Il Titanic affonda . . . dal coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, 1/10/2007
Il grande clamore con cui i mezzi di informazione hanno divulgato due fatti di cronaca( le accuse, peraltro ancora solo tali, alle docenti di Rignano Flaminio e il caso del professore assenteista di Milano) ha fornito l’occasione al Ministro Fioroni per indurre il Governo ad emanare un Decreto legge (n.147 del 7 settembre 2007), pasticciato e potenzialmente devastante. Sia ben chiaro, nessuno qui dice che chi è incriminato per reati gravi ed infamanti non debba essere immediatamente allontanato dall’ambiente scolastico, a tutela della scuola e dello stesso sospettato, peraltro innocente fino a condanna da parte di un giudice. Ma, rendere la giustizia celere è cosa ben diversa dall’ applicare una giustizia sommaria, popolare e mediatica. In premessa non dobbiamo dimenticare che principio fondamentale della civiltà giuridica è la “tipizzazione del reato o dell’infrazione alla legge”, il cittadino deve cioè sapere quali sono i comportamenti che danno luogo ad un reato o ad una infrazione,ad esempio commettere un omicidio o attraversare con il semaforo rosso. Mentre, i sistemi giudiziari tirannici ed arbitrari sono invece e saranno sempre caratterizzati dall’introduzione negli ordinamenti giuridici di reati generici, che possano essere applicati a chi disturba l’ordine imposto, secondo l’arbitrio di chi detiene il potere. Proprio per questo trovo gravissimo inserire in una legge della Repubblica il principio che un docente può essere sospeso cautelativamente dall’insegnamento ed adibito ad altri compiti per “la sussistenza di gravi fattori di turbamento dell’ambiente scolastico e di pregiudizio al rapporto fiduciario e le famiglie degli alunni, conseguenti specifici comportamenti di uno o più docenti lesivi della dignità della persona, del prestigio o decoro dell’amministrazione scolastica”. Frasi generiche, chiaramente riferite ad un episodio di cronaca attuale, ma che in futuro potrebbero esser ricondotte a tutto e di più. Perché non parlare chiaramente di docenti inquisiti per fatti di rilevanza penale? Perché poi solo i docenti? Ed il Dirigente scolastico che fosse nelle stesse condizioni è impunibile? Il Dirigente scolastico che dovesse abusare di questa norma per commettere arbitri, chi lo sanzionerà? Posso, in questa circostanza, ricordare che non esistono norme disciplinari per i Dirigenti scolastici? Voglio richiamare un fatto di cronaca: un anno fa ho denunciato pubblicamente che, in un istituto scolastico della provincia di Messina, il Dirigente era stato inquisito penalmente e che tra i testimoni d’accusa c’erano docenti da lui dipendenti, oggetto, quindi, di ritorsioni. Il Ministro ha inviato un ispettore, ahimè della stessa regione. Il Dirigente è sempre al suo posto. Se gli organi collegiali, nazionali e provinciali, da cui dovrebbero esser nominate le commissioni di disciplina, garanti del rispetto della libertà di insegnamento, stanno morendo in attesa di una riforma che il Parlamento non è in grado di varare, da un decennio, è colpa degli insegnanti? E il Ministro, perché non indice le elezioni, invece di rendersi responsabile dell’eutanasia degli organi collegiali? La colpevole inerzia della classe politica, incapace di legiferare sugli organi collegiali da una parte, o di indire semplicemente le elezioni per quelli esistenti, finisce per far cadere nel nulla quegli organismi disciplinari di garanzia necessari, non per fornire privilegi, ma proprio per tutelare la libertà d’insegnamento prevista dalla Costituzione, da interferenze ed arbitri illeciti.
Il risultato finale di
questa incursione legislativa è che oggi il docente sul piano
disciplinare è tutelato meno di ogni altra figura scolastica, basti
leggere a tale proposito le norme contrattuali sul personale
amministrativo ed ausiliario.
IL
COORDINATORE NAZIONALE |