COMUNICATO STAMPA
 
Roma, 16 maggio 2003

SETTE MESI DI TRATTATIVA PER MORTIFICARE ANCORA I DOCENTI

Una trattativa trascinatasi tra le pretese dell’Amministrazione di allargare il potere dei capi di istituto e quelle dei sindacati tradizionali di non modificare nulla rispetto al passato hanno portato ad un contratto che ancora una volta fallisce l’obiettivo di ridare dignità, prestigio e motivazione ai docenti i quali da questo contratto otterranno ben poco. 

Sul piano retributivo incrementi medi netti in busta paga inferiori ad 80 euro (docente di scuola elementare con 20 anni di servizio), lo stipendio europeo resta una chimera nonostante le alchimie dell’Aran sulla RPD non sembra recuperata neppure l’inflazione reale.

Sul piano normativo resta, al di là di qualche petizione di principio, tutto come prima con molte complicazioni introdotte e tali da amplificare all’infinito il già altissimo livello di conflittualità delle scuole.

In quanto alla valorizzazione professionale, nonostante quanto previsto dall’atto di indirizzo del Governo, la trattativa non è stata capace di perseguire, qualsiasi sia pur timido avvio del riconoscimento della specificità del ruolo docente, appiattito dalle attuali norme contrattuali sui livelli impiegatizi.

E’ stata perfino negata la semplice suddivisione delle risorse destinate alla contrattazione integrativa tra il personale docente e quello amministrativo e finanche la semplice operazione tipografica della distinzione delle norme relative ai docenti e al personale amministrativo.

Per queste ragioni, già chiarissime alcuni giorni fa, la Gilda ha deciso di ritirare la propria delegazione e di rimandare ogni ulteriore decisione agli Organi interni dell’Associazione.

La GILDA, in questa delicata fase di trasformazioni, che toccano la Scuola italiana si rivolgerà direttamente agli insegnanti, dei quali si sente di interpretare lo stato d’animo, perché siano ben chiare le diverse responsabilità.
 

Il Coordinatore nazionale GILDA
Alessandro Ameli

Roma, 16 maggio 2003.