Il Ministro Moratti:

"Ecco il nostro piano d'azione per migliorare

le conoscenze dei nostri ragazzi

in Lettura, Matematica, Scienze".

In dieci punti la strategia del Miur dopo l'indagine Pisa-Ocse

che vede gli studenti italiani agli ultimi posti nelle competenze di base.

 

  Comunicato stampa del MIUR del 10 febbraio 2005.

 

Un piano d'azione in dieci punti per dare risposte concrete alla situazione emersa dall'indagine annuale Pisa-Ocse che, anche nell'edizione pubblicata lo scorso dicembre, come in quella del 2000, vede gli studenti italiani agli ultimi posti nelle conoscenze di base (lettura, matematica, scienze). Lo ha presentato il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, intervenendo oggi pomeriggio a Roma alla conclusione dei lavori della Conferenza tecnica nazionale appositamente convocata.

"La riforma della scuola", ha detto il Ministro, "oltre a rispondere alle esigenze di ammodernamento del sistema, intende dare soluzione anche al problema - che abbiamo ereditato - delle scarse conoscenze e competenze di base dei nostri studenti. La riforma non investe ancora il secondo ciclo. Contiamo di vedere i primi risultati del nostro piano d'azione proprio con l'applicazione della riforma delle superiori".

Alla Conferenza hanno partecipato i direttori generali del Ministero, gli ispettori delle tre aree disciplinari, rappresentanti dei docenti, dei capi d'istituto, delle associazioni professionali e delle forze sociali. Hanno affiancato i lavori di sei gruppi di studio riuniti a Roma, con riflessioni a livello locale, esperti e docenti riuniti in un centinaio di punti di collegamento in tutta Italia e collegati in videoconferenza.

"Per mettere a punto gli interventi operativi", ha detto il Ministro Moratti, "realizzeremo una cabina di regia nazionale collegata con cabine di regia regionali, in modo da monitorare le azioni svolte a livello delle singole istituzioni scolastiche. Dobbiamo agire con tempestività, in modo che già dalla prossima rilevazione Pisa si possa cogliere un trend positivo".

"L'indagine Pisa interpella l'intera nostra scuola sulle sue finalità", ha spiegato ancora il Ministro. "L'istruzione non deve esaurirsi con l'apprendimento di saperi astratti, ma deve, attraverso le conoscenze, promuovere abilità e competenze personali, che possono essere impiegate per affrontare meglio e con maggiore soddisfazione di sé e degli altri i problemi della vita quotidiana".

Ma ecco, in sintesi, il piano d'azione illustrato da Letizia Moratti.

1.     Dal sapere astratto alle competenze

Nella tradizione scolastica italiana è prevalente il fine della trasmissione di conoscenze ed abilità disciplinari. Gli studenti "bravi" sono spesso quelli che "sanno" e "ripetono" quanto si insegna loro.

L'indagine Pisa, in linea con la più recente legislazione scolastica dal Dpr 275/99 alla Legge di Riforma 53/2003, conferma l'esigenza di trasformare la scuola da "sistema organizzato per l'insegnamento" ad "ambiente di apprendimento" capace di portare gli studenti ad utilizzare i saperi scolastici per crescere come persone che vivono nell'attuale società complessa.

Occorre, pertanto, favorire una riflessione ampia e articolata sulle modalità di insegnamento delle discipline (Quale italiano? Quale matematica? Quali Scienze?), per spostare il baricentro dalla sola trasmissione di conoscenze e abilità astratte (eccessivi contenuti ed eccessive sequenze di tecniche esecutive) alla loro applicazione in contesti di problem solving.

 

2.     Puntare sulla formazione dei docenti

I docenti vanno sostenuti rispetto alle nuove modalità di insegnamento-apprendimento. Occorre una diversa "formazione iniziale" che, come sarà presto indicato nel decreto attuativo dell'art. 5 della Legge 53/2003, sarà di tipo universitario e altamente professionalizzante sia sul versante delle conoscenze che dal punto di vista della pratica educativa e didattica, appresa e verificata in periodi di tirocinio nelle scuole. Rispetto a questa futura formazione dei docenti, molto utili sembrano tutti gli spunti forniti dalle sessioni di questa conferenza, di cui terremo senz'altro conto.

