Scuola, precari ancora senza graduatoria

 

Liste completate nell’85% delle province, ma solo per assegnare le cattedre.

Il ministero: partiremo in tempo

 

  di Lorenzo Salvia, da Il Corriere della Sera del 25 agosto 2004

 

ROMA - Il risultato finale lo conosceremo soltanto stasera, quando scadrà il termine fissato dalla legge. Ma negli uffici scolastici provinciali si lavora a pieno regime per portare a termine l’operazione graduatorie, quest’anno sentita ancora più del solito perché serve ad assegnare non solo 100 mila supplenze annuali ma anche una parte delle 15 mila assunzioni previste. Ieri sera le liste definitive erano state completate nell’85% delle province, con qualche preoccupazione a Palermo e Catania, più indietro di tutte le altre. Il ministero dell’Istruzione assicura che si farà in tempo ovunque e l’anno scolastico, a differenza di quanto avveniva fino a pochi anni fa, partirà con tutti gli insegnanti in cattedra fin dal primo giorno. Sindacati e associazioni dei precari, però, parlano di graduatorie piene di errori e prevedono numerosi ricorsi ai tribunali amministrativi. Proprio oggi si dovrebbe pronunciare il Tar del Lazio sul ricorso presentato dai sindacati contro alcune modifiche introdotte quest’estate per il calcolo dei punteggi.


GRADUATORIE - Sono state proprio queste modifiche a rendere più complicata l’intera operazione. Le regole sono state cambiate tre volte, l’ultima addirittura il 27 luglio, costringendo gli uffici provinciali a rivedere più volte gli elenchi e fare gli straordinari anche ad agosto. In molti casi - pur di concludere oggi come previsto dalla legge - si è scelta una procedura d’emergenza. Dopo aver fatto una prima lista parziale e concesso cinque giorni di tempo ai candidati per chiedere eventuali correzioni, è stata fatta sì la graduatoria definitiva, ma solo per la parte alta, quella che effettivamente serve sia per le supplenze sia per le assunzioni. Tutti gli altri conosceranno la propria posizione soltanto fra qualche settimana. Nelle province in cui non si dovesse fare in tempo nemmeno utilizzando questa scorciatoia (Palermo e Catania rischiano davvero), i supplenti saranno scelti dai singoli presidi, mentre le assunzioni slitteranno di un anno.


RICORSI - Aureliana Scotti, coordinatrice del Movimento insegnanti precari, rilancia le sue accuse: «Le graduatorie definitive sono piene di errori. Moltissimi candidati non si sono visti calcolare il punteggio guadagnato nell’ultimo anno». E anche i sindacati sono perplessi. Per Francesco Scrima (Cisl scuola) ci sono «ancora molti problemi, specie nelle aree metropolitane». Secondo Enrico Panini (Cgil) si «punta ad una soluzione di facciata che mette a rischio ogni trasparenza». Mentre Fedele Ricciato (Snals) riconosce che i «disagi sono stati tanti», ma aggiunge che «l’amministrazione ha fatto quello che ha potuto».


TAR LAZIO - La pronuncia che già oggi potrebbe arrivare dal tribunale amministrativo del Lazio non riguarda solo le graduatorie della regione, ma anche i criteri con cui le liste sono state fatte in tutta Italia. Secondo Cgil, Cisl, Uil e Gilda - i quattro sindacati che hanno presentato il ricorso - sono stati violati il principio di eguaglianza davanti alla legge (ad esempio con il punteggio più alto assegnato all’insegnamento nelle scuole di montagna) e quello del buon andamento della pubblica amministrazione. Secondo il ministero i rilievi sono stati superati con l’ultima modifica, quella della fine di luglio. E anche se il Tar dovesse dare ragione ai ricorrenti, le graduatorie non sarebbero da rifare: l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato è già pronto.

 

L’ITER PER LE CATTEDRE

 

I posti da assegnare tra assunzioni e supplenze

La definizione delle graduatorie serve quest’anno ad assegnare 100 mila supplenze annuali, ma anche a definire una parte delle 15 mila assunzioni previste dal ministro Moratti e distribuite su tutte le regioni (escluse le province autonome di Trento e Bolzano e la Valle d’Aosta, che hanno graduatorie separate)


La chiusura degli elenchi e il ritardo nelle operazioni

Questa sera scade il termine fissato dalla legge per definire gli elenchi delle graduatorie. Ieri sera le liste definitive erano state completate nell’85% degli uffici scolastici provinciali. Tra le grandi città, Palermo e Catania erano le più indietro con le operazioni. Il ministero assicura: l’inizio d’anno sarà regolare


Le cause dei disguidi e le novità nei regolamenti

Il ritardo nelle operazioni è dovuto principalmente alle modifiche introdotte quest’estate nel calcolo dei punteggi.
Gli insegnanti potevano fare domanda sino a fine maggio, ma da allora le regole sono cambiate tre volte, l’ultima il 27 luglio, costringendo gli uffici provinciali a liste parziali e procedure d’emergenza


Le «doppie graduatorie» e l’incognita del ricorso

Lo snodo fondamentale per molte province è il passaggio tra graduatoria provvisoria e definitiva: in molti casi la seconda è stata fatta solo per la parte alta della lista, indispensabile per supplenze e assunzioni. E oggi il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi sul ricorso dei sindacati contro le modifiche introdotte «in itinere»