Tablet alle scuole con i soldi
La Gilda degli Insegnanti critica senza mezzi
termini dall'Ufficio stampa della Gilda degli Insegnanti, 17.10.2012 "Tablet per tutti, ma docenti sempre più ‘spremuti´ e poveri. Al ministro Profumo lo diciamo chiaro e tondo: non è questa la scuola del futuro di cui ha bisogno il nostro Paese". La Gilda degli Insegnanti critica senza mezzi termini le dichiarazioni del titolare di viale Trastevere che ha annunciato di voler dotare di un tablet tutti gli studenti e tutte le classi. "Nulla in contrario all´informatizzazione della scuola - avverte la Gilda - ma il ministro dell´Istruzione ci spieghi dove intende reperire le risorse per un´operazione così costosa visto che, nel frattempo, la legge di stabilità prevede l´aumento delle ore settimanali di insegnamento senza alcun incremento degli stipendi e che ai docenti italiani non sono ancora stati corrisposti gli scatti di anzianità relativi al 2011". Secondo un calcolo effettuato da Tuttoscuola.com sulla base dei dati del Miur, gli studenti di scuola media sono 1.690.000 e quelli delle superiori 2.570.000, per un totale di 4.260.000 potenziali destinatari di tablet. Poi, afferma il sito di informazione scolastica, ci sono le classi: 190mila per i due settori. Supponendo che il tablet di classe serva per tutti gli insegnanti, occorrerebbe una dotazione minima di 4.450.000 tablet. Sul mercato - prosegue Tuttoscuola.com - un tablet ha costi che oscillano tra i 100 e i 600 euro e, quindi, il costo complessivo potrebbe oscillare tra mezzo miliardo e tre miliardi. Acquistando una partita di buoni tablet scontati, il ministero dell´Istruzione potrebbe spendere circa un miliardo. "Una cifra comunque astronomica - commenta il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio - che stona con il rigore imposto dai tagli subiti dalla scuola. A questo punto una domanda sorge spontanea: Profumo pensa di recuperare questi soldi attraverso il risparmio di circa 700 milioni di euro che deriverebbe dall´aumento delle ore di lezione? Stracciare il contratto nazionale di lavoro imponendo agli insegnanti di stare più ore in classe e poi preoccuparsi di ‘modernizzare´ la scuola - conclude Di Meglio - non fa decisamente onore al ministro Profumo".
Ufficio stampa |