ItaliaOggi anticipa i contenuti
dell'atto di indirizzo dei ministeri della
funzione pubblica e istruzione
Scuola, al tutor la parte del leone
Per la sua istituzione prelevato il 70% dei
fondi complessivi
di Alesandra Ricciardi da ItaliaOggi - Economia e
Politica
Numero 205, pag. 5 del 27 agosto 2004
Tutor asso pigliatutto. Per finanziare
l'istituzione del docente con compiti di supervisione alle elementari
e alle medie, uno dei pilastri della nuova scuola targata Moratti, il
ministero dell'istruzione ha prelevato circa il 70% dei finanziamenti
complessivi per l'attuazione dell'intera riforma. Dei 90 milioni di
euro, previsti dall'articolo 3, comma 92 della legge finanziaria 2004,
la funzione tutorale dei docenti ne utilizzerà infatti 63,81 milioni.
Su queste basi economiche lunedì prossimo l'Aran aprirà la trattativa
con i sindacati, come prevede l'articolo 43 del contratto della
scuola. Con il monito a fare presto, perché il nuovo profilo
professionale dovrà partire in tempo utile per il prossimo anno
scolastico. Le linee guida della negoziazione sono contenute nell'atto
di indirizzo, scritto dal ministero della funzione pubblica di
concerto con l'istruzione, di cui ItaliaOggi è in grado di anticipare
i contenuti.
La direttiva precisa le disponibilità economiche sulle quali l'agenzia
governativa per la contrattazione nel pubblico impiego potrà fare
affidamento, ma anche i paletti normativi nella disciplina della nuova
professione. Con la puntualizzazione che in nessun caso dovrà crearsi
una figura gerarchicamente preordinata rispetto agli altri docenti,
una sorta di superdocente, meglio pagato e che non insegna più. Ma di
fatto, invece, è proprio quello che molti sindacati temono e su cui la
trattativa potrebbe arenarsi. Tanto che una istituzionalizzazione del
tutor ad avvio del nuovo anno pare a tutti piuttosto improbabile.
Per evitare che il tutor resti sulla carta, il ministro
dell'istruzione, Letizia Moratti, ha optato per un finanziamento
consistente rispetto a tutti gli altri aspetti della riforma. Visto
che non ci sono risorse aggiuntive ad hoc, bisognerà tagliare su
alcuni capitoli di spesa, è stato il ragionamento. A farne le spese lo
sviluppo delle tecnologie multimediali, gli interventi di orientamento
contro la dispersione scolastica e per garantire il diritto-dovere di
istruzione e formazione. Penalizzate anche le attività per
l'istruzione e formazione tecnica superiore e per l'educazione degli
adulti. Tutti assieme dovranno spartirsi il resto della torta, poco
più di 12 milioni di euro annui.
Per il 2004 stesso discorso. A disposizione ci sono però 21,27 milioni
di euro, che dovranno essere finanziati dalla legge di assestamento
del bilancio 2004, in discussione alla camera per il primo via libera.
La somma, che sarà ripartita e accantonata sui fondi di istituto, per
18,898 milioni proviene appunto dal fondo per l'orientamento, la
prevenzione della dispersione scolastica e il potenziamento della
scolarizzazione, e per 2,372 mln dall'istruzione post secondaria e
degli adulti.
Nuove figure per gli anticipi. La legge n. 53/2004, di riforma del
sistema di istruzione, prevede la facoltà di iscrivere i bambini alla
scuola dell'infanzia all'età di due anni e mezzo. Tale anticipo, però,
è subordinato a una serie di condizioni. Tra queste, l'introduzione di
nuove professionalità. La questione riguarda in particolare il
personale ausiliario e i collaboratori scolastici. Insomma, i
cosiddetti bidelli che dovrebbero essere appositamente formati per
accompagnare la presenza in classe dei bimbi più piccoli della media.
L'Aran potrà presentare tre soluzioni: istituire un nuovo profilo
professionale, da aggiungere ai due già esistenti di collaboratore dei
servizi e di collaboratore scolastico; arricchire le mansioni connesse
ai profili già esistenti; ricondurre le nuove professionalità
nell'ambito delle funzioni aggiuntive. Le parti potranno scegliere
l'una o l'altra soluzione, oppure tutte e tre, coordinandole.
I docenti. Il docente tutor, con specifica formazione, dovrà svolgere
compiti di orientamento circa le attività da inserire nell'offerta
formativa opzionale, di guida degli allievi nella scelte degli
indirizzi e di coordinamento delle attività educative, oltre che di
cura delle relazioni con le famiglie. Nei primi tre anni in cui svolge
queste funzioni, assicurerà un'attività di insegnamento settimanale
non inferiore alle 18 ore. Bisognerà impedire in modo chiaro,
puntualizza la direttiva formata dal ministro della funzione pubblica,
Luigi Mazzella, che l'incarico possa creare un rapporto di
sovraordinazione rispetto agli altri insegnanti. Si tratta dunque di
una funzione che dovrebbe rientrare nel profilo professionale del
docente. Le principali attività didattiche, come la valutazione degli
studenti, resteranno affidate alle decisioni collegiali del corpo
docente.
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