Riprendono i lavori dell'«azienda» Scuola. da Educazione & Scuola del 9/9/2005
Conto alla rovescia per la totale ripresa dei lavori nella più grande «azienda» del Paese: la Scuola. Un universo che coinvolge, in maniera più o meno diretta, circa la metà degli italiani. Con i suoi 7 milioni 600mila alunni delle scuole statali, oltre otto milioni e mezzo se si considerano anche le scuole paritarie, un milione e 100mila unità di personale scolastico statale dipendente, poco meno di 11mila istituzioni e circa 42mila «punti di erogazione», il sistema scuola è certamente uno dei più grandi del Paese. Se, poi, a questi semplici dati «interni all’apparato» si aggiungono quelli relativi a tutte le altre persone che, direttamente o indirettamente, hanno con la scuola rapporti organici e continuativi si può cogliere la vastità del sistema. Se studenti e personale sono direttamente coinvolti, esiste poi una moltitudine di persone che, anche se relativamente più distaccate, sono, comunque legate alle sue sorti e vicissitudini. La scuola viene così a coinvolgere la metà della popolazione italiana. Agli «attori diretti» vanno, infatti, aggiunti circa 17 milioni di genitori (senza contare altri familiari che, soprattutto nella prima età dei minori, li assistono e accompagnano, nonchè i vari addetti a mense o trasporti).
Non solo,
il sistema scuola è anche quello che fa registrare il più alto numero
di «utenze» annue. A sottolinearlo è l’annuale rapporto del Miur su
«La scuola Statale: sintesi dei dati», pubblicato sul sito del
Ministero e relativo all’anno scolastico 2004-2005. Facendo
riferimento solo agli alunni, si osserva, che nella scuola, a
differenza di quanto accade negli altri servizi pubblici (trasporti,
sanità), i «fruitori» transitano non solo per qualche ora o in qualche
giorno ma sono presenti per un arco consistente della giornata per
almeno 200 giorni lavorativi l’anno «per una utenza annua complessiva
- rileva il rapporto - di un miliardo e mezzo di presenze». Se è enorme il numero delle persone coinvolte non è da meno il numero delle strutture e delle articolazioni. Il «sistema scuola» è infatti un sistema assai complesso, costituito da 42mila «punti di erogazione del servizio» (plessi, scuole, istituti, sedi e sezioni distaccate) e da poco meno di 11mila istituzioni scolastiche, cui è preposta una funzione dirigenziale, che rappresentano l’unità amministrativa centrale di organizzazione, gestione e coordinamento delle scuole sul territorio, e a cui è riconosciuta personalità giuridica pubblica con conferimento di autonomia finanziaria, gestionale, didattica e organizzativa. Presente su tutto il territorio nazionale, fino alle sedi più lontane (i servizi scolastici sono presenti infatti, in quasi il 90% dei comuni italiani, compresi quelli di ridotte dimensioni di popolazione), per il suo funzionamento si adoperano, oltre che insegnanti ed altro personale scolastico, Enti Locali che integrano e sostengo il servizio scolastico con tutte le misure di accompagnamento necessarie per assicurare le condizioni di funzionalità logistica per la popolazione scolastica: trasporti, mense, manutenzione, riscaldamento, illuminazione; nonchè centri intorno ai quali gravitano iniziative, attività, progetti, interessi e interventi amministrativi. Quando si parla di scuola, comunque, il dato che colpisce è il numero di addetti. Tra dirigenti, insegnanti e personale Ata (Amministrativo, tecnico e ausiliario) la scuola statale impiega circa un milione e 100mila addetti: una quantità di operatori da far impallidire le più grandi aziende nazionali, rileva il rapporto. Senza contare che a questo dato vanno aggiunte decine di migliaia di altri docenti con rapporto di lavoro precario.
Una massa
non indifferente di dipendenti, caratterizzati da una serie di profili
professionali diversi e che si connotano per i due grandi
raggruppamenti degli insegnanti e del personale Ata, secondo un
rapporto di forza di tre docenti per ogni unità di addetto ai servizi.
