FUGA DALLA SCUOLA . Tremila ragazzi si arrendono "Meglio precari che alunni" .
Il fenomeno accentuato nei quartieri a rischio
da Brancaccio al Cep di Salvo Intravaia, da la Repubblica ed. di Palermo del 30/12/2004
Prima si iscrivono a scuola. Dopo qualche mese di lezione, e in alcuni casi dopo appena pochi giorni, decidono di abbandonare gli studi. Ma c´è anche chi non inizia per niente, preferisce andare a lavorare o a girovagare per le strade della città. E´ quello che avviene sempre più di frequente nelle scuole superiori di Palermo e provincia. E che vede per protagonisti soprattutto i quattordicenni e i quindicenni che frequentano le prime classi. Il dato, ritenuto dagli addetti ai lavori «estremamente allarmante», salta all´occhio mettendo a confronto gli indici locali con quelli contenuti nell´Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nel 2003-2004 (alunni non valutati agli scrutini finali a causa di interruzioni degli studi formalizzate o non formalizzate) pubblicata qualche giorno fa dal ministero dell´Istruzione. In provincia Palermo, la dispersione scolastica, anche se in diminuzione alla scuola elementare e media rispetto allo scorso anno, continua ad attestarsi su valori record. E questo, anche se i dati vengono paragonati con quelli rilevati soltanto nelle regioni del sud del Paese o nelle Isole. Al superiore (su valori che riguardano il 92 per cento delle scuole) si assiste a una vera e propria fuga senza precedenti, che continua anche nell´anno in corso con numeri considerati ancora più preoccupanti dai capi d´istituto. Durante l´anno scolastico appena concluso, quasi tremila studenti delle prime quattro classi si sono dapprima iscritti nelle scuole superiori della provincia di Palermo, ma poi hanno gettato la spugna. Quasi sette ragazzi su cento hanno trovato l´esperienza troppo dura per essere continuata oppure hanno percorso altre vie più consone al proprio stile di vita o alle loro aspettative o esigenze. In alcuni casi la scuola privata o l´istruzione professionale, in altri casi forme di lavoro precario o nulla, in attesa di un posto di lavoro. Sta di fatto che dalle nostre parti il fenomeno presenta numeri più che triplicati rispetto al resto del Paese, dove in base ai dati diffusi dal Sistan (il Sistema statistico italiano) i giovani che al superiore abbandonano sono poco più di due su cento. Al Sud si registra il 3,4 per cento di dispersione e nelle Isole 3,5. Ma cosa fanno coloro che non frequentano più le scuole statali? Una parte, 1.266 nel 2003-2004 secondo le statistiche ministeriali, passa alle private. «Alcuni lavorano come garzoni nella bottega del padre - riferisce un dirigente scolastico - altri vanno a scaricare cassette di frutta al mercato, altri ancora emigrano in cerca di fortuna col papà». Ma parecchi per loro stessa scelta si ritrovano precocemente disoccupati, in attesa di una qualche sistemazione. In ogni caso quella palermitana sembra una provincia colpita da vera e propria sindrome da abbandono scolastico. Sindrome che diventa insopportabile quando i ragazzini passano dalla scuola media al superiore, dove coloro che tecnicamente vengono censiti come "non valutati" in prima raddoppiano, passando dal 6,6 al 12 per cento. Nell´anno scolastico 2002-2003, l´Osservatorio regionale sul fenomeno della dispersione scolastica, fra studenti che abbandonarono gli studi o si ritirarono dopo avere chiesto regolare nulla osta e prosciolti dall´obbligo scolastico nei 60 istituti di secondo grado della provincia di Palermo, registrò in totale il 3,4 per cento di dispersione. Fenomeno concentrato quasi esclusivamente negli istituti professionali e tecnici della città. Trovare abbandoni nei licei è quasi impossibile. Sono invece concentrati nei quartieri a rischio, Brancaccio-Settecannoli, Sperone, Cep, Centro storico e Zen, gli studenti cosiddetti drop-out. Il fenomeno al superiore è monitorato relativamente da pochi anni. All´inizio, al centro dell´attenzione c´era la scuola dell´obbligo, poi si è compreso che per innalzare il livello culturale e di competitività di un paese occorre incrementare anche il livello d´istruzione. Specialmente in una regione in difficoltà come la Sicilia.
La prima classe è uno "scoglio" E´ nelle prime classi del superiore che, tra Palermo e provincia, si registra il maggior numero di defaillance. Su 2.960 "interruzioni" della frequenza scolastica nelle prime quattro classi 1.785 interessano ragazzi iscritti in prima (corrispondenti al 60 per cento del fenomeno), mentre dalla seconda classe in poi il fenomeno si stabilizza per decrescere fino ad annullarsi in quinta. E se una parte degli alunni che non sono stati valutati a giugno di quest´anno hanno formalizzato l´interruzione, quelli che hanno abbandonato in prima classe senza comunicare nulla alle segreterie scolastiche sono un migliaio. Quasi un terzo (942, per la precisione) del totale degli abbandoni registrato in provincia di Palermo. Dei 1.785 studenti dispersi in prima solo una parte risulta transitata nelle scuole paritarie e negli enti accreditati dalla Regione che organizzano i corsi di formazione professionale. Di quasi mille alunni si sono perse le tracce.
Record negativo per i professionali Coloro che abbandonano gli studi si concentrano soprattutto istituti professionali e nei tecnici. Nel 2003/2004, un terzo degli "alunni non valutati" durante gli scrutini estivi li ritroviamo in appena sei - cinque istituti professionali e un tecnico - scuole cittadine con livelli di dispersione superiori alla media registrata in provincia. Attorno al 10 per cento la dispersione nei due istituti alberghieri Cascino, di via Fattori, e Florio di corso dei Mille. Stessa cosa nei tre istituti professionali (Ipsia) Salvemini, Ascione e Enrico Medi, dove secondo i dati ministeriali la dispersione sfiora il 20 per cento e all´industriale Volta. In questi sei istituti la dispersione scolastica in prima classe ha toccato livelli record. Stando alle statistiche ufficiali, oltre un alunno su cinque (il 22 per cento) non ha terminato l´anno scolastico. Ha imboccato la strada della scuola privata o ha preferito concludere la propria esperienza scolastica. |