COMUNICATO STAMPA Immissioni in ruolo nella scuola atto dovuto e inadeguato: Nei prossimi 5 anni andranno in pensione 200.000 docenti. dal coordinatore coordinatore nazionale della Gilda, A. Ameli, 5 agosto 2005.
I trionfalismi del ministro Moratti sulle immissioni in ruolo ci sono parsi decisamente fuori luogo. Intanto i conti non tornano non sono 130.000 i neoassunti, come dichiarato dal ministro, ma molti di meno. A conti fatti nemmeno il turn over è stato coperto. Si è proceduto invece nella politica dei tagli. Le necessità reali della scuola italiana sono ben diverse ed era necessaria una scelta politica definitiva e ben più importante di quella effettuata. Le percentuali dello stesso ministero che hanno definito i criteri delle assunzioni mostrano segnalano le dimensioni del problema: appena il 50% dei posti cosiddetti “vacanti e disponibili” è stato coperto con le assunzioni. Questa tipologia di posti rappresenta solo una parte delle effettive necessità, restano infatti fuori tutte le disponibilità necessarie a coprire “l’adeguamento degli organici alla situazione di fatto” che saranno destinati alle supplenze e che, sulla base dei contratti stipulati l’anno scorso, ammonteranno a oltre centomila posti. La situazione diverrà più grave l’anno prossimo e negli anni successivi per effetto dei pensionamenti. Tutta la questione andava posta in termini diversi e risolta attraverso un piano, come quello che la Gilda ha proposto, con il quale si sarebbero risolte non soltanto le urgenze di ora, ma anche i problemi futuri che saranno creati dagli oltre 200.000 docenti sulla strada della pensione. I vuoti d’organico saranno enormi, molte aree di insegnamento resteranno scoperte, la nostra scuola precipiterà ulteriormente nelle classifiche internazionali. La GILDA ribadisce l’urgenza di un approccio serio e pragmatico alla questione del personale a partire dalla stabilizzazione di tutti precari storici e richiama l’attenzione del ministro Moratti e di tutte le forze politico-sindacali sul progetto di legge presentato sulla base dei dati raccolti in un libro bianco sul precariato scolastico. Applicando quel progetto si potrebbero fin d’ora assumere a costo zero altri 30.000 precari e, nei prossimi 5 anni, arrivare a mantenere la promessa del Ministro Moratti di 200.000 assunzioni. I problemi non sono solo questi come opportunamente ci ricorda l’OCSE infatti i nostri docenti sono agli ultimi posti nelle classifiche anche per retribuzione e motivazioni. Non è più rinviabile una politica scolastica in grado di trattenere i docenti a scuola e rendere la professione appetibile per i giovani. Chiediamo al Ministro di lasciar perdere con le rivendicazioni sul poco fatto e di aprire un confronto serio con i sindacati per definire le scelte sul molto ancora da fare, soprattutto per i docenti.
Il Coordinatore nazionale Alessandro Ameli |