Scuola: il Tar non interviene, graduatorie pronte
Partenza regolare per l’anno scolastico. I sindacati: elenchi pieni di errori e incompleti
di Lorenzo Salvia, da Il Corriere della Sera del 26 agosto 2004
ROMA - Alla fine la corsa contro il tempo ha dato i suoi frutti. E ieri, rispettando la scadenza prevista dalla legge, sono state completate le graduatorie della scuole che serviranno ad assegnare non solo le supplenze annuali ma anche una parte delle 15 mila assunzioni previste. «Sono soddisfatta - commenta il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti - perché nonostante siano state apportate modifiche alla legge, oltretutto sollecitate dai precari stessi, abbiamo raggiunto l’obiettivo». Una soddisfazione legata anche alla scelta del Tar del Lazio che proprio ieri ha rigettato la richiesta di sospensiva avanzata dai precari che avrebbe azzerato il lavoro fatto. I sindacati della scuola, però, annunciano nuovi ricorsi: sostengono che in molti casi le liste sono «piene di errori», oppure parziali, cioè limitate alla sola parte alta della classifica, quella che effettivamente serve per assunzioni e supplenze, mentre tutti gli altri conosceranno la propria posizione solo fra qualche settimana. «Erano decenni - dice ancora il ministro - che le operazioni di nomina e sistemazione del personale venivano completate ad anno scolastico inoltrato, costringendo migliaia di insegnanti al ben noto e snervante balletto delle cattedre, e senza garantire la continuità didattica, elemento indispensabile per un più proficuo impegno degli studenti. Anche quest’anno, per la quarta volta consecutiva, riusciremo a far partire regolarmente in tutta Italia l’anno scolastico, con tutti gli insegnanti in classe sin dal primo giorno di scuola. Questi sono dati di fatto e non opinioni». I sindacati non ci stanno. Francesco Scrima (Cisl) sostiene che «in realtà a Palermo e Catania le operazioni non sono state concluse». Fedele Ricciato (Snals) chiede «rigorose verifiche per valutare che la tempestività delle operazioni non abbia compromesso l’assoluta regolarità dei provvedimenti». Mentre Enrico Panini (Cgil) afferma che la «realtà delle nomine è assolutamente virtuale perché la stragrande maggioranza degli uffici provinciali ha trovato escamotage per portare a termine le operazioni».
Non c’è solo l’esempio della graduatoria
limitata alla parte alta, pensato a Roma e poi imitato in molte altre
province. A Milano, ad esempio, le immissioni in ruolo non indicano il
nome del docente ma solo la sua posizione nella lista. In Emilia
Romagna sono stati gli stessi uffici scolastici a procedere ad
assunzioni e supplenze con riserva. |