Scuola, 50 province senza graduatoria
I sindacati annunciano migliaia di ricorsi.
La Moratti: nessun problema, l’anno partirà
regolarmente
di
Lorenzo Salvia, 20 agosto 2004
ROMA - Letizia Moratti, ministro
dell’Istruzione, prova a tranquillizzare tutti: «Garantiremo il
regolare inizio delle lezioni, con gli insegnanti in classe sin dal
primo giorno». Eppure non fila tutto liscio per le graduatorie della
scuola, che quest’anno servono ad assegnare non solo le supplenze
annuali ma anche 15 mila assunzioni. Per completare l’operazione c’è
tempo fino al 25 agosto ma finora sono in regola solo 50 province, la
metà del totale con le grandi città quasi tutte fuori. Sindacati e
precari accusano il ministero di «scarsa trasparenza con elenchi pieni
di errori». E per questo annunciano una serie di ricorsi ai Tar che
potrebbero cambiare gli insegnanti in cattedra ad anno scolastico già
iniziato.
IL RITARDO -
E’ la stessa Moratti a riconoscere che ci sono state «alcune criticità
dovute al travagliato iter della legge che ha innovato l’attribuzione
dei punteggi». Dopo la scadenza per la presentazione delle domande
(fine maggio) le regole sono state cambiate tre volte. Prima sono
stati raddoppiati i punti per chi ha insegnato nelle scuole di
montagna, poi il bonus è stato limitato all’ultimo anno, fino
all’ultima modifica arrivata addirittura il 27 luglio. Un caos che ha
costretto a rifare più volte le graduatorie aumentando le possibilità
di errore. Per capire: sulle 15 mila assunzioni previste finora ne
sono state fatte solo 6 mila.
LA SITUAZIONE
- In ogni provincia, in realtà, le graduatorie da fare sono due. La
prima è provvisoria: una volta completata, i candidati hanno cinque
giorni di tempo per vedere se tutto è a posto e chiedere una
rettifica. Su 300 mila lo hanno fatto in 20 mila. Fatte le opportune
correzioni, si passa alla graduatoria definitiva: solo questa può
essere utilizzata per assunzioni e supplenze. A che punto siamo? Sono
pochi i nomi importanti nell’elenco delle 50 province già arrivate
alla fine dell’opera, comunicati da Alessandro Musumeci, direttore
generale del sistema informativo del ministero dell’Istruzione:
Bologna, Padova, Genova, Torino. La maggior parte sono province
piccole dove il gioco è più semplice: da Matera a Chieti, da Mantova a
Frosinone. La situazione più grave a Catania, dove non si è arrivati
nemmeno alla graduatoria provvisoria. Milano è a un passo dal
traguardo: secondo il ministero la lista definitiva è pronta e sarà
pubblicata oggi. A Roma si è fatto ricorso a una procedura d’emergenza
che potrebbe essere imitata in altri casi: le richieste di rettifica
erano talmente tante che, pur di finire entro il 25 agosto, l’elenco
definitivo è stato fatto solo per la parte alta, quella che
effettivamente serve per assunzioni e supplenze, rimandando tutto il
resto a settembre. Una scelta che aumenta le perplessità fra i
precari.
I RICORSI -
Dice Aureliana Scotti, coordinatrice del Movimento insegnanti precari:
«Anche dopo le correzioni le liste sono zeppe di errori: in migliaia
di casi non è stato calcolato il punteggio guadagnato nell’ultimo
anno. I ricorsi al Tar saranno tantissimi». Secondo Musumeci è meglio
far domanda via internet: «Rispetto alla raccomandata riduce gli
errori. Speriamo che il 10% di quest’anno cresca ancora». Ma la
Scotti: «Il sistema del ministero funziona malissimo». E Enrico Panini
(Cgil scuola): «La Moratti - ricorda - ha già annunciato un decreto
per l’assunzione diretta dei docenti da parte delle scuole. Il
sospetto è che consideri i precari come una specie in via
d’estinzione. E non ci pensi più».