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Insegnanti Area Tecnologica

 

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Lettera al Ministro Moratti.

dall'Aniat.org del 7/2/2005

 

Torino 2005-02-07

 

                                                      Dott.ssa Letizia Moratti

                                                      Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca

                                                      Viale Trastevere 76 A

                                                      00153 Roma

 

Onorevole Ministro,

Le scriviamo prima della Conferenza del 9-10 febbraio p.v. per sottolineare, ancora una volta, che la cultura tecnologica  è stata accantonata e ignorata; a Roma si parlerà soprattutto di matematica e scienze perché noi italiani occupiamo gli ultimi gradini della graduatoria mondiale.

La tecnologia non interessa e lo abbiamo potuto constatare anche nelle bozze del decreto legislativo dei licei che, tra l'altro, vedranno ridotte le ore; come dire "meno si studia e più conoscenze-competenze si acquisiscono".

L'occasione è utile per spendere ancora due parole sulla Sua riforma per la quale a più riprese le abbiamo inviato il nostro pensiero, le nostre osservazioni, i nostri punti di vista che, forse, non sono stati compresi.

Pertanto Le sottolineiamo che dalla scuola secondaria di I grado, grazie soprattutto ai consigli del prof. Bertagna, è stata cancellata  la cultura tecnologica, rappresentata dalle tre ore di educazione tecnica.

Infatti, riducendo le ore da 30 a 27 è stato azzerato un cinquantennio di  studi, ricerche e sperimentazioni di un asse culturale che riteniamo fondamentale per lo sviluppo del ragazzo.

Che senso ha unire matematica e scienze a tecnologia?

Che senso ha penalizzare una cultura per ridurla ad un accorpamento in cui l'economia domestica svolge un ruolo fondamentale?

Che senso ha spalmare l'informatica su tutte le discipline? L'informatica è parte della tecnologia e non può essere da essa disgiunta.

Se il senso è quello del risparmio allora è una altra questione, ma dovrebbe essere chiaro e dichiarato l'obiettivo.

Insomma, si  interviene sempre sull'educazione tecnica, come già è avvenuto nel 1988 con la legge 426 che ha abrogato i gruppi di educazione tecnica a favore dell'insegnamento modulare nella ex scuola elementare.

Se la Sua riforma introduce nella scuola elementare la disciplina tecnologia e informatica, a nostro modesto parere, nella scuola secondaria di primo grado, questa disciplina deve potere avere un suo prosieguo, un suo sviluppo e una sua autonomia e non essere ignorata e/o asservita ad altri insegnamenti; è necessario un curricolo in verticale che si concluda con la scuola media superiore, ora secondaria di II grado.

Unire la tecnologia alle scienze matematiche vuol dire non insegnare né scienze, né tecnologia, favorire solo un curricolo, cancellare una cultura tecnologica che nella quotidianità è fondamentale al pari della cultura umanistica, scientifica, artistico-musicale, ecc.

 

Sovente si sente dire che la tecnologia è trasversale, noi sosteniamo che anche l'italiano è una disciplina trasversale e quindi, logica vorrebbe che essa (italiano) dovesse seguire le sorti dell'educazione tecnica o tecnologia.

Una delle soluzioni per la tecnologia poteva essere quella di martedì scorso 1° febbraio u.s. con il decreto sulle classi di abilitazione (pubblicato da Italia Oggi); la commissione aveva "partorito" due classi di concorso distinte e separate:

1. Matematica
2. Scienze e tecnologia

Una soluzione passabile, accettabile, attuabile e percorribile in quanto (forse) avrebbe risolto parte di quei problemi per i quali è stata convocata una Conferenza  il 9-10 febbraio p.v.

Anche questa volta, però, il diavolo ha messo la coda e quindi il decreto per ordini superiori è stato ritirato; le motivazioni?

Eccole:

1. Il decreto non era in linea con le Indicazioni Nazionali della scuola secondaria di I grado, che devono portare ad un'unica classe di concorso: matematica, scienze e tecnologia;

2. Le indicazioni nazionali non devono essere ritoccate anche se sono previsti interventi entro diciotto mesi dalla loro attuazione nella scuola (settembre 2004 - aprile 2006).

3. Non bisogna favorire gli insegnanti di Educazione Tecnica per i quali il MIUR decreterà, bontà sua, una morte rapida provocata deliberatamente per porre fine alla cultura tecnologica.

In definitiva Lei distrugge una disciplina, una categoria, azzera una cultura e vanifica il lavoro di mesi di una commissione i cui componenti, pur profondendo energie, impegno, senso del dovere, hanno visto respingere le proposte per il capriccio di qualcuno che conosciamo bene (Bertagna???).

Comunque, egregio Signor Ministro, l'Aniat non demorderà dalle iniziative intraprese in quanto chiede:

1. riportare le ore da 27 a 30 nella scuola media (peccato che la dizione sia stata modificata)

2. assegnare tre ore a tecnologia e informatica scorporandola dalla matematica

3. formulare una classe di concorso tecnologia e informatica

4. assegnare l'insegnamento di tecnologia e informatica agli attuali docenti di Educazione tecnica

Richieste impossibili? No! È solo volontà politica!

Le ricordiamo, concludendo, che gli attuali insegnanti di Educazione Tecnica sono così suddivisi:

- 17.500 di ruolo;

- 1.200 inseriti nella graduatoria nazionale (unica rimasta dal 1988) per l'immissione in ruolo;

- 2.500 precari in servizio;

- 2.200 aspiranti insegnanti che frequentano le SIS per la classe di concorso A033 (educazione tecnica) con enormi sacrifici, spese esorbitanti e la sorpresa finale di non potere accedere alla classe per cui conseguono il titolo (truffati e gabbati? Per non dire altro).

Restiamo in attesa di Sue eventuali notizie in merito, salutandola distintamente e dubbiosamente in quanto ci chiediamo sempre, ma il Ministro avrà letto (ieri o oggi) qualche nostra proposta, osservazione o documento? I filtri sono tali e tanti che per arrivare alla dott.ssa Moratti ci vuole l'intervento di un Ente Superiore.

 

                                                           Il Presidente Nazionale

                                                           Prof. Leone Cesare