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Aspettando Bond


Nelle spy-stories di Fleming, “M” è il Super-capo del Superuomo (di massa) James Bond. Il cinema gli ha dato una faccia (d’uomo, ma anche di donna). Il “professor M.” in cronaca, invece, una faccia ce l’ha e non ce l’ha. E’ provvisto anche lui di licenza d’uccidere (l’istruzione), rilasciata dallo Stato. Super-assenteista, non è un Superuomo di massa, su cui non svetta perché sprovvisto di doti uniche. Il “professor M.” è anzi così comune, che parecchi sosia ne possono prendere il posto, nascosti lontano dal posto di lavoro come lui: “[…] è raro che uno studente non incontri almeno un professor M. nel corso dei suoi studi” (P. Ichino, “Se il cittadino chiede i danni”, Corriere della sera, 16/07/2007).

La Spectre di cui fanno parte “M.” e i suoi sosia, che tradiscono lo stato, trama specialmente contro la Scuola Pubblica. Su di loro, i Dirigenti (com’è ovvio) non hanno alcun reale potere. Al servizio di Sua Maestà, come nel Regno Unito (dove si chiama “civic auditing”), possono agire solo padri, madri e figli coraggiosi: “Almeno nella scuola […] i cittadini devono imparare a essere molto meno pazienti. Lo Stato […] deve incoraggiarli” (Ichino cit.).

Distratti dalle assenze degli studenti, non ci eravamo accorti dei colleghi spariti. Per fortuna che letteratura di massa e media ci tengono in stato di all’erta. Mentre aspettiamo Bond. James Bond.

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