Al secondo anno di applicazione, l'esame di maturità è pronto per essere modificato. Sono già allo studio, infatti, alcune ipotesi legate alla riforma della scuola del Ministro Letizia Moratti. Un disegno di legge delega che domani potrebbe essere approvato definitivamente dal Senato. Il riordino degli ordinamenti scolastici prevede, tra l'altro, la modifica degli esami di Stato: cambierà il sistema delle tre prove scritte. Attualmente, le prime due prove sono definite dal ministero dell'Istruzione, mentre la terza - quella interdisciplinare - è elaborata dalla commissione esaminatrice. L'ipotesi di cui si discute, invece, stabilisce che le prime due prove siano messe a punto dalle scuole, in base alle caratteristiche dei percorsi didattici che gli studenti hanno seguito durante il ciclo di studi. La definizione della terza prova - che ha carattere nazionale - dovrebbe essere affidata all'Invalsi, l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione. Queste novità saranno definite in uno dei decreti legislativi di attuazione della riforma. Stando alle previsioni, proprio il decreto sulla maturità dovrebbe essere uno dei primi approvati. Intanto, da Viale Trastevere arrivano le istruzioni operative per il prossimo esame. Con due recenti circolari, diffuse il 19 e il 20 febbraio, il ministero fissa termini di scadenza e modalità per la formazione delle commissioni esaminatrici e fornisce diverse indicazioni per lo svolgimento degli esami di Stato.
Le prove d'esame. L'esame che i "maturandi" dovranno sostenere fra pochi mesi è del tutto simile a quello che si è svolto lo scorso anno. Sono previste tre prove scritte più un colloquio. La prima prova può essere svolta in diversi modi: il classico tema, l'analisi di un testo letterario, la produzione di un breve saggio o di un articolo di giornale. Le ultime due opzioni possono essere scelte tra i diversi ambiti di riferimento: storico-politico, socio-economico, artistico-letterario,tecnico-scientifico. La seconda prova, invece, è quella specifica per il corso di studi. Se è la lingua straniera oggetto di questa prova, il candidato può scegliere la lingua in cui svolgere la traccia proposta. La terza prova, definita da ogni commissione esaminatrice, è interdisciplinare e ha lo scopo di verificare le conoscenze sulle diverse materie di insegnamento, sotto forma di test. Il voto finale è espresso in centesimi, e varia da un minimo di 60 a un massimo di 100 punti. Al curriculum formativo dello studente sono assegnati solo 20 punti, mentre i restanti 80 servono a valutare le prove d'esame.
Le commissioni. Ogni commissione è composta da sei membri, tutti interni, più un presidente esterno. Nelle scuole private non parificate, invece, vige ancora la "vecchia" composizione: il presidente è esterno, ma i membri sono per metà interni e per metà esterni. Per i presidenti e i commissari, la partecipazione agli esami costituisce un obbligo di servizio e la non osservanza di quest'obbligo può essere valutata sotto il profilo disciplinare. Non è consentito, infatti, rifiutare l'incarico né abbandonarlo, anche nel caso di una nomina d'ufficio per una sede non richiesta o per settori dell'istruzione diversi da quelli in cui il docente lavora.