35.000 docenti precari in ruolo,
ma la scuola italiana resta precaria.
dal Coordinatore nazionale della Gilda,
prof. Alessandro Ameli,
25 giugno 2005
Il decreto approvato dal
Consiglio dei Ministri non risolve il problema strutturale del
precariato nella scuola italiana.
Poche migliaia in ruolo a fronte di un ormai stabile 15% di insegnanti
con contratto a termine.
Ben diverso doveva essere il piano di assunzioni a cui si doveva
puntare.
La Gilda degli Insegnanti si è fatta promotrice di un progetto
complessivo che avrebbe consentito la immissione in ruolo di 200.000
docenti precari, a costo zero, risolvendo definitivamente una piaga
della scuola italiana che non ha riscontri in Europa.
l provvedimento del governo tardivo e modesto è figlio, come di altri
atti che riguardano la scuola, di una volontà politica più rivolta
agli effetti mediatici delle scelte che alla necessità di dare
soluzione ai problemi, un provvedimento partorito, per di più,
all’insegna del risparmio di spesa e di molti compromessi.
E’ altresì innegabile che questo risultato, pur nella modestia dei
numeri, sia anche frutto delle pressioni, solitarie, esercitate dalla
Gilda in questi mesi a tutti i livelli: dagli interventi diretti al
ministro negli incontri ufficiali, al sostegno al progetto Valditara,
al coinvolgimento dei rappresentanti dell’opposizione ed infine con il
progetto Gilda di 200.000 assunzioni a costo zero.
La Gilda continuerà la sua battaglia nei prossimi mesi: l’obiettivo
resta quello della immissione in ruolo su tutti i posti realmente
disponibili.
Consideriamo prioritario, per qualunque progetto di scuola, che, a
trasmettere cultura, formazione umana e sociale ai giovani, a
disegnare il loro futuro di cittadini protagonisti, ci siano
insegnanti con rapporto di lavoro stabile, non frustrati da una
condizione professionale precaria e mortificante.
Tanto più in un momento in cui la scuola italiana viene travolta da
una riforma che ne scuote le fondamenta senza essere portatrice di un
progetto di società condiviso e ricco di possibilità sociali e
professionali per i giovani.
Sullo sfondo resta, per 800.000 docenti, un contratto scaduto da 18
mesi, per il quale il governo non ha ancora emanato uno specifico atto
di indirizzo, tanto più grave a quasi un mese dall’accordo raggiunto a
Palazzo Chigi. Sfuma così anche la possibilità che i 100 euro di
aumento annunciati, arrivino agli insegnanti in tempi brevi.
Il Coordinatore
nazionale
Prof. Alessandro Ameli
Roma, 25 giugno 2005