Intervista esclusiva della Gilda degli Insegnanti
al Ministro Giuseppe Fioroni.

«Ridare dignità alla funzione sociale dei docenti, pilastro della democrazia»
Il tutor è stato disapplicato perchè mancava la contrattazione con le parti sociali. Da settembre in ruolo altri 20000 docenti, in attesa di un piano per coprire al massimo il turn over nei prossimi tre anni. Contrattazione separata per i docenti: valuteremo ciò che è più utile per la categoria.

 di Renza Bertuzzi, dal sito nazionale della Gilda degli Insegnanti, 19/7/2006

 

1) Signor Ministro, cominciamo da tutor e portfolio. Da subito, la Gilda degli Insegnanti aveva sostenuto l’inapplicabilità della nuova figura docente, in assenza della necessaria contrattazione. Come si concluderà la partita?

Per quanto riguarda il tutor l’Aran e i sindacati hanno raggiunto un accordo per la disapplicazione. Questo non significa abrogare ma prendere atto dell’impossibilità dell’attuazione. La figura del tutor era stata infatti introdotta senza alcun confronto con le parti sociali per cui la mancata applicazione è connessa all’obbligatorietà della negoziazione prevista dal contratto in fatto di organizzazione del lavoro. Sono state dunque ripristinate le regole per consentire alla scuola certezze e stabilità e per ricondurre l’organizzazione dell’attività educativa e didattica all’autonomia e alla responsabilità delle istituzioni scolastiche.
Il portfolio rischia invece di mettere i docenti nella condizione di violare la privacy degli alunni, era già stato bocciato per questo dal TAR e quindi non vedo margini per una sua applicazione nella scuola italiana, a meno che non rientri nelle libere determinazioni dell’autonomia scolastica.


2) I Docenti. Signor Ministro, quale idea si è fatta, in questi primi mesi, della condizione dei docenti, la cui funzione è stata ed è tuttora fondamentale per la formazione delle giovani generazioni?

Il lavoro di docente deve tornare ad essere attraente. Il loro ruolo è stato sminuito nel corso degli anni ed è mia ferma intenzione ridare dignità alla loro funzione sociale. Agli insegnati affidiamo ogni giorno i nostri figli, e dobbiamo metterli nelle condizioni di svolgere al meglio il loro prezioso lavoro. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha riassunto in modo inequivocabile il ruolo e la funzione degli insegnanti affermando che “sono una componente vitale della nostra società, sono un pilastro della nostra democrazia”. I docenti svolgono una funzione fondamentale per il nostro Paese: educano le future generazioni e assicurano loro i saperi fondamentali. Sono l’anello di congiunzione tra il presente e il futuro della classe dirigente e lavorativa italiana.
Dobbiamo investire sulla loro formazione didattica, fornendo loro continui aggiornamenti che permettano di garantire un livello di insegnamento in linea con gli standard europei.


3) E i docenti precari? Per ora, malgrado le promesse in campagna elettorale dell’Unione, il numero degli immessi in ruolo è quello deliberato dal precedente governo. C’è in cantiere qualche progetto che inverta questa tendenza di mantenere molti docenti in uno stato di precarietà davvero dannoso anche per la Scuola?

Per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento ho emanato un decreto sugli organici della scuola che si basa su una logica non restrittiva ma di sviluppo qualitativo del sistema educativo. Ho inoltre già assicurato l’inserimento, fin dal 1 settembre, di altri 20.000 insegnanti precari e altre 3.500 unità di personale amministrativo tecnico ed ausiliario rispetto a quelli già autorizzati. Nei prossimi tre anni decine di migliaia di docenti andranno in pensione, ed è in fase di studio un piano che possa permettere il reclutamento del maggior numero possibile di insegnanti per sostituirli.


4) Parliamo dei tagli e delle restrizioni, già annunciati nella prossima Finanziaria. Riguarderanno anche la Scuola?

Abbiamo ereditato un deficit che pesa come un macigno sulle famiglie e che ci ha fatto perdere credibilità in Europa. Dovremo saper colmare il deficit garantendo equità e giustizia sociale.


5) Area di contrattazione separata. Molti esponenti dell’Unione, in campagna elettorale, avevano espresso il loro accordo con questa storica richiesta della Gilda degli Insegnanti, ora avallata dalla sentenza n. 322/2005 della Corte costituzionale. Cosa succederà in questo ambito?

Nelle mie reminiscenze latine c’è un detto: “Spero, promitto e juro reggono l’infinito futuro”. Quanto al presente, negli incontri concertativi che ci attendono, avremo anche modo di valutare ciò che è più utile e produttivo per la categoria degli insegnati anche in fatto di contrattazione.
 


A cura di Renza Bertuzzi
(Si ringrazia Paola Susco Bonerga per la gentile disponibilità).