L'AMARO IN BOCCA DEI PRECARI
dal Coordinatore della Gilda di Milano, A. Scebba, 23/9/2004
Migliaia di docenti precari sono transitati nei CSA e nelle scuole polo della Lombardia alla ricerca di una cattedra o di uno spezzone. Abbiamo assistito a situazioni drammatiche, a cattedre e spezzoni che apparivano all'ultimo momento a seguito di segnalazioni da parte di docenti prossimi alla chiamata. Abbiamo assistito ad attese estenuanti di docenti per giorni interi con un panino e una bottiglietta d'acqua minerale. "Siamo stufi di essere trattati così, come carne da macello. Siamo laureati", protestavano alcuni. I luoghi di convocazione sono stati affollati anche dagli aspiranti che non comparivano fra quelli convocati e che coltivavano la speranza che il numero di rinunce fosse tale da far scorrere la graduatoria fino alla loro posizione, anche se sapevano che in caso di esaurimento dei convocati l'amministrazione doveva pubblicare un nuovo elenco e fissare una nuova data. E' capitato anche che il docente presa la nomina e recatosi nella scuola per prendere servizio non abbia trovato la cattedra o lo spezzone. Allora di corsa in provveditorato o nella scuola polo per risolvere la questione. Intanto continuavano a nominare e il malcapitato è stato costretto a scegliere tra quello che era rimasto. La novità da sottolineare quest'anno è stata quella delle nomine assegnate da un pool di presidi delle cosiddette scuole polo, ma con un iter che si doveva concludere successivamente con la ridicola stipula del contratto tra il docente e il dirigente scolastico nella scuola di servizio. Un atto burocratico voluto dall'autonomia scolastica che è servito solo ad allungare le procedure di nomina e a far risparmiare qualche spicciolo sulla pelle dei precari.
Calato il sipario sulle nomine provinciali la "palla" passa ai dirigenti scolastici per la nomina sugli spezzoni di cattedra rimasti. Chi è rimasto con l'amaro in bocca per non essere riuscito ad ottenere un incarico annuale spera ora nella chiamata da parte delle scuole per una nomina, ovvero per stipulare un contratto, "fino all'avente diritto", cioè fino a quando verranno pubblicate le nuove graduatorie. Così questi si viene a trovare nella condizione di essere doppiamente precario perché scalzato da un altro precario che lo precede nelle graduatorie che verranno aggiornate dopo che le scuole avranno inserito i dati degli aspiranti. Lo stesso Ministero, con una nota, precisa che "la pubblicazione delle graduatorie di circolo e di istituti di prima fascia per l'anno scolastico 2004/05 non appare compatibile con l'effettivo inizio delle lezioni, i Dirigenti scolastici utilizzeranno le analoghe graduatorie valide per l'anno scolastico precedente attribuendo rapporti di lavoro "in attesa dell'avente titolo ..." .
Ancora una volta s’inizia un anno scolastico precario, con docenti precari e con gli alunni che vedranno il solito carosello di insegnanti che si alterneranno in cattedra in barba agli sbandierati interventi tranquillizzanti del ministro Moratti e del direttore regionale Dutto.
La situazione degli "insegnanti stagionali" sembra senza soluzione. Il ministro Moratti ha fatto di tutto per far litigare i precari tra di loro con assegnazioni di punteggi ingiusti (vedi quelli assegnati ai docenti che hanno prestato servizio nei comuni di montagna). Eppure la soluzione è molto semplice per diminuire drasticamente il fenomeno del precariato e non continuare a mortificare per anni laureati che anno vinto più di un concorso per insegnare: IMMETTERE IN RUOLO SU TUTTI I POSTI VACANTI. Ma il ministro su circa 100.000 cattedre disponibili ha immesso in ruolo solo 12.500 docenti. Il progetto è evidente: quando la riforma Moratti sarà a regime le cattedre verranno falcidiate, i pensionati non verranno sostituiti. E tutti i precari di oggi che fine faranno? E cosa hanno fatto i docenti per manifestare il loro dissenso? Di tutto. Manifestazioni, occupazioni di direzioni regionali e CSA, lettere ai parlamentari e telegrammi al Presidente della Repubblica. Tutto il mondo politico nonostante ciò è rimasto insensibile. E' evidente che ci troviamo di fronte ad un “muro di gomma” che può essere abbattuto solo con una mobilitazione straordinaria, senza precedenti, contro la riforma Moratti e per la copertura delle cattedre con docenti di ruolo. |