Ufficio stampa
Finanziaria e scuola,
dichiarazione del viceministro per la Pubblica Istruzione Mariangela
Bastico.
dal
MPI,
16 ottobre 2006.
"Sommare mele con pere
costituisce un errore macroscopico, particolarmente grave quando si
riferisce alla scuola, cioè a ragazzi, famiglie, insegnanti e
dirigenti, ATA e precari che attendono l’assunzione in ruolo. I dati
che descriverebbero i tagli della finanziaria sulla scuola sono del
tutto infondati": è quanto dichiara il viceministro per la Pubblica
Istruzione Mariangela Bastico a proposito delle cifre relative alla
Finanziaria per la scuola presentate da Tuttoscuola e riportate sulla
stampa.
"Innanzitutto - aggiunge il viceministro - non si considerano tre
scelte strategiche contenute nella finanziaria: l’innalzamento
dell’obbligo d’istruzione a 16 anni, l'avvio sperimentale delle
sezioni primavera per i bambini dai 2 ai 3 anni e l’educazione degli
adulti, che determinano un aumento degli alunni e di conseguenza
l'incremento degli organici.
Si contabilizzano come tagli i docenti soprannumerari ed inidonei, che
rimarranno invece negli organici del Ministero della Pubblica
Istruzione e comunque nell'amministrazione statale.
Agli 8000 specialisti di lingua inglese nella scuola elementare non
corrispondono posti in organico: si tratta di incarichi temporanei in
attesa della formazione dei docenti titolari, così come previsto da
normative vigenti. Quindi anche qui nessuna conseguenza sugli
organici.
La riduzione da 40 a 36 ore settimanali degli istituti professionali è
necessaria per ridurre l'eccesso di carico orario, quindi per ragioni
didattiche ampiamente condivise, non per ragioni di risparmio. Infatti
una parte delle ore ridotte costituirà organico funzionale a
disposizione della scuola per la riduzione degli abbandoni e degli
insuccessi scolastici.
Le 150.000 assunzioni di personale in ruolo nei prossimi 3 anni
costituiscono un piano straordinario di stabilizzazione fondato su
numeri reali e verificati: il solo turn over determinerà la
disponibilità di oltre 30.000 posti all’anno per 3 anni, cioè 90.000,
che si aggiungono ai posti ricoperti attualmente da personale precario
che fanno superare largamente i 150.000 previsti.
Credo, dunque, che siano stati dati i "numeri al lotto" perché non è
stata colta la scelta fondamentale che sta alla base della finanziaria
per la scuola: le razionalizzazioni di un sistema così vasto e
complesso sono possibili e doverose, ma intendiamo farle solamente in
una prospettiva di innovazione e di riforma, in tempi medi (non meno
di 3-5 anni).
Abbiamo escluso quindi i tagli con la scure, perché li riteniamo
ingiusti ed inefficaci, ma nello stesso tempo siamo convinti di dover
utilizzare, anche attraverso la valorizzazione dell’autonomia
scolastica, al meglio, ogni euro, evitando ogni spreco.
Su queste scelte e non su numeri infondati, si aprirà il confronto in
Parlamento con tutte le forze politiche, confronto dal quale
auspichiamo possano arrivare ulteriori contributi e rafforzamenti per
la scuola".