Gilda: approvazione decreti una vittoria di Pirro.

 dal Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti
Prof. Alessandro Ameli, Roma, 14 ottobre 2005

 

Incurante delle critiche espresse dalle Regioni, dal CNPI, dalle parti sociali e da tutto il mondo della scuola, il Consiglio dei Ministri ha oggi approvato i Decreti Legislativi relativi alla riforma della scuola secondaria di II grado e alla formazione iniziale dei docenti.

L’unica richiesta delle Regioni che è stata accolta è quella di ritardare di un anno l’avvio del secondo ciclo riformato, che è stato spostato all’anno scolastico 2007-2008.

La Gilda degli Insegnanti, sconcertata per la scelta del Governo di procedere sulla strada riformatrice nonostante l’opposizione palese di forze politiche, sociali e sindacali, considera l’approvazione dei decreti una vittoria di Pirro, stante le devastazioni che comporterà per il sistema di istruzione italiano e ribadisce le critiche già espresse in tutte le sedi istituzionali.

Per quanto concerne il decreto sul secondo ciclo, esprime forti critiche sull'impianto generale della Riforma, sbagliata nel merito e nel metodo,  dubbi e riserve sulle modalità di applicazione del doppio canale che non consente pari dignità ai due percorsi di formazione, ferma opposizione alla regionalizzazione del sistema scolastico, timori per i tagli e per il decadimento culturale della scuola pubblica. Rispetto al Decreto sulla formazione iniziale dei docenti, esprime forti critiche al fatto che la formazione iniziale sia tutta demandata al settore universitario e sul mancato coinvolgimento dei docenti nei processi formativi, dubbi sull'efficacia di un'ulteriore modifica del sistema di reclutamento che si inserisce in un contesto già fin troppo complesso ed ingarbugliato.

Inoltre, con le modifiche oggi apportate, non solo non si eliminerà il precariato, ma lo si renderà ancora più drammatico e difficile per i futuri docenti: non basteranno infatti 5 anni di formazione universitaria per l’accesso all’insegnamento, ma servirà un ulteriore anno di tirocinio ed infine il superamento di un concorso su posti programmati. Percorso lungo, difficile ed oneroso per l’accesso ad una professione che contempla una misera retribuzione iniziale di 1.100 euro mensili. Possiamo prevedere già da ora una fuga di massa dall’insegnamento per le future generazioni.

 

Il Coordinatore nazionale
Prof. Alessandro Ameli

Roma, 14 ottobre 2005