Le istituzioni scolastiche - dimensionate e costituite dalle Regioni dal 1 settembre 2000 per cinque anni, al termine dei quali se ne potrà vedere il ridimensionamento - nell’anno scolastico 2004/2005 sono risultate 10.780 di cui il 70,16% del I ciclo di istruzione (2.598 circoli didattici, 3.435 istituti comprensivi e 1.530 istituti principali di I grado) e il 29,84% del II ciclo di istruzione (2.279 istituti principali di II grado e 938 istituti di istruzione secondaria superiore. Di queste istituzioni scolastiche fanno parte anche 41 istituti con particolare configurazione (gli omnicomprensivi) che organizzano e coordinano al loro interno scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione. A queste istituzioni scolastiche vanno aggiunte 142 istituzioni educative (convitti ed educandati). Le istituzioni scolastiche, cui è preposto un dirigente scolastico, presiedono all’organizzazione e all’amministrazione di 41.766 punti di erogazione del servizio, i tre quarti dei quali circa sono costituiti da plessi di scuola primaria (16.145) e da scuole dell’infanzia (13.601), diffusamente distribuiti sul territorio spesso di dimensione ridotta. Le scuole secondarie di I grado, nel loro insieme di istituti principali e di sezioni associate, sono 7.037 mentre gli istituti secondari di II grado, nelle loro varie tipologie (licei, tecnici, professionali) sono costituiti da 4.983 tra sedi principali e sezioni associate. Raffrontando la situazione attuale delle 41.766 scuole funzionati con quella di dieci anni fa, rileva il rapporto del Miur, si può rilevare come siano state chiuse nel corso del decennio più dell’8% delle scuole funzionanti nel 1995/96, ovvero 45.424. Nella prima metà del decennio sono state chiuse 3.711 scuole, soprattutto piccoli plessi scolastici e scuole di ridotte dimensioni e sono stati i settori dell’infanzia, della primaria e della secondarie di I grado ad essere interessati da tale ridimensionamento. Nei dieci anni considerati la scuola statale dell’infanzia ha avuto una riduzione dell’1,5% dei suoi punti di erogazione del servizio (attualmente sono attivi 13.601). Considerato che questo è avvenuto in presenza di un aumento costante di iscritti, si è avuto di conseguenza un aumento sensibile del numero di sezioni per accogliere la nuova popolazione scolastica e un aumento di bambini per sezione. Nella scuola primaria sono stati chiusi più di duemila plessi scolastici, quasi tutti nella prima metà del decennio. Attualmente i plessi si sono ridotti a 16.145. La stessa sorte ha riguardato la scuola secondaria di I grado che ha visto chiudere tra il 1996/’96 e il 2004/’05 più del 15% delle sedi scolastiche funzionanti, e quasi tutte nell’arco dei primi cinque anni, attestandosi quest’anno a 7.037 scuole funzionanti. Gli istituti di istruzione secondaria hanno invece risentito minimamente della chiusura delle scuole, anche se nei primi anni del decennio avevano subito una certa riduzione delle cinquemila sedi funzionanti nel 1995. Grazie all’innalzamento dell’obbligo scolastico, l’aumento di iscritti ha costretto le amministrazioni locali a cercare nuove sedi e riconvertire edifici scolastici, determinando un graduale aumento delle scuole che quest’anno sono 4.983, cioè solo 49 in meno rispetto a dieci anni fa.
