il giudice boccia il ministro.

La battaglia legale vinta dai genitori del ragazzo privato delle ore di insegnamento.

Già pronti altri tre ricorsi. Il patrocinio gratuito degli avvocati dell'associazione.

di Bianca De Fazio da la Repubblica del 20 dicembre 2004

 

La sentenza del giudice non ammette mezze misure: quel ragazzino handicappato deve avere l’insegnante di sostegno per tutte quante le ore che trascorre a scuola. Dal primo all’ultimo minuto. Mai il Tribunale di Napoli si era espresso in termini tanto chiari. Mai aveva imposto al ministero per l’Istruzione, al Centro servizi amministrativi di Napoli ed alla scuola stessa «di assegnare l’insegnante di sostegno per l’intera durata giornaliera delle lezioni». Ma ora il dado è tratto e la sentenza si prepara a fare scuola.

Michele, 14 anni, è handicappato dalla nascita. Un errore al momento del parto. Frequenta la scuola regolarmente, ma se fino all’anno scorso le ore di sostegno che gli erano state assegnate sembravano almeno sufficienti a garantire il diritto allo studio anche per lui, quest’anno, giunto in III media, Michele è finito nella morsa dei tagli imposti dalla Moratti. Dalle 18 ore a settimana di un anno fa alle 10 di quest’anno. Poche, tanto poche da spingere i genitori, dopo i continui solleciti alla preside della scuola, l’istituto comprensivo Cimarosa di via Posillipo, a rivolgersi alla magistratura. Ed il giudice Giuseppe De Tullio ha dato loro ragione.

Di più, ha «ordinato» il sostegno per un numero maggiore di ore rispetto a quelle ottenute sino all’altr’anno. Gli avvocati Simona Marotta e Flavia Lenhardy hanno patrocinato la causa del tutto gratuitamente, vicine come sono al Coordinamento di genitori "Tutti a scuola". E per conto di altre madri ed altri padri hanno inoltrato, due giorni fa, altri tre ricorsi. Era già accaduto che il sostegno venisse ottenuto, dagli scolaretti handicappati, nelle aule del Tribunale, ma sempre grazie a «ricomposizioni amichevoli», per accordi, tra scuola e famiglia, che hanno preceduto la sentenza. Stavolta s’è dovuto attendere il pronunciamento del giudice.

Una sentenza che mette sotto torchio il ministero, gli uffici scolastici provinciali, la scuola. Poco conta che la preside dell’istituto, Diana Silvestri, abbia precisato «che il taglio di ore per il sostegno è scaturito da disposizioni ministeriali e non da provvedimenti emessi dal dirigente scolastico». La sua difesa tira in ballo, in realtà, la politica al risparmio del ministro Moratti: «Il numero degli alunni diversamente abili iscritti e frequentanti presso la scuola media di Marechiaro è pari a 5 unità aumentate di 2 rispetto all’anno scolastico precedente (da 3 a 5) e, nonostante le ripetute e continue richieste di questo ufficio, il Csa di Napoli (l’ex Provveditorato agli studi) ha assegnato a questa scuola media solo 2 docenti di sostegno». Due docenti chiamate ad una impossibile quadratura del cerchio, con 5 piccoli handicappati.

Così il giudice: «La riduzione del sostegno scolastico non realizza il diritto del minore (diritto fondamentale della persona) all’educazione ed all’istruzione, ciò comportando una evidente violazione della legge che prevede l’integrazione scolastica degli alunni handicappati con interventi adeguati al tipo e alla gravità dell’handicap». E il giudice fa riferimento anche alla «recente Costituzione europea adottata a Roma il 29 ottobre 2004», laddove ricorda che questa vieta «qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sulla disabilità» ed aggiunge che «l’Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone disabili di beneficiare di misure intese a garantire l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità».