Immissioni in ruolo, poche 10 mila assunzioni
Una politica di precarizzazione del personale
scolastico dall'Ufficio stampa della Gilda degli Insegnanti, 4.8.2010 Stabilizzazione del personale scolastico, manovra finanziaria, valorizzazione della professione docente: ecco gli argomenti di cui hanno discusso oggi pomeriggio i sindacati e il ministro dell´Istruzione, Maria Stella Gelmini, durante l´incontro che si è svolto a viale Trastevere. Sul fronte delle immissioni in ruolo, Gelmini ha confermato che, salvo cambiamenti da parte del ministero dell´Economia, riguarderanno 10mila insegnanti e 6mila Ata. In merito alla manovra Finanziaria, poi, il ministro ha ribadito che si procederà in tempi brevissimi alla redazione del decreto interministeriale con cui si dovrebbero recuperare gli scatti di anzianità. Per quanto riguarda il merito, infine, alle sigle sindacali è stato comunicato che la parte dei risparmi inutilizzata per il recupero degli scatti di anzianità sarà destinata alla sperimentazione di forme di valorizzazione della professione docente. Il ministero, però ha sottolineato che, in mancanza di un accordo con i sindacati, il Governo interverrà per via legislativa.
"Dalle nostre
proiezioni - afferma il coordinatore nazionale della Gilda degli
Insegnanti, Rino Di Meglio - risulta che, nonostante i tagli feroci
operati dal Governo, i precari sono ancora numerosissimi: calcolando
sia i supplenti che hanno ricoperto l´incarico per tutto l´anno, sia
quelli che hanno prestato servizio fino al termine dell´anno
scolastico, i precari sono 130mila, cioè uno ogni sei insegnanti.
Il coordinatore nazionale della Gilda esprime un giudizio negativo anche sulla Finanziaria, ribadendo che si tratta di una manovra iniqua "perché - spiega - a pagare non sono tutti i cittadini, ma soltanto i dipendenti pubblici e, in particolar modo, gli insegnanti. Perciò ci auguriamo che i risparmi vengano utilizzati per restituire le progressioni di anzianità, prestando attenzione soprattutto ai neo immessi in ruolo e ai docenti che altrimenti, andando in pensione nei prossimi tre anni, rischiano di subire una perdita economica permanente". Critico anche il commento in merito alla valorizzazione del personale docente: "Non riteniamo - conclude Di Meglio - che un sistema serio di valutazione possa essere individuato in modo sbrigativo e senza risorse. Siamo disponibili a discutere, purché ci si occupi di migliorare la qualità dell´insegnamento e non si premino progettifici e attività burocratiche".
Ufficio stampa
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