dalla Gilda degli insegnanti di Venezia,
9 maggio 2012
Il canale di
abilitazione creato dall’art 15 del 249/10 (TFA transitori dedicati
a coloro che sono già in possesso di titolo idoneo per
l’insegnamento) appare sempre di più un meccanismo vergognoso con il
quale molti intendono speculare sulla pelle dei precari della
scuola.
Quali sono i punti critici che Gilda evidenzia
e considera
inaccettabili?
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I TFA dovevano
essere inseriti all’interno di un piano di reclutamento
caratterizzato da numeri compatibili con un effettivo sbocco in
contratti a tempo indeterminato (programmazione dei posti
disponibili nel triennio). Tutto questo è saltato. Si sono
accettate in modo vergognoso le condizioni e le spinte delle
Università e di gruppi di interesse locale aumentando la
disponibilità di posti in classi di concorso e in regioni che
sono da tempo sature. |
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L’accesso ai TFA
avviene con prove di preselezione di natura incerta con il
pagamento di quote di iscrizione che sembra vadano dai 50 ai 100
euro per ogni corso TFA. In concreto alcuni milioni di euro che
vanno nelle tasche del Cineca (Cineca
è un Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro formato
da 51 Università
italiane). |
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La frequenza ai TFA
è a pagamento. Calcolando le prospettate quote di iscrizione
alla frequenza (dai 2.000 ai 3.000 euro annui) possiamo
calcolare che alle Università interessate andranno dai 55
milioni ai 65 milioni di euro pagati esclusivamente dai
corsisti. Una vera e propria tassa per la formazione
obbligatoria richiesta dallo Stato. Ma
soprattutto, vista la attuale mancanza di un serio sistema di
reclutamento, una tassa sulla speranza fatta pagare da coloro
che più soffrono la mancanza di reddito in una fase così
difficile dell’economia italiana. |
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Mancano ancora
norme di applicazione del diritto allo studio per chi intende
frequentare i TFA essendo chiamato contemporaneamente a coprire
supplenze nella scuola. |
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Mancano le risorse
per l’organizzazione dei tutoraggi nelle scuole che dovrebbero
coinvolgere i docenti di ruolo in servizio. Gilda ribadisce che
per il CCNL vigente non sono previste attività di tutoraggio
riconosciute dal punto di vista retributivo. Inviteremo pertanto
a rifiutare la funzione di tutor se non arrivano risorse
aggiuntive da parte del MIUR finalizzate alla funzione
specifica. Non accetteremo che i
tutoraggi siano pagato dal FIS (fondo dell’istituzione
scolastica) che comprende parte della retribuzione dei docenti e
del personale ATA per le attività accessorie previste
esclusivamente dal contratto. |
Il Ministro Profumo ha dichiarato che saranno avviati percorsi
specifici di TFA per i docenti che hanno effettuato almeno 360
giorni di servizio, percorsi che eliminerebbero le prove di accesso.
Pur apprezzando la
volontà del Ministro che raccoglie parzialmente alcune delle
richieste che da anni vengono dalle associazioni del precariato e
dalla Gilda, riteniamo che lo strumento migliore sarebbe stato
quello di corsi/concorsi abilitanti seri con prove strutturate
all’interno di percorsi di tirocinio con le scuole e esame finale
per l’abilitazione gestiti direttamente dal MIUR in collaborazione
con le Università e con modalità di accesso stabilite uniformemente
a livello nazionale. I TFA attuali hanno caratteristiche
prevalentemente accademiche rischiando di essere la riproposizione
depotenziata delle SSIS.
Quali sono
le nostre proposte?
