E il ministro minaccia: sanzioni a chi non si adegua

la rivolta anti-tutor

s'inceppa la riforma Moratti

Sono molte le elementari che non intendono applicare le nuove norme

Al centro della protesta la figura che ricorda il vecchio "docente unico"

 

  di Mario Reggio, La Repubblica del 24 agosto 2004

 

ROMA - Basta con le sperimentazioni. Dal 16 settembre la prima parte della riforma Moratti diventa legge. Ma rischia di trasformarsi nell´ennesimo flop. Nelle scuole elementari dovrebbe apparire, come per incanto, il maestro "tutor". Un altro fiore all´occhiello, assieme allo slogan "inglese, internet, impresa" della prima "vera riforma dopo quella Gentile", come ama ricordare spesso il presidente del Consiglio. Ma con il passare dei giorni, il maestro unico, si sta trasformando in una illusione. A Milano, tutte le scuole elementari, a pochi giorni dall´inizio dell´anno scolastico hanno deciso che le nomine possono benissimo attendere. Stessa musica a Roma, Bari, Bologna. A Palermo, invece, prevale la linea: tutti tutor o nessuno.

Ma cosa è in realtà questa misteriosa figura che dovrebbe rifondare le nostre scuole elementari? Secondo gli ideatori dovrebbe essere il maestro che valuta i piccoli studenti, tiene i rapporti con le famiglie, consiglia i percorsi educativi del bimbo e redige il "portfolio delle competenze" che dovrebbe accompagnarlo fino all´università. E gli altri insegnanti? Dovrebbero dare una mano al "tutor" ma verrebbero espropriati di molte delle loro competenze attuali. Alla fine dei conti si tornerebbe al "vecchio" maestro unico, tanto caro a De Amicis.

Ma nelle scuole tira aria di fronda e non solo in questi giorni. Già a giugno, molti collegi dei docenti e consigli d´istituto, avevano preso una posizione chiara: indietro non si torna. Ora, alla riapertura dei giochi, molti presidi torneranno alla carica. E per ricordare chi comanda, il 30 giugno scorso, a tutti i direttori regionali è arrivata una lettera riservata, firmata dal direttore generale del ministero, Pasquale Capo. Cosa dice? In sintesi: nelle scuole sta capitando troppo spesso che rappresentanti sindacali o docenti spingano sui dirigenti scolastici per bloccare la riforma o ritardarne l´applicazione. Quindi alla riapertura dell´anno scolastico i direttori regionali devono mobilitarsi perché «vengano attivati gli interventi adeguati anche di carattere disciplinare in presenza di eventuali comportamenti che configurino violazioni delle norme vigenti». Segno di grave debolezza da parte del ministero? È presto per dirlo. L´unica cosa certa è che, anche tra le organizzazioni sindacali disponibili al dialogo e al confronto, una posizione è chiara e ferma: la figura professionale del tutor deve essere oggetto di una trattativa contrattuale che ne stabilisca i compiti, i limiti e l´indennità economica relativa. Ma fino ad ora dal ministro nessun segnale: nessun atto d´indirizzo all´Aran, nessun segnale da parte del Tesoro di voler allargare i cordoni della borsa. Il futuro del tutor è sempre più incerto.