Comunicato stampa Riforma delle superiori in assenza di una politica del personale. Contraddizioni e incoerenze nel decreto di attuazione.
dal Coordinatore Nazionale Prof. Alessandro Ameli Roma, 27 gennaio 2005
Un giudizio negativo quello espresso ieri dalla Gilda nel corso dell’incontro tra il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti e le organizzazioni sindacali. Molte le questioni sollevate dalla Gilda nel suo intervento, altre soltanto annunciate ed oggetto di un documento in via di definizione. Ribadita in apertura la contrarietà di fondo della Gilda all’impianto generale della Riforma e ricordate le posizioni critiche espresse fin dalla emanazione della legge 53 nel metodo e nel merito. Relativamente all’articolato sulla secondaria la Gilda ha sollevato innanzitutto la questione delle finalità generali, in evidente e palese contrasto con una concezione della scuola laica e pluralista, così come disegnata dal dettato costituzionale. Posto l’accento sul sostanziale fallimento dell’obiettivo della pari dignità dei due canali del sistema: licei e formazione professionale. I percorsi prefigurati non sono certamente in equilibrio né sugli indirizzi generali, né sui livelli qualitativi e di istruzione e tanto meno sull’adeguatezza delle risorse. La Gilda ha quindi rappresentato il clima di allarme che si sta determinando nelle scuole in ordine alla mancanza di chiarezza sul trasferimento di competenze alle regioni dell’istruzione professionale statale. Il rischio di una perdita di identità nazionale del sistema istruzione è forte e il governo è chiamato a dare risposte certe in particolare a tutti quei docenti sui quali sembrerebbe pesare un destino di trasferimento in massa, con prospettive professionali ed umane inquietanti. Sollevato dalla Gilda anche un problema di più generale perdita di identità relativamente allo stesso sistema liceale così come prefigurato dall’articolato. I licei tradizionali infatti attraverso la soppressione o la riduzione di discipline che in questi anni ne hanno garantito l’eccellenza vengono inevitabilmente condannati alla mediocrità culturale e formativa. Stessa sorte, per altri versi, ai licei di indirizzo che sembrerebbero raccogliere l’eredità degli attuali istituti tecnici, anch’essi perdono le proprie specificità e il loro carattere professionalizzante divenendo inutilmente generalisti in ragione di riduzioni orarie e soppressione di discipline fondamentali. Proprio sulla riduzione soppressione, nuovi inserimenti, costruzione dei profili di uscita è stato chiesto dalla Gilda, ai fini di una più chiara comprensione, che venissero esplicitate le ragioni delle scelte compiute. In chiusura del suo intervento la Gilda ha rinnovato al Ministro il suo appello a mettere in cantiere una adeguata e parallela politica del personale docente che punti alla restituzione di prestigio e dignità ad una categoria professionale umiliata e lasciata a se stessa. E’ necessario che il governo adotti politiche retributive decisive per i docenti (non si poteva non ricordare che il contratto è scaduto da ben 13 mesi) e risolvere definitivamente la questione del precariato storico con l’assunzione in ruolo su tutti posti disponibili; condizioni necessarie, ad avviso della Gilda, per sostenere qualsiasi processo riformatore. Nella replica il Ministro, che non ha risposto direttamente alle numerose questioni sollevate dalle organizzazioni sindacali, ha assicurato la prosecuzione del confronto con l’obiettivo di arrivare ad una piattaforma condivisa sui principi generali. Proposti dallo stesso Ministro incontri con le singole O.S. per un confronto diretto sulle questioni sollevate e l’apertura di due tavoli sulle ricadute occupazionali e sulle classi di concorso. Previsti inoltre incontri tra Sindacati – Ministero - Regioni, per affrontare le più scottanti questioni dei trasferimenti di competenze in materia di istruzione professionale e soprattutto per risolvere i problemi legati al personale.
Roma, 27 gennaio 2005 Il Coordinatore nazionale Alessandro Ameli |