Gli alunni
di tutte le scuole statali nell’anno scolastico appena trascorso erano
7.676.269, cioè 6.764 in più dell’anno precedente, pari all’incremento
non rilevante dello 0,1%. Dieci anni prima gli alunni erano
complessivamente 43.632 in più (mezzo punto percentuale di
differenza). La scuola statale dell’infanzia nel decennio ha mantenuto costante l’incremento di iscrizioni, tanto che nell’anno scolastico in corso ha sfiorato il milione di bambini iscritti (978.073) con un incremento, rispetto a dieci anni fa, di circa il 10%. Le ragioni del trend, spiega il Miur, possono essere individuate nel fatto che complessivamente l’intero sistema dell’infanzia (pubblica e privata) è percepito sempre più come servizio educativo oltre che assistenziale, determinando un aumento della domanda delle famiglie con conseguente innalzamento dei livelli di scolarizzazione, ormai attestati intorno al 96-97% dei bimbi tra i 3 e i 5 anni. Il numero degli alunni della scuola primaria, che attualmente supera i due milioni e mezzo (2.524.508), ha subito nel corso del decennio una sensibile diminuzione a cominciare dal 1999-2000 nonostante la presenza significativa di alunni stranieri. Solamente dall’anno scolastico 2003/04, per effetto dell’anticipo di iscrizione alla prima classe disposto dalla legge di riforma 53/2003, la tendenza negativa è stata temporaneamente fermata e invertita. Ciò non ha tuttavia impedito di registrare per l’anno in corso una diminuzione complessiva dell’1,2% rispetto ai livelli di 10 anni fa. La scuola secondaria di I grado, con poco meno di un milione 700mila alunni (1.694.451), è il settore in cui si è registrata la maggior flessione del numero degli iscritti (oltre il 6% di decremento). Una tendenza negativa che si è momentaneamente interrotta tra il 2000 e il 2001 per effetto dell’onda «lunga» della popolazione scolastica che proveniva dalla scuola primaria ma che è immediatamente ripresa negli anni successivi. Sfiora invece i 2,5 milioni di alunni (2.479.237) la scuola secondaria di II grado che, per effetto dell’innalzamento dell’obbligo, dal 1999 ha decisamente invertito la precedente tendenza negativa che l’aveva vista dal 1995/96 in decremento continuo (quasi 5% in meno nell’arco di un triennio). Ora, invece, la quantità di popolazione è tornata ai valori del 1995, con un trend destinato ad aumentare ulteriormente anche per effetto delle nuove norme sul diritto-dovere, destinate a coinvolgere un sempre maggior numero di studenti nel sistema di istruzione.
Nella
scuola secondaria di II grado il 34,24% degli studenti del primo anno
frequenta gli istituti tecnici, il 23,38% gli istituti professionali,
il 20,95% il liceo scientifico, il 10% il liceo classico, il 7,39% il
nuovo istituto magistrale, il 4,03% gli istituti d’arte e i licei
artistici. I licei (classici, scientifici e magistrali) hanno attualmente al primo anno di corso il 38,35% degli studenti contro il 33,95% di dieci anni fa. L’incremento complessivo è stato, quindi di 4,5 punti percentuali, segnando, anche in rapporto all’attuale situazione degli istituti tecnici, un deciso spostamento nelle scelte scolastiche dei giovani italiani. Per quanto riguarda gli alunni portatori di handicap il rapporto del Miur rileva che nell’ultimo anno scolastico erano inseriti nelle scuole statali, dall’infanzia alle superiori 156.639 studenti, cioè il 3,5% in più rispetto all’anno precedente. Rispetto all’anno scolastico 1995-’96 il numero di alunni portatori di handicap inseriti è aumentato di oltre il 45% passando dai quasi 117mila del ’98-’99 agli oltre 156 mila attuali anche per effetto dei recenti aumenti degli inserimenti nelle superiori che hanno superato attualmente le 33 mila unità, con un incremento superiore al 227% rispetto ai circa 10 mila del ’98. Dieci anni fa vi era un rapporto tra alunni disabili e popolazione scolastica dell’1,38% mentre ora è del 2,04%. Tuttavia l’incidenza del numero di alunni in situazione di handicap sul totale della popolazione varia a seconda dei settori scolastici: è del 3,03% nella secondaria di I grado, del 2,41 nella scuola primaria e dell’1,17% nella scuola dell’infanzia. Negli ultimi dieci anni il numero delle classi e delle sezioni si è ridotto di quasi il 4%, passando dalle 387.334 classi del 1995 alle 373.177 attuali. Il settore che registra da sempre un costante aumento di sezioni è la scuola statale dell’infanzia che nel 2004-2005 ha funzionanti 41.688 sezioni cioè 221 in più rispetto all’anno precedente e nel decennio ’95-’05 ha avuto l’incremento complessivo, ad andamento costante, del 10% del numero di sezioni, in termini analoghi all’incremento del