Nota riservata del ministro della funzione
pubblica Mazzella alla Moratti.
Scuola, pensione a 70 anni entro il piano assunzioni.
di Alesandra Ricciardi da ItaliaOggi del 28/8/2004
Sì alla pensione a 70 anni nella scuola, ma a
patto di rivedere il piano di assunzioni appena attuato.
L'amministrazione scolastica potrà anche decidere di riammettere in
servizio i dipendenti che hanno fatto domanda per la pensione entro lo
scorso 10 gennaio, usufruendo della possibilità offerta dalla legge n.
186/2004, ma dovrà scomputare i posti così coperti dal numero delle 15
mila assunzioni a tempo indeterminato che proprio in questi giorni
stanno vedendo la luce. È quanto precisato in una nota riservata,
datata 12 agosto, inviata dal ministro della funzione pubblica, Luigi
Mazzella, al collega dell'istruzione, Letizia Moratti, che getta acqua
sul fuoco degli entusiasmi che la legge n. 186 aveva accesso in molti
dei 24 mila neopensionati.
Il ministero di viale Trastevere è stato infatti tempestato di
richieste per la riammissione in servizio (si veda ItaliaOggi del 10
agosto scorso), a testimonianza che la novità aveva destato molto
interesse. La nota inviata dalla funzione pubblica, però, nel tarare
sull'amministrazione scolastica i limiti già fissati dalla stessa
legge, lascia intendere come l'operazione sia, almeno per quest'anno,
sì possibile ma tutt'altro che consigliabile dal punto di vista di un
´efficace andamento' del servizio scolastico. Insomma, Mazzella non
vieta niente a nessuno, eppure i se e i ma di una eventuale estensione
del servizio fino ai 70 anni d'età sono tali da togliere molte
speranze a quanti si aspettano di vedere accogliere la propria istanza
dal dicastero dell'istruzione.
Il dipartimento della funzione pubblica ricorda che ogni
amministrazione ha la facoltà, in base alla legge n. 186, di
accogliere la richiesta di permanenza in servizio in relazione alla
particolare esperienza professionale acquisita dal richiedente, sempre
però che questo sia funzionale all'efficiente andamento dei servizi e
sia compatibile con la riduzione programmata degli organici prevista
dalla normativa vigente. Il legislatore ha infatti richiamato tutte le
misure di contenimento della spesa per il personale pubblico previste
dalle ultime Finanziarie.
L'amministrazione ha dunque la facoltà di trattenere in servizio un
proprio dipendente, e non l'obbligo. Nel caso dovesse avere interesse
nei confronti del richiedente, dovrà valutare se l'accoglimento
dell'istanza è compatibile con i vincoli relativi al fabbisogno di
personale. L'obiettivo prioritario da perseguire e che non consente
eccezioni, rammenta Mazzella, è "di non duplicare i costi e di
garantire i vincoli della riduzione della spesa".
Nel caso della scuola, si è da poco proceduto all'immissione in ruolo
di 15 mila nuovi dipendenti, tra insegnanti, ausiliari, tecnici e
amministrativi. La Moratti dovrà dunque verificare se la riammissione
in servizio è compatibile con il piano di assunzioni. Un eventuale
accoglimento delle richieste di permanenza in servizio comporterebbe
comunque una rivisitazione dei costi: un docente a fine carriera costa
indubbiamente di più di un nuovo assunto, ma per un tempo inferiore.
Va quindi aggiornato il calcolo degli oneri derivanti dalle assunzioni
autorizzate. E a questo scopo, la funzione pubblica ha chiesto di
acquisire il parere del ministero dell'economia.
La valutazione che spetta all'istruzione, infine, non potrà
prescindere "da una verifica particolarmente accurata diretta a
garantire il perseguimento dell'efficace andamento del servizio". Che,
nel caso di specie, coincide con l'ordinato avvio dell'anno scolastico
2004/05, al debutto mercoledì prossimo. Un avvio che invece potrebbe
essere complicato dalla riapertura delle operazioni di assunzione.
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