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Avviare da subito percorsi TFA
semplificati a costi accettabili (max. 500 €) per i
docenti che abbiano almeno 540 giorni di servizio nella classe
di concorso di riferimento (o in ambiti disciplinari omogenei)
effettuati negli ultimi cinque anni. Si propone il
limite di 540 giorni in analogia con le disposizioni della U.E
sulla stabilizzazione del personale precario dopo tre anni di
attività continuativa. Si tratta della fetta di docenti precari
non abilitati che ormai strutturalmente stanno lavorando nella
scuola e hanno diritto a vedere riconosciuta formalmente
l’abilitazione all’insegnamento. Si tratta anche di quote di
docenti abilitati inseriti nelle Gae che vogliono ottenere altra
abilitazione in classi di concorso compatibili con la loro
abilitazione di riferimento (vedi ambito di lingue ad es.). Si
fa riferimento agli ultimi cinque anni almeno per la prima
trance per evitare che si presentino anche coloro che hanno
effettuato servizi in un lontano passato e che non hanno più
insegnato negli ultimi anni. Nella misura in cui il loro numero
sia eccessivo per il loro inserimento ai prossimi TFA si può
prevedere un contingentamento triennale scaglionando i
partecipanti per anzianità di servizio. Dopo il primo anno si
propone di ampliare la platea degli interessati con il limite di
540 giorni di servizio negli ultimi dieci anni. |
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Fatto stante che
l’abilitazione è solo titolo idoneo per
l’accesso ai ruoli dell’insegnamento nella scuola pubblica
statale, devono essere programmati con cadenza almeno biennale
concorsi pubblici a cattedra per tutte le classi di concorso e
per i posti effettivamente disponibili. Ribadendo la
netta opposizione ad assunzioni dirette
da parte delle scuole, riteniamo che i posti messi a
concorso siano incardinati in organici regionali, con
l’applicazione delle norme sulla mobilità così come stabilite
dal CCNI nazionale. Ciò anche nel rispetto del dispositivo
previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione. |
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Si ribadisce che
l’assunzione mediante concorso deve prevedere il doppio canale
di reclutamento con una quota di almeno il 50% di immissione in
ruolo per i docenti già abilitati delle Gae nella prospettiva
del riordino del funzionamento delle Gae stesse.
Si propone per la prima tornata
concorsuale che i 2/3 dei posti disponibili vadano ai docenti
abilitati inseriti nelle Gae di fronte alla mancanza
dal 1999 di procedure concorsuali di reclutamento che li ha
pesantemente penalizzati. La restante quota deve essere oggetto
di concorso ordinario aperto a tutti gli abilitati (inseriti o
meno nelle attuali Gae) su posti effettivamente disponibili
prevedendo una maggiore serietà nell’effettuazione del periodo
di prova che diventerebbe un vero e proprio tirocinio ex post. |
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Di fronte alla
oggettiva obsolescenza delle graduatorie dei vincitori dei
vecchi concorsi ordinari (l’ultimo del 1999), che sono ancora
chiamati ai ruoli in attuazione del principio del doppio canale
vigente, è necessario verificare l’esistenza di soggetti ancora
interessati e disponibili mediante una specifica richiesta di
conferma. Si deve procedere urgentemente allo sfoltimento delle
graduatorie dei vincitori dei vecchi concorsi facendo transitare
le posizioni attive nelle quote riservate alle Gae. |
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E’ necessario definire con urgenza le
modalità per il conseguimento della specializzazione su sostegno
consentendo non solo ai docenti di ruolo il suo conseguimento,
ma anche ai docenti precari interessati, sempre con le
condizioni di accesso sopra descritte (almeno 540 giorni negli
ultimi cinque anni, ecc.). L’insegnamento di sostegno è una
specifica attività professionale che deve essere valorizzata
mettendo al centro non tanto gli organici, ma in primis i
bisogni degli allievi diversamente abili e delle loro famiglie.
Non deve essere usata per riconvertire strumentalmente i docenti
soprannumerari per i quali è necessario trovare una collocazione
adeguata negli organici funzionali dell’autonomia. |
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E’ da mettere in
chiaro il fatto che le attuali
Graduatorie devono rimanere ad esaurimento fino a loro scadenza
(a.s. 2013-14). Non siamo d’accordo su immediate
riaperture delle Gae ai neoabilitati tramite TFA. Ciò avvierebbe
nuovamente un contenzioso tra fasce di precariato e la solita
guerra tra poveri a tutto vantaggio di organizzazioni che
prolificano sui ricorsi. La soluzione transitoria, finalizzata
solo al conseguimento di contratti a
tempo determinato per supplenza nelle scuole (graduatorie di
Istituto), può essere nelle more della vigenza delle
attuali graduatorie quella di creare una quarta fascia nelle Gae
con chiamata in subordine alle prime tre. |
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Si richiede con
forza che, con l’assestamento della situazione relativa la
reclutamento, si imponga l’obbligo per
tutte scuole non statali l’assunzione sia con contratto a tempo
indeterminato che determinato di personale docente in possesso
di titolo di abilitazione. |
Attendiamo dal Ministro e dal MIUR proposte certe che raccolgano
nelle parti essenziali le nostre indicazioni. Il rischio è quello di
continuare a far circolare proclami e notizie che possono solo
creare fase aspettative e aumentare le tensioni nel precariato della
scuola.
Gilda degli insegnanti,
Federazione Gilda-Unams,
della provincia di Venezia