Intervista a Rino Di Meglio, Coordinatore
Nazionale della Gilda degli Insegnanti, nell’imminenza delle elezioni
per le R.S.U.
RSU: si vota.
"La libertà è la ragione che non si
stanca di combattere”
dal
sito nazionale della Gilda degli Insegnanti, 7/9/2006
"Siamo un'organizzazione
di soli insegnanti: questo è di per sè importante. Il consenso che
avremo servirà a migliorare le condizioni professionali dei docenti
italiani. In questi anni, le battaglie per la difesa dei docenti ci
hanno visto in prima linea, mentre gli altri sindacati non hanno
saputo comprendere l'importanza della funzione docente. Ringrazio i
colleghi RSU per quello che hanno fatto fino ad oggi e ai vecchi e
nuovi candidati dico che essi saranno per noi il legame essenziale con
la realtà delle scuole. Noi dirigenti nazionali li sosterremo in
questo importante ruolo".
A dicembre andremo di nuovo a votare per le RSU. Si tratta di un
momento fondamentale perché con queste elezioni, si misura la
rappresentatività dei sindacati. Da Coordinatore nazionale come vedi
questo appuntamento?
Si tratta certamente
di un appuntamento di grande importanza: misurare la rappresentatività
significa infatti determinare il peso dei sindacati (e quindi delle
idee sulla Scuola che essi sostengono) al tavolo delle trattative
nazionali, ed anche la loro possibilità di accesso alle prerogative
sindacali. Il meccanismo attuale prevede che la rappresentatività sia
calcolata sulla media tra la percentuale delle iscrizioni ai vari
sindacati e quella dei voti conseguiti alle elezioni RSU.
Le elezioni RSU nella Scuola sono un po’ come quelle politiche per il
Parlamento; il consenso che avremo nelle Scuole si tramuterà infatti
in maggiori possibilità di far passare le nostre idee in sede di
Contratto Nazionale e quindi anche in quella di migliorare le
condizioni professionali ed economiche dei docenti italiani.
Non dobbiamo peraltro dimenticare che le regole del gioco sono
stabilite dagli stessi sindacati confederali e quindi da sempre
studiate per danneggiare la Federazione GILDAU-NAMS.
Questo significa che dobbiamo mobilitare tutti i nostri iscritti,
facendo loro comprendere l’importanza di essere presenti a queste
elezioni.
Mobilitare è facile per i grandi apparati sindacali, che godono anche
di bilanci importanti, mentre per la Gilda molto si giocherà, come
sempre, sul volontariato dei nostri dirigenti e sulla collaborazione
dei colleghi. Ma non è un mistero che molti colleghi siano stanchi di
rappresentare il ruolo di RSU, defatigante per le continue tensioni
con i dirigenti scolastici. Che dire a questi colleghi?
Vorrei dire
loro, dopo averli ringraziati per quanto hanno fatto sino ad oggi, una
bella frase letta tanti anni fa, di quelle che non si dimenticano: “la
libertà è la ragione che non si stanca di combattere”. Pensino anche
alle cose buone che sono riusciti ad ottenere e sappiano che i grandi
obiettivi si raggiungono anche con piccoli risultati quotidiani. Le
battaglie che conduciamo non obbligano necessariamente al conflitto
con il dirigente: la prima arma è il ragionamento.
Avere migliori condizioni per i docenti è interesse di tutti, anche
del dirigente scolastico, ovviamente quando si tratti di persona
intelligente ed in buona fede. Inoltre, bisogna tenere presente che se
gli iscritti ed i simpatizzanti non si mobiliteranno per presentare il
maggior numero di liste possibile la Gilda ne avrebbe un danno enorme.
E a coloro che si candideranno per la prima volta con la Gilda degli
Insegnanti?
Il loro ruolo
sarà veramente molto importante: la Gilda degli insegnanti è nata come
un’organizzazione di base, in contrapposizione al verticismo delle
organizzazioni tradizionali.
Essi costituiranno quindi il legame essenziale della nostra
Associazione con la realtà delle scuole; saranno gli occhi e le
orecchie della Gilda.
Noi dirigenti nazionali faremo ogni sforzo per sostenerli in questo
importante ruolo.
È davvero utile l’impegno delle RSU o i risultati che si ottengono
sono ininfluenti?
Secondo i dati forniti dall’ARAN, ogni docente dovrebbe ricevere
mediamente ben 2500 Euro di retribuzione attraverso la contrattazione
integrativa. Si tratta solo di statistica, ma la cifra la dice lunga
sull’entità delle risorse che sono in gioco attraverso il fondo
d’Istituto.
La RSU ha la responsabilità di far sì che veramente quelle somme
vadano ad integrare i magri stipendi dei docenti e non siano sprecate.
La RSU GILDA può impegnarsi per compensare le numerose situazioni di
disagio che affliggono la docenza, perché il fondo d’Istituto non
diventi il “fondo del dirigente”.
Anche sul piano normativo la RSU può ottenere notevoli risultati: la
trasparenza, l’equità nei criteri di assegnazione alle classi, ai
plessi ed alle attività, il controllo sulla formulazione degli orari,
ecc.
Perché la Gilda dovrebbe continuare a far sentire la sua voce nel
panorama sindacale?
Se oggi settori
sempre più consistenti dell’opinione pubblica accettano l’idea
dell’area contrattuale specifica per gli insegnanti, questo è dovuto
alla crescita della GILDA proprio grazie alla sua rappresentativa.
Ogni collega che, candidandosi, ottiene voti aiuta la GILDA in questa
grande e difficile battaglia.
La tutela della professione docente si realizza poi anche sul piano
contrattuale. Se in questi ultimi contratti si sono già invertite
alcune tendenze negative che portavano all’impiegatizzazione, è merito
della nostra presenza nella contrattazione nazionale. Un solo esempio
concreto, tra i tanti che si potrebbero fare: negli ultimi due
contratti l’erogazione di ulteriori risorse al fondo d’Istituto è
stata bloccata in quanto tutte le somme disponibili sono state usate
per incrementare lo stipendio. Questo risultato è dovuto alla nostra
presenza attiva nella contrattazione.
D’accordo, ma in che cosa la Gilda degli Insegnanti si è distinta
dagli altri sindacati?
Un elemento per
tutti: i sindacati tradizionali hanno la responsabilità di non aver
saputo comprendere l’importanza della funzione docente.
A partire dagli anni 70 hanno firmato contratti che hanno contribuito
ad appesantire il lavoro degli insegnanti, sempre più burocratizzato
sempre più mortificato.
La GILDA ha sempre contrastato questa posizione, sostenendo la
dimensione professionale ed intellettuale del lavoro dei docenti,
mentre gli altri hanno sempre considerato l’insegnante un lavoratore a
tempo parziale.
Ecco perché hanno inventato il lavoro aggiuntivo, valorizzando nella
scuola chi fa cose diverse dall’insegnamento.
Infine…
Sicuramente
tutte le battaglie più importanti in difesa della docenza ci hanno
visto sempre in prima linea e inoltre non dimentichiamoci che noi ci
distinguiamo dagli altri sindacati proprio nella nostra denominazione:
Gilda DEGLI INSEGNANTI. Essere un’organizzazione di soli insegnanti è
di per sé importante.
È nel nostro stesso nome la ragione per stare con noi.