Indicazioni nazionali sui licei
Incontro al Ministero

dalla Gilda degli insegnanti, 1.4.2010

La riunione si è svolta ieri, mercoledì 31 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 10.30, presso il MIUR con la presenza delle rappresentanze sindacali. 

Ha relazionato e presieduto la riunione il prof. Max Bruschi responsabile della cabina di regia sui Licei che ci ha illustrato il percorso di formazione della bozza relativa alle indicazioni nazionali. In particolare ha posto l’accenno su quanto previsto dall’autonomia scolastica e quindi la opportunità che nell’ambito degli assi culturali, i saperi essenziali siano specificati dalle singole scuole e dagli insegnanti, titolari dei metodi di insegnamento. I contenuti delle indicazioni nazionali potranno essere arricchiti dalle singole scuole in modo da favorire negli studenti gli apprendimenti previsti dai percorsi liceali. 

La FGU ha contestato alcune delle asserzioni fatte poiché basate sul riferimenti astratti al concetto di competenza senza che su esso si sia ancora fatta chiarezza.

Ha ricordato che esistono circa 28 definizioni di competenza a livello internazionale e che a livello europeo non si è data ancora una certificazione delle “competenze” uniforme per la difficoltà di stabilirne il livello di valutazione.

Ha sottolineato che fintantoché esiste il valore legale del titolo di studio non è possibile procedere ad una liberalizzazione dei percorsi di studio mentre è necessario determinare saperi essenziali disciplinari sui quali costruire la cultura di base dei cittadini-studenti. Il concetto di competenza deve quindi essere coniugato solo partendo da conoscenze e abilità certe stabilite a livello nazionale come standard minimi.

In generale ha ricordato che l’attenzione politica e pedagogica posta negli ultimi vent’anni sul concetto di competenza ha portato ad un abbassamento complessivo e preoccupante dei livelli di preparazione della scuola italiana, la quale deve riappropriarsi di un ruolo formativo autorevole e capace di evitare l’anarchia dei percorsi formativi che è il vero pericolo che una strumentale concretizzazione dell’autonomia scolastica può portare.   

La FGU ha inoltre criticato la mancanza contestuale delle indicazioni nazionali sui Tecnici e i Professionali e la differenziazione dei contenuti regolamentari previsti In questo contesto appare difficile dare un giudizio sulle indicazioni nazionali dei licei che dovrebbero non essere difformi da quelle previste nei Tecnici e Professionali in particolare per i saperi minimi nelle materie comuni di riferimento (italiano, storia, geografia, matematica, scienze, ecc.).

La FGU si è riservata di comunicare alla cabina di regia le osservazioni puntuali sulle indicazioni nazionali sui licei dopo aver consultato la base..

Il rappresentante del Ministro Bruschi ha chiuso l’incontro esplicitando i seguenti ragionamenti:

  • L’obiettivo attuale della scuola italiana in questa fase è combattere l’ignoranza e il grave declini della preparazione degli studenti che escono fuori dalle superiori. Non solo preoccupano le analisi OCSE-PISA, ma le valutazioni Invalsi e quelle operate in fase di iscrizione dalle facoltà universitarie. Da quest’ultime si evince che circa un terzo degli studenti diplomati alla superiore non è in grado di leggere e comprendere un  testo in italiano.
  • Per fare questo il gruppo di lavoro, costituito anche da docenti in servizio, si confrontato con le alte istituzioni della cultura italiana (Crusca, Università, CNR, ecc.) ha definito un percorso che coniugasse le richieste di definizione di competenze in uscita con una logico di riconoscimento di percorsi disciplinari con elementi chiari di riferimento per il livello di conoscenza adeguato ai percorsi di studio, ma garante di standard minimi di conoscenze e abilità previsti a livello nazionale, anche per consentire i passaggi e le passerelle da istituto ad istituto anche di diverso ordine.
  • Il ragionamento fatto dalla FGU è corretto, perché l’esasperazione del concetto di competenze porta unicamente al superamento del valore legale del titolo di studio rientrando nella tradizione anglosassone dove peraltro esistono a compensazione ampi spazi di controllo e valutazione e regionale o centrale dello Stato. E’ parso pertanto opportuno inserire elementi di indirizzo chiari su alcune parti del curricolo in molte aree disciplinari.
  • L’UE non è stata in grado di stabilire la certificazione delle competenze se non con l’esclusione dell’area linguistica. Gli EQF rappresentano solo atti di indirizzo che difficilmente possono essere posti in essere dai singoli paesi se non dopo una lunga e condivisa trattativa sui contenuti delle competenze richieste.
  • Le indicazioni nazionali sono ancora in  fase di bozza e quindi è possibile procedere a correzioni, integrazioni che possono venire da associazioni professionali, sindacati e dai docenti. I tempi per la fase di raccolta dei pareri e delle proposte e di un mese.

Come delegazione FGU abbiamo preso atto positivamente delle posizioni espresse dal prof. Bruschi in  particolare sulla critica della centralità del concetto di competenza. La nostra preoccupazione è che esse rimangano solo ed esclusivamente all’interno di un ragionamento che tocca i licei, mentre nella discussione inerente Tecnici e Professionali c’è indubbiamente una altro approccio curvato su competenze astratte in uscita legate ai bisogni specifici dell’economia e del territorio.

 

1 aprile 2010