Non ci Piegheremo
Docenti pronti, insieme a ricominciare, perché
sia chiaro
che solo docenti valorizzati fanno una buona scuola
dall'Ufficio stampa della Gilda degli Insegnanti,
31.8.2012
Cari colleghi insegnanti,
non è abitudine della Gilda negare i fatti. Viviamo in un periodo di
gravi e pericolosi mutamenti. Dopo sessant´anni di costante
crescita, sia pure con modesti intervalli di crisi, il nostro Paese
vive, assieme a gran parte dell´Europa, una recessione drammatica
sul piano economico ed una crisi altrettanto grave nei livelli
istituzionali e politici, con un generale decadimento morale e
culturale, per il quale non si intuiscono ancora vie di uscita.
Quindi non possiamo negare che, come da molti anni a questa parte,
anche l´anno scolastico appena iniziato probabilmente non sarà
migliore del precedente, poiché la politica di dismissione della
scuola pubblica è continuata, immutata, anche con il Governo
tecnico.
In questa situazione, così difficile e preoccupante, a
maggio 2012 l´Assemblea nazionale della Gilda ha rinnovato il mio
mandato di Coordinatore nazionale per i prossimi 4 anni. Mi
sento sicuramente onorato di questa ampia fiducia, ma non posso
nascondermi e nascondere a tutti che ci aspettano tempi molto
difficili. Nella mia relazione propositiva (si veda "Professione
docente" di giugno 2012) ricordavo come l´affermarsi delle
teorie e pratiche neoliberiste degli anni ‘70 stia smantellando il
welfare state e mettendo in pericolo quel patto sociale che aveva
garantito in Europa pace e prosperità. Grazie a quel patto erano
stati sottratti alla privatizzazione i servizi (come la sanità e
l´istruzione) che garantivano il diritto alla cittadinanza attiva.
Oggi, nella situazione di ostilità indiscriminata verso le conquiste
sociali, congiuntamente alla recessione economica, il ruolo
tradizionale del sindacato è entrato in crisi poiché si trova nella
sostanziale impossibilità- non potendo competere con forze
sovranazionali e dispotiche- di migliorare le condizioni
socio-economiche di chi lavora, e nel contempo assiste impotente
all´abbassamento delle retribuzioni, all´aumento della
precarietà, alla fiscalità insostenibile del lavoro dipendente, al
tentativo di limitare i diritti individuali e collettivi.
Il percorso che aspetta tutti noi non sarà una passeggiata: i
docenti sono senza contratto da quattro anni e sarebbe velleitario
promettere miglioramenti che non si vedono all´orizzonte. Ciò non
significa cedere e aspettare in silenzio che tutto passi. La Gilda,
sindacato e associazione professionale, intende agire nell´ambito di
quei cambiamenti che non costano ma che sono importanti per le
condizioni nelle quali i docenti esercitano la loro professione.
Oggi gli insegnanti sono avviliti non solo per la loro condizione
economica ma anche, e soprattutto, per quella professionale. Il loro
ruolo, fondamentale e riconosciuto dalla Costituzione, vive una
delegittimazione mai conosciuta prima grazie ad una pratica della
dirigenza scolastica che spesso disconosce la loro specifica
professionalità e ad un carico burocratico oppressivo e
inutile.Ebbene, in attesa di riprendere le rivendicazioni
economiche, la Gilda agirà nel campo di queste, apparentemente
piccole, ma essenziali per stare bene a scuola, battaglie:
sul lavoro burocratico, sulla funzione degli insegnanti che è quella
di trasmettere cultura e di non perdersi in produzioni cartacee
avvilenti perché inutili.
Sarà il nostro modo, il modo degli insegnanti della Gilda, per non
piegarci ad uno pseudo realismo economico che sta abbandonando
l´istruzione come se fosse un ferrovecchio.
Non ci piegheremo, ma continueremo a batterci perché sia chiaro a
tutti che solo docenti valorizzati fanno una buona scuola. In questo
abbiamo bisogno dell´aiuto propositivo di tutti quegli insegnanti
che credono ancora nel ruolo centrale della scuola pubblica: docenti
consapevoli, responsabili e forti, convinti che nel proprio luogo di
lavoro sia assolutamente rilevante difendere, con responsabilità, i
propri diritti. Docenti pronti a ricominciare e a non piegarsi:
insieme per costruire un progetto nuovo e importante, per cambiare
questa linea di tendenza che, danneggiando la scuola, mette a
rischio il futuro del nostro Paese.
Rino Di Meglio
(Editoriale, da Professione docente, settembre 2012)
Roma, 31 agosto 2012