Arlekin |
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“[…] stiamo studiando con l' Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico un progetto che prevede corsi di formazione per gli insegnanti e di preparazione per gli studenti basati solo sui test dell'Ocse.” Non l’ha detto il ministro per la semplificazione – solo uno sprovveduto potrebbe pensarlo – ma quello dell’istruzione (intervista su Repubblica, 25/08/08). Con buona pace di Galli Della Loggia – la crisi non starebbe tanto nei “pessimi risultati ottenuti dagli studenti della nostra scuola nei confronti internazionali”, non essendo altro che “la crisi dell'idea d'Italia” (Corriere, 21/08/08) – la chiave di lettura storica si può buttare. Dopo le ultime sassate contro la parte inferiore (meridionale) dello specchio nazionale, sarà bene imparare a specchiarsi in frantumi sempre più ridotti. Mentre lo specchio intero deforma, il frammento forma. I ministri che semplificano e quelli che istruiscono (sui test) lo sanno bene. Semplice e geniale al contempo, il nuovo paradigma pedagogico-didattico era già tutto nell’acronimo (“Ocse”: Occorre casomai semplificare estremamente). Bastava badare al “particulare”. Meno Machiavelli e più Guicciardini, potremmo anche dire (ma non vogliamo – anzi, non dobbiamo – complicare inutilmente le cose). Arlekin |