numero di bambini iscritti. Ciò ha fatto si che il rapporto del numero di bambini per sezione sia rimasto sostanzialmente inalterato, nonostante alcune minime variazioni nel corso degli anni: era infatti di 23,5 bambini per sezione nel ’95-’96 ed è nuovamente di 23,5 nel 2004-2005. Di segno opposto l’andamento del numero delle classi nella scuola primaria che, già a cominciare dal 1990 quando la legge di riforma dell’ordinamento elementare aveva introdotto variazioni strutturali al settore, è andato gradualmente diminuendo, anche per effetto della chiusura di piccoli plessi e di consolidamento in edifici più ampi e adeguati, con un andamento costante e con una contrazione nell’ultimo decennio di circa 11mila classi. Alla sensibile contrazione del numero di classi funzionanti (-7,5%), non ha corrisposto, però, una eguale flessione del numero di alunni nel decennio che ha determinato un consistente aumento del numero medio di alunni per classe. Tale rapporto, infatti, che nel ’95 era di 17,26 alunni è salito, al termine del decennio, a 18,42 alunni per classe. Nel 2004-2005 le classi di scuola primaria sono state 137.024, cioè 438 in meno di quelle dell’anno precedente. Analoga la situazione della scuola secondaria di I grado per quanto riguarda l’andamento delle classi funzionanti che, addirittura, ha registrato, nel decennio considerato, una diminuzione del 10,6. Attualmente le classi di scuola secondaria di I grado funzionanti sono 80.025 contro le 9.540 del ’95. Parallelamente, però, anche se con una minore incidenza (-7%), vi è stata anche una diminuzione del numero degli alunni determinando un diverso rapporto alunni/classe, con un innalzamento della media nazionale. Nel 95 vi era stata una media di 20,14 alunni per classe, quest’anno la media è salita a 21,17 alunni per classe. Nella secondaria di II grado l’andamento del numero delle classi ha direttamente risentito delle variazioni della popolazione scolastica determinate dall’innalzamento dell’obbligo. Pertanto, a cominciare dal 1999 la tendenza alla diminuzione del numero di classi si è decisamente invertita, portando annualmente alla costituzione di un discreto numero di nuove classi (con la sola eccezzione dello scorso anno, quando il numero nazionale era diminuito di 250 unità), fino ad avere nell’anno in corso 114.440 classi, cioè il 2,4% in più rispetto al ’95-’96. Anche per quanto riguarda i professori si è registrata, nell’ultimo anno, una diminuzione. Nell’anno scolastico 2004-2005, infatti, il personale docente, con contratto a tempo indeterminato e determinato annuale in servizio nelle scuole statali, è di 732.179, cioè circa settemila in meno rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda i docenti di sostegno, preposti all’integrazione di alunni in situazione di handicap che quest’anno hanno raggiunto i 156.639, sono 79.970, dei quali 33.761 (42,2%) nominati, per lo più, su posti in deroga. Il numero degli insegnanti di sostegno dal 1997/98 all’anno in corso è aumentato del 41,3% . Tuttavia negli ultimi tre anni il tasso di incremento degli alunni inseriti è stato maggiore di quello degli insegnanti nominati. Ciò ha contribuito ad innalzare lievemente il rapporto alunni in situazione di handicap per docente che è pari a 1,6 e che era arrivato al valore di 1,86 nel 2001/02. Nell’anno in corso il personale Ata a tempo indeterminato è di 176.808 unità, di cui 106.767 (circa il 60%) appartenente all’area A dei collaboratori scolastici, 59.749 (un terzo del totale) appartenente all’area B del personale tecnico e amministrativo e infine 10.293 direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga) appartenente all’area D. A queste 176.808 unità di personale Ata a tempo indeterminato vanno aggiunte altre 74.037 unità con contratto annuale per un totale di 250.845. Il personale a tempo determinato rappresenta il 29,5% del totale Ata in servizio. Per completare la rassegna del personale scolastico in servizio il rapporto esamina quindi i Dirigenti scolastici preposti alla direzione delle 10.780 istituzioni scolastiche. Attualmente sono in servizio 8.730 dirigenti scolastici titolari che assicurano la dirigenza su quasi l’80% delle istituzioni, mentre sulle restanti sedi svolgono la funzione dirigenziale docenti appositamente incaricati. Degli oltre 8.730 dirigenti 6.420 prestano servizio in istituzioni scolastiche del 1° ciclo, 2.252 in istituzioni del 2° ciclo e 58 in istituzioni educative.
Alunni in situazione di handicap
Alunni in situazione di handicap
Alunni in situazione di handicap
La Scuola Statale: Sintesi dei Dati (2004-05)
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