Decreto sullo Sviluppo: di Rino Di Meglio, coordinatore nazionale dalla Gilda degli Insegnanti, 9.5.2011 Nel Decreto sullo "sviluppo" il Governo ha inserito alcune norme che riguardano la Scuola: immissioni in ruolo; interpretazione autentica retroattiva sulle norme europee concernenti il divieto di abuso dei contratti a termine, divieto di attribuire scatti ai precari, triennalizzazione delle graduatorie ad esaurimento, divieto in qualsiasi forma di trasferimento dei neo-immessi in ruolo prima di un quinquennio di servizio effettivo. Per quel che concerne le nomine in ruolo, il Decreto rinvia ad un confronto con i sindacati, ai vincoli di bilancio e ad un successivo decreto interministeriale. E´ quindi del tutto prematuro esprimere una valutazione prima che siano effettuati i passaggi previsti dallo stesso decreto: se vi fosse una stabilizzazione immediata, cioè dal prossimo primo settembre, su tutti i posti disponibili e vacanti in organico di diritto (circa 65.000), potremmo sicuramente valutare in termini positivi l´azione sindacale condotta; se, viceversa, si pensasse di diluire in un triennio lo stesso numero dei posti, non si coprirebbero neppure i prevedibili pensionamenti e quindi si tratterebbe dell´ennesima mossa propagandistica del Governo, foriera solo di aumentare il numero dei precari. Le norme ammazza ricorsi non possono che ricevere da parte nostra un giudizio di forte dissenso e condanna: il Governo italiano non esita a discriminare, in contrasto con le norme europee, solo i dipendenti della scuola. La Gilda risponderà chiedendo giustizia alla Corte Europea innanzi alla quale, prima o poi, le norme discriminatorie dovranno cadere, con l'ennesima brutta figura del nostro Paese. In quanto alle Graduatorie ad esaurimento, rileviamo la rinuncia del Governo ad intervenire seriamente, garantendo a tutti la certezza del diritto e ad effettuare i controlli sui servizi prestati nelle scuole private. In queste ultime, si annida una vera e propria "droga" con titoli e servizi falsi che innalzano i punteggi di singoli elementi, e che provocano poi la giusta reazione di chi si sente vittima di un sistema tanto poco pulito, quanto sempre più diffuso. Tutto è cominciato quando si è deciso di parificare i punteggi, per chi ha lavorato nelle scuole statali e chi invece ha prestato i servizi (senza alcuna graduatoria) nelle scuole paritarie gestite da privati, dove spesso non esistono i contributi e talvolta neppure i servizi.
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