Ignorata dal decreto "omnibus"

la proroga sulla messa in sicurezza delle scuole.

Nei guai Comuni e Province

 

  da ScuolaOggi del 6/8/2004

 

Ancora un bel guaio in quel cosiddetto decreto omnibus: doveva stabilire una proroga per la messa in regola dello stato degli edifici scolastici, ma il testo varato dal parlamento non ne ha tenuto conto. Così Comuni e province entro il 2004 dovranno avere tutti i plessi scolastici a norma. Impresa impossibile, e allora non si sa come uscirne.

Se la legge attualmente in vigore dovesse essere risettata dal primo gennaio 2005 gli enti locali dovrebbero sbarrare le porte di migliaia di edifici scolastici. Ipotesi catastrofica perchè in tal modo non è nemmeno immaginabile dove potrebbero fare lezione centinaia di migliaia di alunni, dalle materne alle superiori. Che fare allora. Davvero un bel rebus.

E sulla situazione ha preso posizione l'Anci. Ecco il comunicato:

"Come noto il Senato, nell'approvare la conversione in legge del DL 136/04, aveva inserito un comma (5ter) nel quale si dava la possibilità alle Regioni, a fronte di comprovate esigenze, di differire il termine indicato dall'articolo 15, comma 1, della legge 3 agosto 1999, n. 265, per la messa a norma degli edifici scolastici ad una data comunque non successiva al 31 dicembre 2005.

Tale possibile differimento di un anno era stato sollecitato anche dagli enti locali in quanto non si trattava di una vera e propria proroga, ma di un possibile differimento che avrebbe potuto restituire a Comuni e Province quell'anno di tempo perduto a causa dell'azzeramento, operato in sede di finanziaria per il 2003, dei fondi della legge 23/96.

La Camera, esaminando la legge di conversione, ieri ha cancellato tale comma e il Senato, in un fulmineo passaggio tra le due Aule ha ratificato. Il decreto è stato così convertito, mantenendo in vigore la vicinissima scadenza del 31 dicembre 2004. Non si capiscono le ragioni di tale scelta che aggiunge difficoltà alla già grave situazione in cui versano i Comuni anche a causa di riforme (come la legge Moratti) che riversano nuovi oneri sugli enti locali (si pensi solo alle aule necessarie per l'anticipo e per la generalizzazione della scuola dell'infanzia) senza prevedere alcun finanziamento aggiuntivo.

Non è più possibile tollerare una politica che non finanzia gli interventi e che al contempo neppure concede i tempi necessari per la realizzazione delle opere necessarie alla scuola".