La politica della beffa. La minaccia della più grave mortificazione che abbia mai colpito gli insegnanti italiani di Rino Di Meglio, martedì 14 settembre 2010 Non c' è ancora traccia del decreto interministeriale promesso dal Ministro Gelmini, che avrebbe dovuto sanare, solo in parte, il furto dei nostri scatti. Né si pensa di modificare con un semplice tratto di penna quella ingiustizia, rivolta solo al personale della Scuola. Sarebbe, questa mortificazione dei docenti, la loro valorizzazione di cui tanto il ministro stesso parla? Gli scatti periodici di anzianità si trovano in numerosi contratti: metalmeccanici, bancari, commercio e colf. E' piuttosto normale infatti che un dipendente inizi con uno stipendio basso e che, con il trascorrere degli anni, questo aumenti, anche perché sono esperienza ed esercizio che migliorano la qualità di un lavoro o di una professione. Per il Ministro Gelmini i modesti aumenti di anzianità degli insegnanti sarebbero un "privilegio".
Ricordiamo che con il
primo contratto di tipo privatistico, nel 1995, vennero soppressi
gli scatti biennali del 2,5% dei pubblici dipendenti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il governo non ha mai rispettato le scadenze creando le condizioni di un impoverimento progressivo della nostra categoria, avvicinata sempre di più alla soglia della povertà. Nello scorso maggio, con la "manovra" approvata con il decreto legge n. 78, tutti i contratti del pubblico impiego sono stati bloccati per tre anni, ma la Scuola è stata colpita più duramente. Il provvedimento ha cancellato per tre anni i gradoni, un danno enorme per i docenti che si vedono levare di tasca quanto avevano legittimamente maturato; un danno pesantissimo per i neo-immessi in ruolo che non avranno in pratica la ricostruzione di carriera; un danno eterno per chi nel triennio verrà pensionato. Si tratta di una cocente ingiustizia perché ci vengono sottratte delle risorse che erano state stanziate nei contratti, uguali in percentuale a quelle stanziate per gli altri dipendenti pubblici, solo che per la Scuola venivano in parte utilizzate per finanziare i gradoni. Le proteste hanno ottenuto dal Ministro dell'Economia una promessa di restituzione che si è sostanziata in un emendamento, piuttosto ambiguo, che dovrebbe, utilizzando una parte dei risparmi ottenuta dai tagli, restituire il maltolto. Ad oggi del decreto interministeriale non c'è traccia, non solo, continuiamo a chiederci per quale motivo non si sia semplicemente abrogata la norma vessatoria con un tratto di penna.
Il danno è enorme perché ad esempio solo nel
triennio si tratta di due/tremila Euro pro-capite;
per chi nel frattempo si pone in quiescenza il danno diventa
addirittura eterno, proiettandosi anche sulla buonuscita. La cosa peggiore però sono le intenzioni del ministro, espresse ufficialmente già un paio di volte: in pratica, a partire dal 2013, si vorrebbe eliminare definitivamente scatti ed RPD con l'intento neppure tanto nascosto di utilizzarli per il "merito". Una vera e propria frode: ridurre pesantemente lo stipendio contrattuale (tra rpd e gradoni a fine carriera si tratta del 60%) e poi distribuire discrezionalmente questi stessi soldi in maniera diseguale. Una vergogna: la prima volta nella storia del lavoro italiano che si riduce lo stipendio ad una categoria. Altro che valorizzazione ci troviamo di fronte alla minaccia della più grave mortificazione che abbia mai colpito gli insegnanti italiani, dobbiamo reagire con tutte le nostre forze ed informare l'opinione pubblica di quanto avviene e si progetta. Dobbiamo contrastare la macchina propagandistica che sistematicamente mistifica e diffama gli insegnanti, secondo il motto tristemente famoso: una menzogna ripetuta un milione di volte diventa una verità.
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