Esame di coscienza per tutti. Ed avviare un serio dibattito sulla funzione ed il ruolo di una scuola di qualità. Editoriale di Rino Di Meglio* dalla Gilda degli Insegnanti, 2.1.2011 Nel futuro prossimo che ci aspetta, ci auguriamo che si apra un esame di coscienza collettivo sulla necessità di ritrovare un "senso dello stato" da parte di tutti e di rendere, in qualche modo, effettiva la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, una politica insomma nel senso nobile della parola e che nasca un serio dibattito sulla funzione ed il ruolo di una scuola di qualità, aperta a tutti e veicolo di elevazione sociale per i migliori. Le turbolenze politiche degli ultimi tempi promettono poco di buono per un Governo, scaturito da una delle più solide maggioranze elettorali della storia repubblicana; con ogni probabilità non passerà molto tempo prima che gli elettori siano chiamati nuovamente al voto e che partiti e candidati propongano i loro programmi. Come docenti, al di là delle diverse convinzioni politiche che ciascuno di noi può legittimamente coltivare, sarà ben difficile non avere un cattivo ricordo di questo triennio nel quale, oggettivamente, la Scuola statale è stata colpita con grande durezza, sia per i risparmi imposti, sia per il peggioramento complessivo della condizione professionale ed umana nelle nostre scuole. Al di là della vittoria di uno schieramento rispetto all´altro (la nostra tradizione associativa ci imporrebbe comunque di non pronunciarci) ci auguriamo che si apra un esame di coscienza collettivo sulla necessità di ritrovare un "senso dello stato" da parte di tutti e di rendere, in qualche modo, effettiva la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, una politica insomma nel senso nobile della parola.
In un quadro di
rinnovata unità attorno ai valori fondamentali della Costituzione,
un serio dibattito sulla funzione ed il ruolo di una scuola di
qualità, aperta a tutti e veicolo di elevazione sociale per i
migliori, sarebbe di estrema importanza. Il triennio che sta volgendo al termine è stato contrassegnato da tagli di decine di migliaia di posti nella scuola, dalla diaspora dei precari, dall´imposizione di norme che hanno limitato sempre di più l´ambito contrattuale ed il potere dei sindacati. Nel campo sindacale, la fine dell´unione tra le confederazioni si è consolidata sempre di più, degenerando addirittura in un aperto scontro tra le due Confederazioni maggiori, vanificando le richieste di unità che venivano dalla base, in un momento drammatico, e di cui noi pure ci siamo fatti portavoce. Gli episodi di azioni unitarie si sono rarefatti e limitati a pochi casi locali. Il Governo ha aumentato, in modo spropositato, i poteri della dirigenza scolastica, anche sul piano disciplinare, rendendo difficile sempre di più la vita nelle scuole e mettendo in pericolo la stessa libertà di insegnamento: abbiamo molti casi di piccoli despoti che impongono ai docenti prestazioni e riunioni gratuite, non disdegnando sanzioni o minacce di sanzioni, contro chi osa alzare la testa.
E´ questa la condizione
dei "professionisti dell´istruzione"? Il ruolo della GILDA, in questi mesi, è stato difficile: sfuggire alla divisione manichea tra sindacati filo-governativi da una parte e chi per scelta ideologica si poneva all´opposizione "a prescindere". Abbiamo preso atto di ciò che la maggioranza dei docenti ha capito da un pezzo, e cioè che lo sciopero solitario è un arma spuntata e che era venuto il momento di azioni alternative. Già all´inizio del 2010 abbiamo praticato, con successo, la protesta alternativa con l´assemblea contemporanea in tutte le scuole, con il duplice risultato di bloccare le lezioni e di informare la categoria. Lo strumento è stato affinato ed in settembre abbiamo riproposto l´assemblea, con l´innovazione tecnologica di un collegamento nazionale di TV WEB che ci ha consentito di diffondere un messaggio contemporaneo a decine di migliaia di insegnanti. Abbiamo, quasi da soli, condotto una battaglia per la difesa degli scatti di anzianità contro gli annunci del ministro che aveva annunciato la loro soppressione presente e futura e di voler utilizzare proprio quelle risorse per valorizzare il "merito", una sorta quasi di gioco di prestigio a spese delle nostre retribuzioni, già tra le più basse dei paesi sviluppati. Contro questo scippo abbiamo indetto azioni di lotta alternative, prima tra tutte il boicottaggio di gite e viaggi, con adesioni convinte da moltissime scuole italiane.
E penso che sia dovuto
anche a queste iniziative il mantenimento, almeno nell´immediato,
degli scatti. Nei prossimi mesi dovremo fare un grande sforzo di fantasia ed organizzazione per continuare a rappresentare tutto il disagio dei docenti, ma anche per proporre alla classe politica scelte alternative e ragionevoli con la guida dei nostri obiettivi fondamentali: difesa dei valori della legalità e della Costituzione e promozione di una scuola pubblica statale di qualità. Ci aspetta un impegno non facile per chi, come noi, non voglia cadere nel massimalismo che trascina gli animi ma che ha poca o scarsa possibilità di ottenere risultati. Non cerchiamo slogan che facciano sognare, ma proposte da mettere in campo subito e presto, cambiamenti ragionevoli ma costanti. Contiamo di farcela con il contributo di tutti coloro che ancora hanno a cuore il futuro della scuola e che con noi vorranno collaborare a cercare quelle soluzioni applicabili presto e subito, ma capaci di introdurre aria nuova in questa nostra scuola avvilita.
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