L’indagine dell’Ocse sugli studenti di 15 anni. Il Sud perde terreno.

Trento, primi al mondo in matematica.

L’Italia resta agli ultimi posti,

ma emergono alcune regioni.

 

di Giulio Benedetti da Il Corriere della Sera del 7/12/2004

 

ROMA - Gli studenti delle scuole di Trento sono i più bravi del mondo in matematica. Con i numeri se la cavano meglio dei colleghi asiatici e di quelli dell’Europa dell’Est. Con i finlandesi lo scontro è stato duro. I trentini però sono riusciti a portare via la prima posizione persino agli scandinavi per uno zero virgola sette. E’ uno degli aspetti meno noti del monumentale rapporto Pisa che mette a confronto le prestazioni dei quindicenni dei Paesi sviluppati per quanto riguarda la matematica, le scienze e la capacità di comprensione di un testo scritto. Dall’indagine internazionale, come Paese, non usciamo bene per la seconda volta di seguito. Restiamo confinati agli ultimi posti della graduatoria, come anticipato ieri dal Corriere . Per quanto riguarda la matematica, disciplina strategica in un Paese industrializzato, siamo al ventiseiesimo posto in una gara con trenta partecipanti. Ma questo dato statistico rischia di lasciare nell’ombra alcune performance che appartengono all’eccellenza. Dopo Trento, la prima della classe, c’è la provincia di Bolzano: i ragazzi sono al quarto posto, tra il Giappone e la Danimarca.

Nell’edizione Pisa 2003 (Programme for international student assessment), alla quale hanno preso parte 5 mila studenti italiani di 250 scuole superiori, accanto alle nazioni sono scese in campo anche le regioni. Nel nostro Paese oltre alle due province autonome hanno accettato la sfida internazionale la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e la Toscana. Con dei risultati che contraddicono in modo netto il piazzamento poco brillante del Paese.

Lombardia: i quindicenni hanno superato brillantemente le prove piazzandosi tra il nono e il decimo posto, con un voto che li accomuna ai colleghi della Repubblica Ceca e della Nuova Zelanda. Veneto: in questa graduatoria allargata, si è piazzato al tredicesimo posto. Più o meno come la Francia. Toscana: ha conquistato un ventesimo posto.

Riassumendo: mediamente in matematica siamo delle schiappe, ma abbiamo punte di geni. Come è possibile? La scuola italiana, sin dalle prime indagini Pisa, è apparsa, quanto a prestazioni, poco omogenea: scuole eccellenti accanto a scuole mediocri. C’è un Nord che si pone in modo netto nella parte alta della classifica Ocse e un Sud che, pur con alcune eccezioni, perde terreno e si colloca allo stesso livello dei Paesi agli ultimi posti della graduatoria. Tutto ciò accade, a sentire gli esperti dell’indagine Pisa, nonostante investimenti importanti nel settore dell’istruzione.

«Alcune nazioni - ha detto Andreas Schleicher, lo studioso che ha messo a punto le misure e i criteri della comparazione - spendono abbastanza per l’educazione, come Stati Uniti e Italia, ma non hanno ritorni molto buoni». La spiegazione, secondo l’Ocse, va ricercata proprio nelle disparità di livello fra le scuole all’interno di una stessa nazione. L’Italia viene infatti collocata, assieme a Germania, Austria, Belgio, Ungheria, Giappone, Olanda e Turchia, fra i Paesi in cui «le differenze di risultati tra gli allievi si spiegano in larga misura attraverso differenze di prestazioni tra le scuole». In poche parole in Italia ci sono delle ottime scuole, dove professori motivati e un’efficace organizzazione della didattica ottengono risultati eccellenti. Però ci sono anche tanti istituti dove si sommano varie difficoltà e i risultati sono scadenti. La mancanza di una tradizione della valutazione, in grado di stimolare e aiutare le scuole in difficoltà, potrebbe aver impedito l’affermarsi di un buon livello di prestazioni diffuso in tutto il Paese.