Occorre, contestualmente, una diversa "formazione in servizio" che, come è emerso, metta i docenti in grado di progettare percorsi di formazione e auto-formazione, anche utilizzando le nuove tecniche di e-learning. Dobbiamo, insieme, promuovere un formazione che conduca ogni docente ad essere protagonista della ricerca educativa.

 

3.     Rafforzare le conoscenze, abilità e competenze in italiano, matematica, scienze

Per rafforzare le conoscenze e le competenze degli studenti in italiano, matematica e scienze sono necessarie le seguenti azioni:

§         Maggiore rigore nella verifica delle conoscenze e abilità realmente possedute dagli studenti durante e alla fine dei periodi didattici, in relazione ai livelli attesi per età e classe frequentata.

§         Assicurare agli studenti che non raggiungono i livelli attesi attività di recupero obbligatorie all'interno dei piani di studio.

§         Dare priorità all'interno dei piani di studio personalizzati (utilizzo delle ore opzionali obbligatorie/facoltative) al recupero e sviluppo delle competenze in italiano, matematica e scienze. Questo per consentire sia l'innalzamento dei livelli minimi sia per sviluppare l'eccellenza.

§         Incentivazione delle attività laboratoriali, come indispensabile modalità di apprendimento in situazione.

§         Utilizzo più diffuso degli strumenti didattici multimediali interattivi, per stimolare la curiosità e il desiderio di conoscenza degli studenti.

 

4.     Aumentare le sinergie e le opportunità di educazione informale

Le migliori pratiche ci indicano che una sicura qualificazione della didattica degli insegnamenti linguistici, matematici e scientifici proviene dall'attuazione di un rapporto sistematico tra scuola e università.

Allo stesso modo, non va trascurato che gli studenti vengono stimolati a validi apprendimenti anche attraverso attività di educazione informale e non formale di italiano, matematica e scienze. Ci si riferisce ai pacchetti formativi del sistema delle Biblioteche, dei Musei, delle Imprese, delle Associazioni ambientali, delle Amministrazioni territoriali che mirano a generare nei giovani comportamenti "colti", attraverso modalità diverse da quelle scolastiche, ma certamente coerenti con le finalità educative.

I piani dell'offerta formativa (Pof), nella valorizzazione più ampia possibile delle autonomie scolastiche, dovranno arricchirsi di queste occasioni di apprendimento ed invitare il maggior numero possibile di studenti ad aderirvi.

 

5.     Scambio delle migliori pratiche

Dalle rilevazioni Pisa emergono scuole più "indietro" di altre insieme a punte di "eccellenza". Negli Istituti Professionali gli studenti che non posseggono il livello più elementare delle competenze sono il doppio di quelli che si riscontrano negli Istituti Tecnici e il triplo di quelli dei Licei.

Occorre ridurre il "gap" tra i risultati delle scuole, potenziando ed innalzando i livelli di apprendimento per assicurare a tutti le competenze di base e diffondere l'eccellenza. Vanno a questo scopo monitorati costantemente (in ingresso ed in uscita) i livelli in italiano, matematica e scienze, nei diversi ordini di scuola.

Vanno altresì sviluppate le attività di personalizzazione e di orientamento e ri-orientamento continuo. Per questo gli Uffici scolastici regionali di competenza devono favorire gli scambi delle migliori pratiche con le aree del Paese che hanno riportato risultati più soddisfacenti.

Vanno inoltre utilizzate appieno le opportunità di scambio culturale e gemellaggio offerte dall'Unione Europea per aumentare le occasioni di crescita e di confronto per le nostre scuole.

