Riforma dei licei: dalla Gilda degli insegnanti, 5.6.2009 Si è tenuto ieri, 4 giugno, l’ informativa ai Sindacati della scuola sulla Bozza di regolamento dei nuovi Licei. All’incontro hanno partecipato il Coordinatore nazionale, Rino Di Meglio e Renza Bertuzzi per il Centro Studi. La delegazione, dopo avere precisato che la bozza, inviata solo il giorno precedente ed emendata nel corso della stessa riunione, sarebbe stata analizzata nel merito con ponderazione ed attenzione, ha presentato alcune osservazioni che erano emerse in maniera inequivocabile, da una prima lettura dei documenti. 1) Appare piuttosto incerta la fisionomia dei nuovi Licei. Lontana la diatriba che pure ha animato la nascita della Legge 226 che sorregge questa bozza e che attribuiva ai Licei la Theoria e ai Tecnici la Technè, oggi questi nuovi “contenitori” sembrano aver smarrito la loro mission. A prima vista, sembrano percorsi buoni per tutte le funzioni: accesso all’ Università, accesso nel mondo del lavoro (art.2, comma 5) e perfino, come è stato annunciato nel corso della stessa riunione, di fornire qualifiche professionali, in accordo con le Regioni! Se incerta, perché piuttosto ibrida, è la fisionomia formativa, certissima è invece la definizione oraria caratterizzata da tagli consistenti di orario scolastico, e quindi di discipline e quindi di cattedre. L’aspetto più evidente dei nuovi licei è perciò il risparmio sul personale, e quindi non è peregrino il sospetto che ad intervenire su questi profili sia stato prima il Ministero dell’ Economia di quello dell’ Istruzione. 2) Infatti, è difficile identificare in questa bozza un vero progetto di rilancio dell’Istruzione superiore se una novità di grande pregio come il liceo musicale, che colmerebbe una mancanza piuttosto deplorevole in un Paese la cui musica è conosciuta in tutto il mondo, viene ridotta ad un simulacro, perché condizionato nel numero (solo 40 licei musicali in tutta Italia!) e nella struttura, priva di titolarità piena, poiché dipendente, rispetto ai docenti di strumento, dai Conservatori. 3) Assolutamente incomprensibile in ogni logica che non sia quella del solo miope risparmio è la confluenza degli Istituti d’ arte e dei licei artistici nel nuovo liceo artistico, il cui percorso è caratterizzato da una taglio vistoso di materie e di orario. Non si può assolutamente pensare alla immissione dei molteplici indirizzi artistici, tutti validi e articolati in tempi distesi e necessari allo svolgimento di attività artistiche in tre nuovi indirizzi, caratterizzati da tempi ridotti, senza immaginare anche una perdita importante di quel patrimonio dei nostri Istituti d’arte, conosciuti ed apprezzati anche fuori dal nostro Paese. 4) Assai dubbia appare anche l’istituzione di organismi che dovrebbero aiutare la Scuola in molte scelte che sono ancora ambito decisionale del Collegio dei Docenti, organo attualmente e legalmente preposto a deliberare ogni scelta didattica. Oltre a ciò, sembra di cogliere anche una palese contraddizione tra una Scuola, assurta a rango costituzionale, ma considerata in una sorta di minorità decisionale e propositiva. 5) Incomprensibile appare la scomparsa dai percorsi dei Licei del Diritto e dell’ Economia, in totale contrasto con le Direttive europee che attribuiscono a queste discipline le competenza necessaria ad una cittadinanza piena. 6) Molto discutibile è la concentrazione di discipline scientifiche quali la biologia e la chimica, con statuti epistemologici differenziati e rigorosi, in un unico contenitore orario assai ridotto (anche 66 ore all’ anno, in alcuni licei). 7) Infine, inaccettabile che i nuovi licei abbiano inizio dall’ anno scolastico 2010-2011, coinvolgendo non solo le prima classi, ma anche le seconde: si tratterebbe di una scelta esclusivamente di bilancio che danneggerebbe studenti e famiglie e creerebbe confusione dannosa per il Paese.
Roma, 5 giugno 2009 Gilda degli Insegnanti |