Ancora tagli. dalla Federazione Gilda-Unams del Veneto, 23.4.2010 1633 docenti in meno in Organico di diritto nel prossimo anno. Più altri 229 in saranno operati in estate in sede di definizione dell’Organico di fatto. Il costo che la scuola veneta deve ancora una volta pagare è altissimo se si considera che dal settembre del 2009 si è già registrato un aumento di ben 3755 alunni, numero destinato sicuramente a crescere prima dell’inizio delle lezioni del prossimo anno scolastico. In poche parole: aumentano gli alunni ma diminuiscono i docenti. Il risultato pratico è semplice: meno scuola, meno insegnanti, meno risorse. Si tratta di tagli ingiustificati, decisi a Roma dal ministro Tremonti in assenza della benché minima conoscenza della realtà del nostro territorio e senza una qualsiasi logica di tipo didattico. Manca un pur minimo progetto sulla scuola nel Veneto: nella scuola primaria non sono garantite le maggiori richieste delle famiglie di tempo pieno, la scuola secondaria di I grado vede ridimensionata all’estremo la propria Offerta formativa pur in presenza di un aumento di 2000 alunni, quella di II grado subisce una riduzione senza nemmeno conoscere quali saranno le classi di concorso del prossimo anno. Si salvano solo la scuola dell’infanzia ed il sostegno. Questi sono i dati di una scuola orfana di tutti: della politica soprattutto, che non ha mantenuto le promesse fatte né ha saputo difendere gli interessi della regione; delle forze economiche che non vi investono né risorse né progettualità e, infine, della società civile che vede l’istruzione solo come area di parcheggio dei propri ragazzi. Le scuole, oramai allo sbando per la strutturale mancanza di fondi, di personale e di chiarezza sui percorsi di studio, rischiano il collasso e sopravvivono solo grazie al quotidiano volontariato degli insegnanti e di tutto il personale. E, soprattutto, sfruttando un enorme serbatoio di supplenti senza i quali non è garantito il diritto allo studio ma che continuano a rimanere ai margini di un sistema di istruzione che diventa sempre più fragile e precario. La società civile, i partiti, le famiglie, le istituzioni devono spiegare quali sono le aspettative nei confronti della scuola. Se si tratta semplicemente di rastrellare denari lo si dica chiaramente ma sia chiaro a tutti che nella nostra regione sono stati operati negli ultimi anni dimensionamenti, razionalizzazioni e soppressioni di scuole e di classi che hanno eliminato qualsiasi forma di spreco. Se invece esiste un qualche investimento sulla certezza e la qualità del futuro dei nostri ragazzi è giunto il momento di alzare la voce. Il silenzio di questi tempi è colpevole. Gli insegnanti non resteranno a guardare. Venezia, 23 aprile 2010
Federazione Gilda-Unams
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