Usr Basilicata condannato a pagare 13mila euro UnŽaltra vittoria della Gilda di Potenza dall'Ufficio stampa della Gilda degli Insegnanti, 6.3.2013 LŽufficio scolastico regionale per la Basilicata, ambito territoriale per la Provincia di Potenza, è stato condannato dal Tar Basilicata a pagare oltre 13mila euro a 22 docenti precari patrocinati dalla Gilda degli Insegnanti e difesi dallŽavv. Enzo Faggella, legale di fiducia del sindacato (sent. n. 105/2013, r.g. 296/2012). La condanna scaturisce da un comportamento omissivo dellŽAmministrazione scolastica che, dopo essere risultata soccombente in 22 cause davanti al Tar di Basilicata, aveva omesso di rimborsare ai ricorrenti il contributo unificato. E cioè una tassa di 500 euro che viene anticipata dal ricorrente allŽatto della presentazione del ricorso. Di qui lŽulteriore azione da parte dei docenti interessati e la conseguente condanna. I giudizi originari erano stati promossi da un gruppo di docenti precari, tutti patrocinati dalla Gilda di Potenza, ai quali lŽUfficio scolastico non aveva assegnato il giusto punteggio nelle graduatorie a esaurimento per il possesso di alcuni titoli di perfezionamento. LŽAmministrazione, infatti, aveva attribuito ai ricorrenti un solo punto in luogo dei 3 previsti dalla normativa ministeriale. Di qui lŽesperimento dellŽazione giudiziale, che terminava con il sistematico accoglimento nel merito di tutti i ricorsi presentati e la compensazione delle spese. Il diritto processuale amministrativo, però, prevede che quando i ricorsi vengono accolti nel merito e, cioè, quando il Giudice amministrativo dichiara fondato il nucleo sostanziale della domanda, il contributo unificato deve essere restituito al ricorrente e deve essere posto a carico dellŽAmministrazione soccombente. E ciò vale anche se il Tar non accoglie tutte le domande contenute nel ricorso (per esempio, per vizi di procedura) ma solo alcune. E quindi i ricorrenti avevano chiesto allŽUfficio scolastico il rimborso del contributo di 500 euro versato allŽatto del deposito di ricorso. LŽUfficio però aveva rifiutato di ottemperare, forte di un parere dellŽAvvocatura dello Stato orientato in tal senso. E gli interessati si erano risolti ad adire nuovamente il Giudice amministrativo. Che questa volta, oltre ad accogliere il ricorso, condannando lŽAmministrazione a rimborsare ad ognuno di loro i 500 euro versati, ha anche condannato lŽUfficio a pagare le spese legali. In tutto: oltre 13mila euro.
Roma, 6 marzo 2013
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