 

6.     Dispersione scolastica: azioni di contrasto

Nei rendimenti degli studenti nelle diverse aree geografiche del Paese si registrano differenze marcate. Nel Nord la percentuale di studenti con "scarse" competenze in italiano è molto contenuta e in linea con quella dei Paesi con i risultati migliori. Viceversa, nel Sud la quota di studenti al di sotto della media è circa il triplo.

Nelle Regioni del Mezzogiorno la scuola si trova quindi ad operare in una situazione di svantaggio complessivo, sia economico che sociale. Le scuole situate nelle zone economicamente più sviluppate del Paese sono quelle che mediamente offrono anche un servizio migliore e potenzialmente aumentano il capitale umano delle giovani generazioni.

Ci proponiamo di invertire la rotta e di promuovere nel Sud iniziative forti che rendano il sistema educativo un ambiente sempre più stimolante per gli studenti e sempre più in grado di porsi come leva per lo sviluppo.

 

7.     Rapporto tra educazione e valutazione

L'educazione non è valutazione. Deve però essere vero il contrario: bisogna saper cogliere dalla valutazione, a tutti i livelli, un'opportunità molto importante per crescere, per essere più colti, più formati.

Spesso, tuttavia, capita che si teorizzi un reciproco "divorzio" tra i due momenti. Quasi che la valutazione della professione docente, dell'efficacia dell'azione didattica, dei risultati di apprendimento degli studenti, del valore aggiunto fornito dalla scuola alle competenze degli studenti sia una cosa diversa dall'educazione di ciascuno. Assumere questo collegamento aiuta invece a migliorare se stessi, gli altri e il proprio insegnamento.

 

8.     Servizio Nazionale di Valutazione

Ci siamo dotati del Servizio nazionale di valutazione. Esso ha quattro compiti principali: verificare all'inizio di ogni periodo didattico le conoscenze e le abilità degli studenti; procedere alla valutazione di sistema; predisporre le prove degli esami di Stato; utilizzare i risultati a sostegno dei processi di valutazione degli apprendimenti e di autovalutazione di istituto affidati all'autonomia delle istituzioni di istruzione e di formazione.

È indubbio che un monitoraggio sistematico dei livelli di apprendimento nazionali sulle abilità in italiano, matematica e scienze da parte del Servizio Nazionale contribuirà a migliorare l'efficacia sia del sistema, sia della didattica dei singoli docenti, che saranno così incentivati a valutare non solo le conoscenze ma anche le abilità degli studenti.

Ci aspettiamo, infine, che il Servizio Nazionale di Valutazione, nel predisporre le prove nazionali, tenga conto delle metodiche e dei risultati delle indagini internazionali.

 

9.     Preparazione al 2006: simulazioni

L'edizione 2006 Pisa-Ocse si concentrerà in modo particolare sulle scienze. Il 2005 è stato dichiarato dall'Unesco "Anno della fisica". Occorre arrivare preparati a questi appuntamenti. Il punto di partenza deve essere la diffusione e riflessione nelle scuole dell'indagine Pisa.

In particolare, trattandosi di indagine sui quindicenni, si propongono riflessioni approfondite e simulazioni da parte dei docenti di italiano, matematica e scienze delle scuole secondarie di 1° grado e del primo biennio delle superiori.

 

10. Strutture operative regionali a supporto di una migliore qualità degli apprendimenti

Per sostenere la scuola italiana in un'azione straordinaria per il miglioramento degli apprendimenti in italiano, matematica e scienze, variamo strutture operative nazionali e regionali a supporto delle scuole autonome (Task force nazionale e regionali) per incrementare la qualità complessiva del sistema.

I livelli regionali riferiranno sistematicamente al livello nazionale sulle azioni intraprese con gli altri soggetti coinvolti (Regioni, Enti locali, scuole autonome, Università, Indire, Invalsi, Irre, Associazioni disciplinari...), per assicurare il monitoraggio costante dei livelli di apprendimento in italiano, matematica, scienze ed incrementare la qualità complessiva del sistema.

Roma, 10 febbraio 2005