quale destino dopo le riforme? Gli ultimi anni hanno visto la Scuola tutta essere invasa (se non aggredita) da una vera e propria “raffica” di leggi di Riforma. La difficoltà maggiore, oltre al timore - a volte legittimo - di affrontare il nuovo, consiste nel tentativo di comprendere le conseguenze di innovazioni radicali. Due leggi stanno assommando un notevole carico di cambiamenti totali che investono sia l’organizzazione, che il futuro dell’istruzione del nostro Paese: la Riforma del titolo V della Costituzione (ora Legge 3 Costituzionale, 18 Ottobre 2001), voluta dal governo di centro sinistra e la riforma degli ordinamenti scolastici, voluta dal governo di centro destra (ora Legge 53, 28 Marzo 2003). Dal combinato disposto di queste due norme derivano cambiamenti che, ancora, non sono evidenti. In parte, perché le decisioni operative spettano ad una pluralità di soggetti istituzionali (Stato, Regioni, Comuni), in parte, perché tattiche di vario genere si stanno organizzando in un contesto assai fruttuoso per le dinamiche politiche. Tra le tante materie ancora incerte
La separazione - voluta dalla riforma costituzionale - tra Istruzione e Istruzione e formazione professionale, con attribuzione della prima allo Stato e della seconda alla legislazione esclusiva delle Regioni, nonché la Riforma degli ordinamenti che si occupa del sistema dei Licei, lasciano irrisolto il problema della destinazione degli attuali Istituti tecnici e dei Professionali di Stato. Un numero consistente di cittadini
(docenti e famiglie) attende di sapere per tempo, e per civile informazione,
quali siano le proposte in merito.
L’istruzione tecnica ha formato in Italia generazioni di tecnici, riconosciuti e apprezzati nel mondo del lavoro e in quello della ricerca. Fornisce validi strumenti culturali e professionali anche per il proseguimento degli studi superiori, eppure oggi viene inglobata in un silenzio che sembra preludere ad una morte per inedia. Così infatti potrebbe succedere se, in tempi brevi, non verranno sciolti i nodi del suo “destino”. Per evitare tutto ciò, la
Gilda apre la rubrica “Tecnici e riforma”
sul proprio sito (www.gildains.it)
interamente dedicata a questo delicato problema.
Ma non solo. Se capire è essenziale e
preliminare ad ogni azione, da sé non è sufficiente.
Per questo, la Gilda propone
questa rubrica anche come luogo di raccolta di suggerimenti da parte degli
insegnanti, idee il cui obiettivo coincida con quello a cui si faceva riferimento
sopra.
|