Brevi dal MIUR.
Relazione sull'incontro del
giorno 11.11.2008 su Istituti Professionali e Tecnici
a cura di Fabrizio Reberschegg
dalla Gilda
degli Insegnanti, 11.11.2008
Il giorno martedì 11
novembre 08 alle ore 11 presso la sede del MIUR a Viale Trastevere è
stata convocata dall’amministrazione (Dott.ssa Nardiello, Prof. De
Toni) una riunione con la presenza di tutte le sigle sindacali
rappresentative per affrontare il problema del riordino degli
istituti professionali e tecnici. Queste le principali note di
rilievo, a fronte di una comunicazione che ha dimostrato una
oggettiva difficoltà del MIUR di procedere in tempi brevi ai decreti
e ai provvedimenti applicativi di cui all’art. 64 della Legge 6
agosto 2008, n. 133.
-
Novità di rilievo
è che il MIUR intende procedere al riordino degli Istituti
professionali contestualmente a quello degli Istituti Tecnici.
Nella precedente riunione invece era stato comunicato che il
riordino dei professionali sarebbe avvenuto con un ritardo di un
anno. Il riordino di
tutta
l’istruzione professionale e tecnica, partendo dalla classe
prima, dovrebbe quindi essere operativo dall’a.s. 2009/10.
-
Il riordino degli
Istituti professionali vedrebbe una drastica riduzione degli
attuali indirizzi in due settori generali (settore industria e
artigianato e settore servizi). Nel settore industria e
artigianato verrebbero ricompresi gli indirizzi delle produzioni
industriali e artigianali; nel settore dei servizi verrebbero
ricompresi i servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, i
servizi di manutenzione e assistenza tecnica, i servizi
socio-sanitari, i servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità
alberghiera, i servizi commerciali.
-
Il ciclo di studi
degli IP sarebbe di cinque anni, ma le regioni potranno
avvalersi delle strutture e delle risorse umane degli IP statali
per offrire percorsi di istruzione professionale con qualifiche
triennali o quadriennali, ambedue con la possibilità di
completamento al quinto anno con esame di stato finale.
-
La quota di
flessibilità oraria per gli IP è prevista al 25% nel primo
biennio, al 35% nel secondo biennio e al 40% nell’ultimo anno
del ciclo. La quota di flessibilità degli IT resterebbe
inalterata rispetto alla precedente ipotesi (20% nel primo
biennio, 30 % nel secondo biennio, 35% nell’ultimo anno del
ciclo di studi).
-
Le quote orario
comuni dovrebbero avere, con minime differenze, stessa
consistenza negli IP e negli IT. Il titolo finale sia per gli IP
che per gli IT deve essere congruente con i risultati di
apprendimento definiti nella Raccomandazione dell’Unione Europea
del 23 aprile 2008 (4° livello EQF).
-
L’organizzazione
degli IP prevede la costituzione di dipartimenti, di un comitato
tecnico-scientifico paritetico composto dal DS, da docenti e da
esperti nel mondo del lavoro e delle professioni. Gli IP
potranno avvalersi con la stipula di contratti d’opera in
relazione ai criteri indicati dal comitato di esperti nel mondo
del lavoro e delle professioni.
-
Importante è stata
la chiarificazione della differenziazione tra Istruzione Tecnica
e Professionale. L’istruzione tecnica sviluppa competenze in
precisi ambiti tecnologici/metodologici (tecnologia/metodologia
come variabile discriminante dell’istruzione tecnica);
l’Istruzione Professionale sviluppa competenze in precisi ambiti
di settore/filiera (settore/filiera come variabile discriminante
dell’istruzione professionale). In concreto spettano
all’istruzione tecnica i contenuti tecnico-scientifici generali
(high-tech) mentre spettano a quella professionale i contenuti
tecnico-relazionali (high-touch).
-
Risulta certa
l’estinzione a partire dalla classe prima dell’a.s. 2009/10
degli Istituti D’Arte che sarebbero ricondotti nei futuri Licei
Artistici.
-
I quadri orari che
circolano nelle mani di molti colleghi e soprattutto nelle mani
di diversi dirigenti scolastici non hanno alcun valore.
-
Il progetto di
riorganizzazione della rete scolastica, a detta della
Dott.Nardiello, dovrebbe vedere la netta separazione tra
Istruzione Tecnica e Istruzione Professionale evitando la
creazione di Istituti comprensivi delle due realtà. In concreto
si propone lo scorporo degli IP attualmente incorporati.
Alcune riflessioni che
sono state riportate dalla delegazione della Gilda al tavolo del
MIUR.
-
Appare evidente
che i tempi tecnici di presentazione e applicazione dei decreti
attuativi sono ancora lunghi (manca ancora il parere
obbligatorio delle competenti commissioni parlamentari, manca
ancora un atte di indirizzo definito dalla conferenza
Stato-Regioni), ecc.).
-
E’ sconcertante
che si sia già iniziata nelle scuole medie e superiori
l’attività di orientamento a fronte di un quadro caotico di
riferimento per gli assetti della futura istruzione secondaria
superiore e che l’orientamento in atto faccia riferimento agli
indirizzi esistenti creando confusione e false aspettative per
studenti e famiglie interessati.
-
E’ altresì
inaccettabile che continuino a circolare in tutta Italia
prospetti di quadri orari di vari futuri Istituti Tecnici
(ottenuti chissà come da alcuni dirigenti scolastici) senza che
questi siano stati presentati formalmente alle OO.SS. e senza
che essi abbiano la pur minima validità sia formale che
sostanziale.
-
Risulta difficile
immaginare in tempi brevi un riassetto complessivo degli IP con
una loro separazione istituzionale dagli IT nelle realtà in cui
essi istituzionalmente convivono.
-
Non pare chiaro
come le Regioni possano sovrapporre al quadro di indirizzo degli
IP statali loro corsi di qualifica di durata inferiore ai cinque
anni (se vedano le esperienze di Lombardia e Trentino).
-
Preoccupa la
mancanza di una politica di rilancio dell’Istruzione
Professionale in particolare nelle regioni del meridione, mentre
si rischia una “regionalizzazione di fatto” degli IP in alcune
regioni del Nord.
-
Se pare positivo
l’allungamento del ciclo di studi degli IP con l’eliminazione
del diploma di qualifica, ciò può diventare paradossalmente un
elemento negativo in mancanza di un ampio progetto nazionale di
rilancio e valorizzazione dell’Istruzione Professionale
spostando una parte della futura utenza verso gli Istituti
Tecnici già strutturati su cinque anni o su altre offerte con
qualifiche inferiori gestite dalle regioni.
Abbiamo ancora una
volta ribadito le nostre perplessità circa un pervasivo
atteggiamento acritico, che accomuna confederali, ANP e MIUR, sulla
scuola delle “competenze” quando non è ancora chiaro e definito
quali saranno nello specifico quelle previste in entrata e in uscita
per i futuri licei e per l’istruzione tecnica e professionale. In
particolare appare bizzarro continuare a parlare di didattica
laboratoriale per tutte le discipline di fronte all’incremento
costante degli allievi per classe e all’aumentata presenza di
studenti stranieri.
Istituti Tecnici e Professionali. Il documento di base per la
discussione proposto dal Miur.
Roma, 11 novembre
2008
Fabrizio Reberschegg
|