Arlekin |
||||
Un Tamagotchi per Pisacane Con Makiguchi abbiamo più difficoltà che con Tamagotchi. Il secondo è nato nel ’96. Gli abbiamo dato da mangiare. Accesa e spenta la luce. Giocato con lui. Ripuliti i bisognini. Gli abbiamo fatto iniezioni se si ammalava. Ne abbiamo controllata l'età, il comportamento, la fame, il peso, la felicità (e altre cose, ricavandone punteggi). Se non obbediva l’abbiamo sgridato. Tutto dentro un ovetto elettronico. E Makiguchi? Per ora se ne parla solo a Roma. Non è da allevare, ma utile per allevare. Non dentro ovetti elettronici, ma nelle scuole. E’ un pedagogo, Tsunesaburo Makiguchi. La preside d’una materna ed elementare romana vuol mettere il suo nome al posto di “Pisacane”. Il consiglio d’istituto sta con lei, perché a scuola ci vanno 270 bambini di 24 etnie diverse (all’ingrosso il 90% di alunni stranieri). Con la dirigente (contro Pisacane, con Makiguchi), sta anche il capogruppo della Sinistra al Consiglio regionale del Lazio. Contro di lei stanno il «Comitato mamme della Pisacane», una senatrice della Lega, un deputato del Pdl. Laura Marsilio, assessore alla Scuola del Comune di Roma, si oppone a una seconda sconfitta dell’eroe risorgimentale: «Serve continuità tra presente e passato – ha detto – per un’imprescindibile identità comune». Non sappiamo da che parte stare. Provinciali come siamo, conosciamo (quasi) tutto di Tamagotchi, niente di Makiguchi. Nutriamo d’altra parte istintiva simpatia per l’utopista che credette (sbagliando tragicamente) nel Cilento rivoluzionario. Mettiamola così. Cerchi la preside uno sponsor, che finanzi l’impresa di mettere Pisacane dentro un ovetto elettronico. Così i bimbi della “Makiguchi” giocheranno a far vincere lo sfortunato eroe risorgimentale contro preti e latifondisti. Curandolo trepidanti (per il punteggio, si capisce) se cade colpito dalle truppe dei Borboni. In cambio, accetteremo senza riserve la seconda sconfitta di Pisacane, questa volta (chi l’avrebbe detto) contro il Giappone. Arlekin |